I politici, sanno tutto !!!

Ma c’è ancora un fatto più grave (6:00 video) quello che è successo da 15 anni nel nostro paese cioè aver regalato la banca d’Italia hai banchieri, una volta lo Stato Italiano aveva due possibilità di entrate, una dalle tasse e un’altra perché batteva moneta.
Batteva moneta ad 1 euro e la rimetteva in circolazione a 500 euro cioè a dire il costo reale e il costo commerciale, cioè la moneta aveva un costo reale, cioè il costo della carta della filigrana, che costava una percentuale, il costo reale di una moneta di 500 euro è 0,30 centesimi e il costo commerciale 500.
“499,70” è la differenza che c’è dal costo reale e quello commerciale, questo denaro una volta andava nelle casse dello Stato, andava nelle case dei cittadini italiani, lo stato lo utilizzava per dare aiuto alle piccole e medie imprese, alle famiglie bisognose, a fare opere, nell’interesse della collettività.
Oggi non è possibile perché quel denaro va nelle casse dei banchieri.
Ohh…. Ohh….  Non c’è niente di dire: oh o non ohh, ma è la verità e la realtà, e la cosa che mi dispiace, e che qualche parlamentare conosce l’argomento ed è complice di questo comportamento sciagurato e scellerato da parte delle banche.
Colgo un dato signor Presidente, al 31 di dicembre del 2011 il circolante monetario del bilancio dell’istituto centrale ammontava a 146 miliardi di euro e poiché il suo costo di produzione non superava e non supera l’1% se ne deduce che l’entrate in circolo dell’euro le banche partners avrebbero lucrato un signoreggio di circa 145 miliardi di euro, che se fossero stati incamerati dallo Stato, avrebbero consentito agli italiani un ingente alleggerimento del carico fiscale. E lei sa perfettamente come sanno coloro che rappresentano il governo in quest’aula di che cosa stiamo parlando.
Chi sono le banche? Che sono in questo momento artefici di questa operazione?
Il gruppo Intesa San Paolo per il 44% – Il gruppo Unicredit – Il Monte dei Paschi di Siena – La Cassa di Risparmio di Firenze, cioè a dire banche che hanno che cosa? Hanno le azioni della Banca d’Italia, la Banca d’Italia non è più proprietario del proprio denaro, ma, il denaro degli italiani e dello stato è dei banchieri. E allora signor Presidente, colleghi presenti in aula, che cosa dobbiamo dire alla banche? Che cosa dovremmo fare nei confronti delle banche? Se già le banche si prendono ciò che è nostro. Che cosa dovremmo fare nei confronti delle banche, se già le banche si sono appropriati di quella che è la nostra moneta? Questo si chiama perdita della sovranità monetaria, questo si chiama SIGNORAGGIO primario, e poi c’è il signoraggio secondario che è ancora un fatto più grave, ciò a dire, la Banca d’Italia che presta il denaro allo stato italiano e si fa pagare i tassi d’interesse, questo è veramente vergognoso, e vergognoso perché chi lo sa,  non lo denunci.

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LA VERITA’ VI RENDERA’ LIBERI

Qualcuno disse “la verità vi renderà liberi”. Prendere atto delle radici del male significa capire da chi e cosa il sistema è controllato (sanità, istruzione, finanza, informazione mediatica)…
…ma se non sappiamo contro chi stiamo combattendo allora non potremo liberarci dalle catene. Oggi per la prima volta (anche grazie alla potenza della rete)  il nemico è visibile.
Questo video spiega come vincerlo con alcune soluzioni intelligenti.
Mi rendo conto che il materiale da vedere è davvero molto, con molta probabilità questo video verrà censurato molto presto.
Per cui ti invito a salvarlo da qualche parte, queste risorse, mettile sicuro, e consultale quanto prima, per il tuo bene, per i tuoi cari, e per tutto ciò che più ami al mondo.
Rinaldo Pace

