Ho questo problema del bere che mi fa morire dalla vergogna. Chiedo al medico che mi risponde: “Da sola non può, cerchi un gruppo d’aiuto”. Io testarda: “No, ce la farò da sola!”. Puntuale arriva la ricaduta e ancora di più la vergogna. Vedo attaccata a una parete dell’ospedale una locandina di Alcolisti Anonimi. Passo e ripasso memorizzando un numero alla volta, (di più era impossibile), che trascrivo su un foglietto ben lontana dalla locandina (non si sa mai che qualcuno capisca). Arriva il grande giorno: mi decido e vado al Gruppo. E’ situato nel seminterrato di una casa popolare. Suono il campanello e dietro di me arriva una signora; mi secca farle capire dove vado. Così invece di scendere, comincio a salire le scale controllando tutti i cognomi di tutte le porte fingendo di cercare qualcuno. Primo piano, secondo piano, (non c’è l’ascensore), terzo piano sperando che la signora si fermi ma seguita a salire, quarto piano quella strega sempre dietro e io sto sempre più male (soffro di polinevrite tossica) e sempre di più mi vergogno. Quinto e ultimo piano (io mooolto seriamente controllo i nomi alle porte e la malefica mooolto seriamente finge di credere). A voce alta dico: “Avrò sbagliato portone, sono tutti uguali”. “Sì, sì, fa quella”. Ridiscendo disperata, stanca, dolorante, distrutta. Scendo le due rampe del seminterrato e lì a ridosso delle cantine mi si aprono le porte del Paradiso. Per la cronaca ho 49 anni, sono sei che non bevo, non mi fanno più male le gambe. Qualche volta mi capita di incontrare quella signora, posso dire “buongiorno” senza vergogna ma sorrido pensando alla tanta fatica e alla figuraccia che ho fatto quella volta. Ho scoperto che parlarne in gruppo è miracoloso. In A.A., oltre alla polinevrite tossica mi hanno tolto anche la vergogna tossica: poter ridere insieme agli altri delle proprie vergogne è un vero toccasana, almeno per me. Paola
VERGOGNA TOSSICA
L’alcol è un problema?
Gruppi di Reggio Emilia e provincia
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