Dove porta una strada?

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Continua l’impegno per il progetto in Perù che il Gruppo Missionario di Novellara segue dal 2010. Anche quest’anno un gruppo di giovani, Federico (Verona) Elisabetta e Greta (Scandiano) Davide (Sassuolo), partirà per l’esperienza missionaria estiva a Pucallpa. Don Andrea ci scrive dal paese sud-americano.

In tempi di navigatori, mappe satellitari, atlanti geografici e quant’altro è sufficiente un click per conoscere le coordinate, il tipo di percorso, il tempo di percorrenza, e cose così. Non c’è spazio per la sorpresa, anzi quando le strade sono note cerchiamo di arrivare alla meta semplicemente nel più breve tempo possibile. Eppure ci sono strade umane che si possono percorrere solo a passo d’uomo, in buona compagnia, in punta di piedi, senza grandi previsioni, ma con molti sogni.
Vi scrivo come parroco della parrocchia di San Francisco de Asís, che si trova alla periferia di Pucallpa, una città ricavata dalla selva amazzonica del Perù, attraversata dal Rio Ucayali (uno dei grandi affluenti del Rio delle Amazzoni). Una zona povera, come tante altre nel mondo. L’avventura di questa comunità cominciò nel 2010, cinque anni fa, grazie anche al coinvolgimento di don Candido e Giordano, e alla generosità del signor Francesco. Si stava aprendo una strada, dove in realtà non c’era ancora niente. Su questa strada altri si sono avventurati. Si tratta anzitutto di gente locale, peruana, che ha cominciato cammini di fede personali, familiari e comunitari; che ha messo in moto processi di solidarietà e aiuto; che sta imparando a conoscersi, volersi bene, riconciliarsi, affrontare i problemi. Si tratta di gruppi missionari, come quello di Novellara, la cui esistenza è già uno sguardo aldilà di schemi e confini ordinari, quelli che ci creiamo noi con le nostre abitudini, o quelli in cui ci rinchiude un certo stile di vita. Si tratta di giovani e adulti (compreso don Carlo che è venuto qui lo scorso agosto) che vivono le loro vacanze estive per venire qui e condividere la vita di gente semplice, per fare dei passi insieme. Si tratta anche di pensieri, idee nuove e diverse, scambi culturali, sentimenti belli e domande curiose.
Si tratta di qualcosa che ha a che fare con l’ebbrezza. Non quella di chi si ubriaca per dimenticare il mondo, ma quella di chi vuol vivere in questo mondo con gusto, per renderlo più piacevole.
Personalmente non so dove ci porta tutto questo, e mi fa bene non saperlo, perché i percorsi non sono mai automatici, diritti come le autostrade, prevedibili. Tutt’altro. Però ci sono esperienze come queste che permettono a chi le vive di dare al proprio cammino un senso, un valore, una speranza. Così questa relazione Pucallpa-Novellara non è una adozione a distanza, con l’unico nobile scopo di aiutare economicamente, bensì la possibilità di percorrere una strada alternativa, vergine, sorprendente. Una via missionaria. Non è nemmeno qualcosa tipo turismo responsabile o consapevole… piuttosto una esperienza di servizio, di fede, di incontro stretto e anche di vita comune. Ci vuole del coraggio, o una sana incoscienza, a volte il confine tra le due è proprio stretto. Questo, normalmente, permette una visione diversa della realtà, e soprattutto di noi stessi. A volte penso che quando Gesù inviava i suoi amici per qualche avventura missionaria, lo facesse più per loro stessi, per imparare ad uscire dalla ristrettezza di una vita già nota, programmata, definita, e per aprirsi alle sorprese misteriose che riservano le strade sconosciute.
Beh, chissà se su queste strade ci incontreremo… nel frattempo ci auguriamo buon cammino!

Don Andrea

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