Continua l’impegno per il progetto in Perù

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Anche quest’anno un gruppo di giovani partirà per l’esperienza missionaria estiva a Pucallpa per continuare a sostenere il progetto del Gruppo Missionario di Novellara

Il più delle volte quando una persona ci parla di partire per una esperienza missionaria a migliaia di km da casa la domanda che ci viene spontanea è : “Cosa vai a fare così lontano, anche qui c’è bisogno!”. E’ vero anche in Italia c’è bisogno, anche le periferie delle nostre città, le periferie delle nostre esistenze sono luoghi di estremo bisogno di incontro e aiuto. Tutto vero. La situazione di crisi economica che coinvolge anche il nostro territorio ci interroga e cerca una risposta in una esistenza possibile e giusta. “Ma il bisogno non può essere la vera e unica ragione di una partenza che ti porta a incontrare gli altri. Se così fosse l’unico che cercheresti e incontreresti non sarebbe mai il volto e la storia dell’altro per quello che è, ma solo un bisogno, che sia il tuo o il suo. Certo i bisogni sono tanti e a volte tragici, ma ancora più tragico è essere incontrati solo per i bisogni che si hanno, come se una persona fosse solo i suoi bisogni, le sue necessità, le sue debolezze” come ci dice don Andrea in una delle sue lettere, il sacerdote che accompagnerà nell’esperienza estiva i volontari che partiranno. “Ecco perché non si parte solo perché gli altri hanno bisogno, altrimenti non incontrerai mai gli altri per quello che veramente sono. E se non si incontrano gli altri per quello che sono, non ci potrà mai essere relazione. Se non c’è relazione, non ci sarà mai vero annuncio, né vera promozione umana. Le persone valgono più delle loro povertà e vale la pena incontrarle e conoscerle al di là delle loro necessità” ci dice ancora don Andrea.
Questo è lo spirito che accompagnerà il gruppo di giovani, Davide di Sassuolo, Ilaria e Nunzia di Reggio Emilia, Diletta di Modena e Gloria di Saronno (VA), che anche quest’anno partirà per l’esperienza estiva a Pucallpa, in Perù, nella selva amazzonica, il prossimo mese di Agosto. Partire non per “fare” ma per “stare” con la gente, per condividere semplici momenti di ascolto e aggregazione con il desiderio di incontrare l’altro per quello che è, considerare il povero non un utente o un oggetto di carità, ma è il sogno di realizzare insieme una comunità che responsabilmente annuncia una speranza e indica il cammino per iniziare a costruire ponti di dialogo e conoscenza reciproca. Perché, come diceva don Candido “il “fare cose” esige conoscenze tecniche, l’”essere con” ha bisogno del cuore, che appartiene a tutti”.
Buon viaggio, ragazzi.

Giordano Lusuardi

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