INCONTRI SPIAZZANTI: GIOVANI E IMPRENDITORI SI CONFRONTANO

Incontri spiazzanti 2

Giovani e imprenditoria, due mondi che non possono coincidere? Non sono d’accordo con questa affermazione il Comune di Novellara e Associazione Pro.di.Gio, che dall’anno scorso hanno messo in campo il progetto “Giovani, Formazione e Lavoro”. Già dal 2016 si sono creati momenti di incontro fra studenti e ragazzi alla ricerca di un lavoro e imprenditori, gli “Incontri spiazzanti”, per cercare di superare gli stereotipi e per immaginare insieme un futuro per le aziende locali. Da un lato ci sono i giovani (si è arrivati a 61 partecipanti), spesso entusiasti ma poco preparati sulle tematiche lavorative, dall’altro il mondo degli adulti, che spesso fatica a ad accogliere ed accompagnare. Contestualmente è stato inaugurato Puntolavoro, uno sportello di consulenza che fornisce informazioni sulle possibilità lavorative e che aiuta a stendere il curriculum. Per contattare Puntolavoro è necessario scrivere all’indirizzo info@associazioneprodigio.it.

La nuova edizione di “Incontri spiazzanti”, momenti di contatto, conoscenza, sperimentazione per giovani all’interno di aziende del territorio di Novellara, continua nel 2017 con tre appuntamenti. Gli incontri sono rivolti a giovani dai 16 ai 30 anni e sono a numero chiuso (25 partecipanti). Per informazioni e iscrizioni è possibile scrivere all’indirizzo  info@associazioneprodigio.it o telefonare al numero 3471646551.

Il Progetto ha anche una pagina  Facebook: Progettogiovaniformazionelavoronovellara.

Il primo incontro è previsto per mercoledì 26 aprile e avrà luogo presso l’Acetaia San Giacomo (Strada Pennella 1, Novellara) dalle 14.30 alle 18.00. Interverranno Andrea Bezzecchi, titolare dell’Acetaia, Massimo Faietti, titolare di 2effe e Valerio Crema, titolare di Methodo Chemicals.

Il secondo, si svolgerà in data martedì 9 maggio, avrà luogo allo Spaccio Le Valli (Via Colombo 103, Novellara) dalle 14.30 alle 18.00 e vedrà la partecipazione di Ivan Bartoli, titolare dello Spaccio, di Francesco Prandi (70 division) e Daniele Mora e Cristina Gozzi (CT9).

Il ciclo di incontri si concluderà sabato 20 maggio presso l’Oratorio Cristo Re (Piazza Corso Battisti 2, Novellara). I giovani incontreranno Don Luca Fornaciari, Stefano Zanni (presidente di Holyart) e Simone Fornaciari, presidente dello Studio Il Granello.

Incontri spiazzanti

Saccani Design019

Novellara (RE) Strada Provinciale Sud 45 Tel.0522-657123

FAME IN AFRICA: SEMPRE PEGGIO

46d2c-125epovertc3a0

Se la globalizzazione significa che i ricchi e i potenti hanno nuovi mezzi per arricchirsi ulteriormente e potenziarsi sulle spalle dei più poveri e più deboli, abbiamo il dovere e il diritto di opporci in nome della libertà universale. (Nelson Mandela)

Gentile direttore, secondo un autorevole dirigente dell’ONU, venti milioni di persone rischiano di morire di fame per carestia e siccità (oltre a conflitti) in quattro Paesi africani (Yemen, Sud Sudan, Nigeria e Somalia). Una crisi spaventosa; servirebbe un intervento immediato. Oggi la fame che perseguita grandi parti del mondo determina migrazioni epocali, bibliche. Il Mediterraneo ogni giorno è tomba di una disperata umanità che cerca di superare i confini visibili e invisibili che la privano del cibo quotidiano. Le madri, che affidano a criminali scafisti le sorti di un bambino che forse non vedranno mai più, si separano dal proprio affettivo biologico, nella speranza che il figlio possa avere un giorno la certezza di mettere insieme il pranzo con la cena e che quel cibo che ora manca sia finalmente condito di libertà e democrazia. Sono sotto gli occhi di tutti gli effetti di un sistema politico-economico che, a settanta anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, non solo non ha eliminato le ingiustizie ma le ha moltiplicate, nonostante gli studi più seri e documentati dicano che il nostro pianeta avrebbe tutte le risorse per garantire ad ogni persona una vita dignitosa. La povertà, la miseria dei disperati, non sono calamità, fatalità o un prezzo da pagare a una malintesa idea di “sviluppo”. Sono invece il frutto di scelte che hanno svuotato la politica della sua anima sociale, cioè della sua principale responsabilità, uniformandola a logiche economiche che tanto badano ad accumulare profitti quanto poco a suddividerli con un minimo senso di equità. Sono dissonanze intollerabili. Occorrerebbe mettere a dimora il seme del buonsenso e della dignità di ogni abitante della nostra casa comune: la Terra.

