Caro direttore, gli slogan dell’attuale politica governativa mettono sempre al primo posto i diritti: prima gli italiani, prima i veneti… in una forma sempre e molto maschilista. Chi ricorda e parla di doveri? In una società, in una comunità che si stanno disgregando, si continua a parlare solo di diritti. Ecco allora che i tanti “no” in forma di “chiusura dei porti” ma solo per i poveri, persino allo sbarco a terra di donne e bambini, entrano nella mente delle persone tanto da far pensare ai più che non esiste ai tanti un dovere di soccorrere le persone che stanno naufragando in mare. Con il continuo richiamo ai diritti, stanno venendo meno gli obblighi di leggi umane, anche non scritte, che ci rammentano, che soccorrere il debole e dunque salvare le persone in mare, è un dovere e, come ci ricorda la Bibbia, nel racconto di Caino e Abele, sta ritornando un disimpegno umano tanto da far dire ai nuovi Caino: <<Sono forse io il responsabile di mio fratello>>? Credo che l’obbligo morale di una politica seria sia riprendere a parlare assieme ai diritti anche del principio di responsabilità, dei valori della solidarietà.
Cordialità
Paolo Pagliani