http://www.thrivemovement.com/

TASSE ALTE STATO INIQUO

Caro direttore,
c’è un campionario esemplare e al tempo stesso devastante, che la Guardia di Finanza ha ricavato dagli ultimi controlli in questo ultimo periodo. Dal titolare di un autosalone specialista nelle frodi dell’Iva, al mediatore finanziario con la falsa residenza a Lugano, al tagliapellami che teneva la contabilità con i <<pizzini>>, ai costruttori che non dichiaravano le fatture al fisco, al pluri-imprenditore con i bilanci fantasma, al panificatore che non emetteva gli scontrini, i poveri di Cortina con il Suv, il ristoratore che distruggeva le ricevute… Ed è sconcertante riscontrare che molti datori di lavoro dichiarano di guadagnare meno dei loro dipendenti. Siamo in presenza ma lo sappiamo da decenni, di un fenomeno tra i più gravi e tipicamente italiano; scordarsi di pagare le tasse! Tuttavia la sola lotta agli evasori non basta: occorre ragionare anche su una serie di aspetti che contribuiscono a tener in piedi una situazione del genere. Bisogna sottolineare che il sistema fiscale in Italia è vessatorio ed inutilmente complicato; un artigiano, ad esempio, deve effettuare un versamento ogni quattro giorni e non è in grado di districarsi da solo in una giungla di norme così complesse da mettere in difficoltà gli stessi commercialisti. All’estero a partire da Austria e Svizzera il fisco aiuta il contribuente, salvo stangarlo pesantemente, carcere incluso, se cerca di fare il furbo.
C’è infine la contropartita che uno Stato è chiamato a garantire in cambio delle tasse e cioè i pubblici servizi, che nel nostro Paese sono decisamente scadenti: si riceve poco e male in cambio del tanto che si paga. Ed è tanto davvero visto che la pressione fiscale supera il 40%. Ecco perché non basta la Guardia di Finanza: lo Stato controlli anche se stesso. E si dia una regolata, se vuole essere credibile.

Cordialità
Paolo Pagliani

DATE A CESARE QUEL CHE E’ DI CESARE E A DIO QUEL CHE E’ DI DIO – la verità sul Festival Uguali Diversi

(reddite quae sunt Caesaris, Caesari et quae sunt Dei, Deo) Così nel Vangelo di Matteo (cap.22 v.21) viene riportata la risposta data da Gesù ai Farisei, i quali speravano di metterlo contro il governo romano in Palestina. Egli con le sue parole fece ben capire che è doveroso essere soggetti, onestamente, all’autorità, distinguendo però il potere temporale da quello spirituale

Dopo aver letto le dichiarazioni della signora Cristina Fantinati
http://www.modena2000.it/2011/09/29/il-pdlo-di-novellara-ecco-come-e-andato-veramente-il-festival/
ho chiesto delucidazione a Paolo Santachiara Assessore: cultura e servizi al cittadino

Risposta:
Caro Rinaldo,
noi cominciamo a fare molta fatica a rispondere a chi fa della bugia o della fornitura di dati non corretti la regola di comportamento. Pensiamo che i lettori capiranno da soli chi dice la verità o dice il falso. Così è avvenuto a livello nazionale con chi per oltre tre anni ha negato la crisi, attribuendola ai giornali di sinistra o a chi non voleva il bene dell’Italia. Da qualche mese anche gli ultimi ciechi la vedono e tutti oggi la riconoscono e sono certo che ogni cittadino italiano ricordi le tante dichiarazioni e tragga le sue dovute conseguenze.

Ma prima di riferire per te alcuni dati vorrei fare una riflessione più generale.

In Italia molti intendono la cultura esclusivamente come uno dei tanti modi di spendere il tempo libero, quindi una spesa voluttuaria, tra le prime da tagliare nei momenti di crisi.
Il Ministro Tremonti ha sostenuto che con la cultura “non si mangia” e il Ministro Brunetta è convinto che teatranti, musicisti, tecnici di luci e artisti in genere siano tutti “fannulloni, mangiapane a tradimento”.

Certo, il bilancio della cultura, delle arti non è mai calcolabile nel breve periodo, e la sperimentazione, la progettualità, il pensiero, e la creazione non sono beni immediatamente misurabili in termini di rendimento economico, ma, come ha sostenuto nel gennaio scorso Umberto Eco, “con Giuseppe Verdi si può  mangiare, ma sicuramente non si mangia con l’anoressia culturale”.