Cordialità
Paolo Pagliani

orlando-002

Facciamo rivivere insieme l’idea iniziale di Partito Democratico

PD-e1466432062190La nascita del Partito Democratico è stata caratterizzata inizialmente da entusiasmo e grandi aspettative, al contrario poi dei suoi 9 anni di vita tanto tormentati quanto complessi. Un partito che all’ora nacque dalla confluenza di grandi storie politiche, culturali, umane. Si era posto l’obiettivo di unire le culture e le forze riformiste del nostro paese, superare la parzialità e l’insufficienza di ognuna di esse, di ognuno di noi. Un partito plurale e aperto, con diverse sensibilità e personalità ma tutte ugualmente importanti dove l’ascolto e la condivisione giocano un ruolo importante.  Le turbolenze e gli scontri in questi anni sono stati tanti, ma alla fine ci si è sempre ritrovati. Anzi, abbiamo anche dimostrato di riuscire a portare avanti tematiche importanti (esempio le Unioni Civili, il Dopo di Noi) trovando una sintesi tra le varie posizioni. Le ultime vicende invece hanno portato  ad un fatto grave, preoccupante.  Una parte del gruppo dirigente nazionale ha di fatto deciso di abbandonare il partito e di non partecipare al prossimo ed imminente Congresso. A prescindere dalle responsabilità, dalle colpe, dalle volontà politiche di chi ha assunto la decisione di abbandonare, quello che prevale tra noi dirigenti locali, iscritti, militanti, elettori è la sensazione di impotenza e smarrimento rispetto ad una frattura grave, la prima vera mai accaduta e di cui si fatica a comprenderne le vere ragioni. Una frattura che si è scongiurata fino all’ultimo con richieste e appelli all’unità del partito provenienti dai territori. Quei territori dove il PD è sempre riuscito a mostrarsi come una comunità politica, che ha sempre discusso trovando infine una sintesi in una logica di condivisione, e che sta amministrando nel reggiano la maggior parte dei Comuni.  Tutti abbiamo perso qualcosa e tutti abbiamo una responsabilità. Indubbiamente le fratture degli ultimi mesi, in particolare prima e dopo il referendum di dicembre, hanno logorato i rapporti e l’immagine del partito. Ma la scelta di alcuni esponenti è poco comprensibile, sproporzionata rispetto alle distanze politiche, ideologiche o culturali che possono essersi manifestate in questi anni. Forse non è nemmeno stato fatto tutto il possibile per evitare questa frattura. La responsabilità primaria è certamente dell’ex segretario Renzi. Toccava a lui farsi carico di tenere unita questa “comunità”, e anche solo per un giorno, mettere da parte le ragioni e i torti dei due schieramenti, indicando una via d’uscita condivisa. E invece non è riuscito ad andare oltre se stesso. Non ha saputo o non ha voluto aprire spiragli. E’ necessaria a volte la volontà di arrivare ad un accordo attraverso proposte in cui tutte le parti ci perdono, ma nessuna soccombe rispetto all’altra. La responsabilità secondaria grava invece sugli “scissionisti”. Hanno