
Gentile Direttore, nel corridoio di ingresso della casa di un mio amico c’è una targa nella quale campeggia questa scritta in francese: <<Ici le sourire est de riguer>>. Nonostante i tempi che stiamo attraversando, il sorridere effettivamente è di rigore con questa persona serena, gentile e amabile nonostante un morbo di Parkinson sempre in agguato. Credo che molto ruoti attorno alla forza del sorriso che spesso non è tanto il risultato di un’allegria interiore ma ne è la causa; è il sorridere che rende felici e non è roba per ricchi, è stato scritto. Se per strada, in un incrocio casuale di percorsi, durante un’attesa, o in ufficio, ci si lasciasse scappare un sorriso quando gli occhi si incontrano, si riuscirebbe forse non solo a ottenere un po’ di simpatia e complicità, ma ci si scioglierebbe anche dentro, superando i nodi della tensione e della solitudine. E invece si procede con volti grifagni, ognuno rinserrato a doppia mandata nelle proprie preoccupazioni, incapace di chiedere e di dare un po’ di solidarietà anche nel semplice incontro. Lo scrittore inglese L. Sterne tradotto dal Foscolo, diceva che; <<Un sorriso può aggiungere un filo alla trama brevissima della vita>>… tua e degli altri.