L’Italia è il paese al mondo che detiene il maggior numero dei beni artistici e delle opere d’arte (si stima dal 55 al 70%), ed è fra i paesi più ricchi di storia e di cultura.
La cultura è pertanto per l’Italia uno dei pochi beni che non deve importare e che può essere un volano di sviluppo per l’intero paese.

Ma innanzi tutto, la cultura è un “lievito”, è elemento fondamentale per formare il tessuto sociale e civile di un paese, per la sua crescita umana e morale, per l’alimentazione dell’identità, per migliorare la qualità della vita, inoltre, per noi italiani in particolare, è di stimolo per l’economia, per lo sviluppo, per l’innovazione e la competitività.

E’ evidente che chi riveste ruoli istituzionali in ambito culturale, deve sentirsi responsabile della qualità della vita, del benessere fisico e “spirituale” della cittadinanza perché è dal cammino culturale, da ciò che si custodisce dentro, da come  si alimenta la nostra interiorità che dipende il nostro agire il nostro essere nella comunità.
Occorre  pertanto pensare, progettare e operare immettendo, stimolando, provocando azioni, situazioni che favoriscano la crescita  della conoscenza, della responsabilità,  della fratellanza, della giustizia, della valorizzazione delle diversità, del rispetto del pianeta, e del gusto del bello nella comunità.

Il Festival cerca di offrire opportunità di ascolto, di riflessione, di confronto su temi chiave del nostro momento storico, chiamando persone che possano aiutarci in questa sosta e proponendo tante attività che affrontino il tema da diversi punti di vista (il cinema, il teatro, il laboratorio didattico, la musica, la  danza, il gioco, il fumetto, la biblioteca vivente, ecct). Di questo ne siamo convinti e di questo ci sentiamo responsabili nei confronti della comunità novellarese.

Ora, per quanto riguarda i dati vorrei farti solo qualche esempio: alla conferenza di Enzo Bianchi del sabato mattina alle 10.30, sotto un sole cocente, erano presenti  780 persone (sono state contate una ad una). Considera che i ragazzi dell’Istituto Don Iodi presenti erano cinquanta. Con Prodi erano presenti oltre 400 persone, con Luciano Manicardi alle 9.30 della domenica mattina circa 200 persone e lo stesso con Salvatore Natoli nel pomeriggio. Alle conferenze di Novellara hanno partecipato in totale più di 2000 persone.
Per non parlare dei laboratori didattici tenuti in Biblioteca che hanno visto la partecipazione di oltre 250 bambini e ragazzi senza considerare i laboratori degli adulti, la biblioteca vivente, ecct. Fra sabato e domenica oltre 1100 persone hanno visitato la Biblioteca, il Museo, l’Archivio storico e l’Acetaia. E da ultimo la cena sotto i portici del sabato sera ha avuto il tutto esaurito coi 340 coperti.

Per quanto riguarda i costi, il Festival è costato  68.000 euro di cui l’80% finanziato da sponsor che hanno creduto e sostenuto l’iniziativa. Il comune di Novellara ha investito  8000 euro. Manca ancora  il contributo promesso dalla Regione e quando arriverà abbasserà, o forse azzererà, il contributo di Novellara.

A chi ci accusa di sperperare i soldi vorremmo ricordare  che quando il Governo ha deciso di separare il recente referendum sull’acqua dalle elezioni amministrative, con la speranza di farlo fallire, ha speso oltre 300 milioni di euro. Questa cifra  per Novellara ha significato circa 70.000 euro. La stessa cosa è avvenuta con il referendum del 2009 dove il Governo ha speso altri 400 milioni di euro che per Novellara corrispondono a circa 100.000 euro. Questi sono stati 700 milioni spesi e sprecati che per Novellara corrispondono 170.000 euro.

Un caro saluto  paolo

Non mi rimane  che ringraziare l’amico Paolo Santachiara per la spiegazione e il chiarimento. Grazie !