taciuto, mentre nel giorno dell’Assemblea Nazionale sarebbe stato doveroso sentire parlare dal palco (e non dalle telecamere) chi ha sempre detto di avere a cuore il destino della “ditta”. Ora dovrebbero cercare di riempire lo strappo di nobili contenuti  e motivazioni politiche, che non siano posti in parlamento nelle prossime elezioni. Una grande forza di centrosinistra, che si pensa come partito riformatore di massa, può sfasciarsi solo in nome dei valori fondanti. La vera posta in gioco non può essere la data di un congresso o delle primarie. E nemmeno la Leadership del partito, perché in tal caso ci si mette in gioco nel Congresso. Cosa possiamo fare ora? La macchina organizzativa ormai è partita, non la si può e non la si deve fermare. E’ necessaria una discussione perché il Partito Democratico deve decidere dove vuole andare e cosa vuole essere. Dobbiamo recuperare un’identità, le ragioni di un’idea, di un progetto come il PD che si sono un po’ smarriti nel tempo. Personalmente, reputo sbagliato in questo momento uscire dal Partito Democratico e non condivido quindi chi ha fatto questa scelta. Ho alle spalle 9 anni di militanza in questo partito, di cui 7 da Segretario di Circolo. Mi è stato insegnato che, se ci sono dei problemi o delle cose in cui non si è d’accordo, le battaglie si fanno internamente. Non si esce e non si scappa, i problemi si affrontano e si cerca di risolverli. E’ una situazione sicuramente complessa, ed è altrettanto difficile spiegare questa “rottura” alla nostra base disorientata. E’ nostro dovere (come dirigenti locali) raddoppiare gli sforzi, parlare ad iscritti ed elettori, dedicare attenzione alle reazioni ed ascoltare. In questo periodo, non abbiamo rinunciato nel reggiano a portare avanti la “campagna d’ascolto” con assemblee nei circoli per parlare di Lavoro, Immigrazione e Sicurezza. Da un lato c’è un dibattito nazionale che sembra voglia far tramontare l’idea di questo partito, dall’altro lato invece, nei territori, c’è la volontà di tenere in vita l’idea di quel partito.
Riprendo e faccio mie le parole del Segretario Provinciale Andrea Costa: “il PD è un luogo pluralista e di confronto vero e questa idea noi la vogliamo tenere in vita anche se qualcuno esce dal partito. Da queste parti quell’idea la si sente un po’ di più, si ha esperienza lunga su cosa significa essere un partito. Parlare e riflettere su di noi è un esercizio che dobbiamo fare nella misura in cui questo può essere utile a dare risposte alla gente e alle nostre comunità. Uscire dall’autoreferenzialità che ha stregato buona parte del gruppo dirigente nazionale è un dovere.”
Mi auguro che nel nostro piccolo, prevalga la volontà di far rivivere e far tornare l’idea iniziale di Partito Democratico e che si continui insieme su questa strada, credendoci e tralasciando i personalismi (come già qui abbiamo fatto fino ad ora). La politica non è una passeggiata solitaria, ma dovrebbe essere un viaggio collettivo.

