USCIRE DALLA PAURA

paura

La paura è mancanza di conoscenza

Gentile direttore, se c’è qualcosa che colpisce nelle vicende giornaliere che ci assicurano i media, è che siamo un popolo attanagliato dalla paura. Siamo terrorizzati dalla povertà, dalle malattie del corpo e dello spirito. Temiamo per la nostra sicurezza e per il nostro lavoro. Diventiamo persino ansiosamente sospettosi del prossimo e custodiamo gelosamente i nostri beni. A livello internazionale, i Paesi ricchi, erigono barriere intorno alle nostre ricchezze, perché nessun straniero possa sottrarcele. Costruiamo bombe per proteggere ciò che ci convinciamo di voler difendere. Ma ironia della sorte, in tal modo diventiamo prigionieri delle stesse paure. Quelli che sono in grado di farci paura esercitano su di noi un grande potere. Quelli che ci fanno vivere in “una casa della paura” in ultima analisi ci privano della nostra libertà ed è la paura che è la radice di tante vergogne che si commettono. Per questo l’umanista Montaigne nei suoi Saggi, non esitava a confessare che: <<La paura è la cosa di cui ho più paura>>. Il disagio delle Nazioni ricche – la nostra ansia e solitudine – è la conseguenza occulta del nostro ignorare quanti sono meno fortunati di noi. E’ un portato del nostro spreco, della nostra prodigalità ingiusta e colpevole.

Un cordiale saluto
Paolo Pagliani

ABF

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DOVE STIAMO ANDANDO ?

Dio-su-facebook-coloredGentile direttore,molte volte mi son sentito porre questa domanda conversando con amici e conoscenti, pure io me la sono posta senza trovare una risposta soddisfacente; <<Ma dove stiamo andando?>>. In questi ultimi tempi abbiamo assistito ad avvenimenti sconcertanti; sono rinati o continuano conflitti che l’ostinazione e la irragionevolezza umana stanno riprendendo. Leggiamo e sentiamo commenti di inimmaginabile disumanità sui naufraghi del Mediterraneo e di coniugi che fino a ieri andavano d’amore e d’accordo e improvvisamente si rivelano assassini. E’ vero, di simili tragedie: <<ci sono sempre state>> dicono quelli che vogliono sminuirne la gravità. Siamo però in presenza di fatti che rivelano una mentalità che ha smarrito i valori e i criteri fondamentali: il valore della vita umana, il rispetto della persona, il dialogo come soluzione dei conflitti, la solidarietà, la compassione e la tolleranza in un mondo che sembra avvitarsi in un narcisismo che vede solo se stesso, i propri bisogni e i propri interessi, disposto ad eliminare senza pietà chi non li condivide. “E’ bello spaccare tutto…”, diceva un manifestante anti-Expo. Dobbiamo riconoscere di esser davanti a un generale scollamento di quei valori che, tenendoli collegati, sostenevano l’esistenza e che ora invece finiscono per scontrarsi tra di loro e auto distruggersi. Siamo alla bancarotta dell’umanesimo, effetto paradossale dell’informazione che invece di collegare le persone, le isola, rendendole più vulnerabili nella loro solitudine.. Deve rinascere – e tocca a noi esserne i diffusori – un umanesimo, che sembra nuovo ma è più antico della modernità, che punti al rilancio della convivenza civile nel rispetto della persona e della sua dignità cominciando dai più poveri e dai più deboli.
Cordialità
Paolo Pagliani