Gentile direttore, la scelta sempre più diffusa di vivere da soli, di non aver voglia di assumersi la responsabilità di un’ altra persona e di una famiglia, sta già provocando e produrrà conseguenze negative per la società. Questa sarà più egoista. Del resto quando si è poveri, i vincoli familiari sono più forti e prevale la solidarietà. Quando, invece, le società diventano opulente, o comunque libere dai bisogni fondamentali, individualismo ed egoismo, caratteristiche del benessere, si fanno più radicali, diventano più povere. Ma non solo, perché si decade sentimentalmente depauperando i sentimenti. La società sta in piedi su basi sentimentali. Avere relazioni fugaci, amicizie per trascorrere la serata, non basta per maturare in sensibilità, comprendere cosa siano gli altri per noi, accogliere la sfida di amare senza considerare l’ altro una proprietà. La continuità fa crescere i sentimenti e quando questi collassano, quando la vita è dissanguata dagli affetti viene meno una struttura portante di essere uomo. Certo vivere da soli si ha più tempo per il lavoro, per coltivare hobby…Nascono luoghi di associazione, circoli, luoghi nuovi di aggregazione dove andare per farsi vedere quando si ha voglia; è un socializzare a sfondo narcisistico. E dove coltivare l’ ipocrisia delle buone maniere! Domandiamoci però quanto quelle persone sole, che ci sembrano più produttive ed efficienti di noi, non siano così attive per riempire il vuoto intorno.
Cordialità
Paolo Pagliani