Milena Saccani Vezzani
Segretario Circolo PD Novellara

saccani-design

ACCOGLIENZA DI MINORI: SE NE PARLA A NOVELLARA GIOVEDI’ 23 FEBBRAIO

Il Comune di Novellara, in collaborazione con il Centro per le famiglie e l’area Tutela Minori del Servizio Sociale promuove un secondo incontro per promuovere sul territorio un’azione di sensibilizzazione ed informazione ai diversi percorsi di accoglienza possibili, da quelli informali a quelli più strutturati.
L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza, si svolgerà giovedì 23 febbraio ore 21, nella sede dell’Istituzione “I Millefiori”, in via Costituzione 10/B. Il confronto con le diverse realtà, che nel loro lavoro quotidiano intercettano piccoli e grandi bisogni di solidarietà, ha l’obiettivo di far emergere quanto già si fa sul territorio e rispondere alle domande, ai dubbi delle famiglie e delle persone interessate ad approfondire. Per il Vice Sindaco Alessandro Baracchi: “L’obiettivo è quello di attivare una rete di accoglienza tra i servizi, i cittadini, le famiglie e tutti quei soggetti attivi sul territorio come ad esempio le associazioni, a sostegno dei minori”.

Sara Germani

locandina-accoglienza2-2

Novellara nei Secoli

novellara-nei-secoliE’ tempo di Natale e Novellara ripropone, come spesso le accade, una bella “strenna” con la quale accompagnare auguri, auspici, calorose strette di mano.
E’ fresca di stampa, questa ideale strenna, e richiama l’ultima opera storico-divulgativa di Vittorio Ariosi, a titolo: “Novellara nei Secoli”.
Si tratta di un libro snello, di facile lettura, corredato da foto anche inedite, che ripercorre la storia millenaria di Novellara: tanto per intenderci da Caius Tinuileus, la cui lapide ritrovata in Serravalle racconta la presenza dei romani già nel 1° secolo dopo Cristo, ai giorni nostri.
Il libro riprende a scopi divulgativi le parti essenziali dell’importante storia novellarese, che tanti studiosi hanno ripreso e impresso in splendidi volumi. Opere, queste, di precisione e di puntiglio storico, forse poco adatte per la divulgazione.
Conoscere la storia del nostro territorio, sapere perché abbiamo innate (nel DNA) la cultura dell’apertura mentale e dell’accoglienza, nonché della solidarietà è di fondamentale importanza per accrescere, in positivo, il senso di appartenenza, alimentare con i doni del passato una nostra visione del futuro, del domani ch’è già alle porte.
Un libro che crediamo sarebbe utilissimo nel corredo delle nostre scuole. Un libro utile per ognuno di noi, giovani e meno giovani. Un libro che ci fa respirare l’orgoglio di vivere in una piccola cittadina, ricca di quei valori che nella nostra storia emergono luminosi e lampanti. Una storia di cui essere orgogliosi.
Una “strenna” ideale per dire chi siamo; un piccolo-grande dono che contamini i nostri auguri con i saperi della nostra storia.

Sergio Calzari

Il libro sarà in distribuzione nell’edicole e nelle cartolerie.

ottica-reggiani

Riflessioni giornaliere

locandina-a4Sono un vero amico di Paolo Pagliani e con poche parole cercherò di dimostrarlo. Non è mio coetaneo, perciò è un bene per lui altrimenti l’età comincerebbe a farsi sentire negativamente. La sua compagnia è preziosa. Persona educata, ha avuto un passato professionale di tutto rispetto, culturalmente molto preparato e con una forte passione per la scrittura. Questo libretto ne è una testimonianza, come quelli già pubblicati e le lettere che spedisce a giornali locali e nazionali. Nella lettura dei suoi scritti, occorre prepararsi e concentrarsi in modo di apprezzare il suo pensiero avendo un contenuto di riflessioni assai acute. A conclusione, posso testimoniare la sua onestà morale. Al solo pensare che il ricavato della vendita verrà devoluto in beneficenza, precisamente alla Caritas locale, è una conferma. Forza, amici lettori, comprando il libro, aiuteremo Paolo a fare del bene, cosa un po’ rara di questi tempi.

Giovanni Franzoni

ottica-reggiani

BENESSERE E FRAGILITÀ

resilienzaGentile direttore, tutti siamo alla ricerca di qualche forma di benessere, spesso ci si ferma all’idea di un benessere materiale, inteso come disponibilità di mezzi, ma è altresì importante guardare oltre. Benessere, letteralmente vuol dire <<essere bene>> cioè imparare a star bene con se stessi, con gli altri, con il mondo. Il primo ambito che viene in mente è quello della salute fisica, in cui il benessere, lo <<star bene>> significa certamente cercare di conservarsi in buona salute, ma anche saper affrontare <<bene>> le esperienze di malattia e di fragilità. Quando guardiamo a certe situazioni <<da lontano>> possiamo avere l’impressione che siano difficili da affrontare ma talvolta – quando ci troviamo in mezzo a questi momenti – scopriamo di avere più forza e più energie di quanto sospettassimo. Vi è un termine tecnico, che illustra questa condizione, si chiama <<resilienza>>. Il primo significato di questo termine indica la capacità di un materiale (tipicamente un metallo) di assorbire un urto senza rompersi, in psicologia e in pedagogia indica la capacità di una persona di affrontare un evento traumatico o un momento di difficoltà. Tra gli eventi critici a cui prepararci in ottica <<resiliente>> vi sono lutti e tragedie, che certamente abbiamo motivo di <<temere>> ma a cui ci si può accostare con spirito positivo, come San Francesco, che riusciva a rivolgersi alla morte come ad una <<sorella>>.

Cordialità
Paolo Pagliani