L’ETA’ CHE AVANZA

Egr. direttore, recentemente quando è stata messa in discussione la possibilità – e con essa le nostre speranze – di conservare fino a tarda età le capacità mentali, siamo entrati in crisi.
Il quadro è desolante soprattutto se si pensa che il numero di persone anziane in tutto il mondo è in crescita esponenziale e che ormai non si parla più soltanto di di una terza età ma di una quarta, dagli 80 anni in poi. Per fortuna gli scienziati hanno indovinato contromisure che consisterebbero in sostanza, di prendersi cura, per tempo della propria salute e particolarmente del cuore avviando una lotta senza quartiere all’ pertensione, all’obesità e via dicendo. Senza sminuire l’importanza di queste norme salutistiche, il contributo che può dare e ha dato la psicologia, non è secondario. In ogni età può esserci sviluppo e anche in vecchiaia si possono riscoprire interessi soffocati, abitudini dismesse che abbiamo abbandonato e alle quali tenevamo, curiosità messe a tacere a causa dei molti obblighi da assolvere. Uno studioso scomparso (Erikson), sottolineava il conflitto psicosociale dell’anziano, che consiste nella polarità stagnazione-generatività. Mentre nella prima ci si preoccupa solo di se stessi, immersi in un lago freddo e immobile, nella seconda si punta sull’impegno sociale, soprattutto nei confronti delle generazioni future. Sta a noi uscire dal conflitto e fare la nostra scelta. Quindi, tradotto in pratica, se vogliamo erigere paletti contro la tirannia degli anni, dobbiamo prima di tutto accettare i nostri limiti e poi uscire da noi stessi, partecipare, sentirci immersi in un contesto più ampio in cui tutte le generazioni hanno un compito da svolgere.

Cordialità
Paolo Pagliani

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STIAMO PERDENDO IL NOSTRO FUTURO

Caro direttore,
Nelson Mandela, premio Nobel anni orsono, disse una volta <<Il grado di umanità di una società, lo si misura nel suo modo di trattare i bambini e i vecchi>>. Constatiamo che da noi, i bambini sono diventati un rischio-costi incalcolabile dove prima di essere un compito, essi sono una spesa per i genitori e la famiglia. La crescente economizzazione di tutti gli ambiti dell’esistenza rende sempre più difficile la decisione di fare un figlio, rinunciando a un certo numero di agi nella vita. La speciale “protezione” che uno degli articoli della nostra Costituzione garantisce la famiglia, non è mai stata messa in pratica dalla politica. Anzi: essa continua ancor oggi a essere negata sotto la copertura della tolleranza, della modernità e dell’apertura al mondo. La famiglia si è degradata, è diventata il vero gruppo marginale della società, ci è stato detto che è un male, che la famiglia distrugge la personalità; ci hanno mentito. Credo invece che resti pur sempre la migliore di tutte le forme possibili di vita; solo la famiglia trasmette amore, felicità e sicurezza…., le forme alternative di vita sono fallite. Tra pochi decenni il numero degli anziani sarà raddoppiato e saranno sempre meno i giovani che lavoreranno per un numero sempre più alto di vecchi, si dovranno economizzare i contributi per i fine lavoro, in pratica le vere battaglie si faranno per la distribuzione delle pensioni e dei posti nei ricoveri per anziani. Incredibile, una guerra tra generazioni!!  A fondare famiglie, non esiste niente in contrario e molto a favore….avere bambini, per le donne, realizza più del 98% dei lavori. Eppure, torneremo tutti ad avere nostalgia dei bambini, una volta che sarà diventato chiaro quale alto prezzo abbia il crescente invecchiamento della nostra società.

Cordialmente
Paolo Pagliani
Novellara