Qualcosa si muove sul fronte della tangenziale di Novellara. E’ stato presentato all’approvazione del prossimo consiglio comunale il bando di concorso pubblico di selezione di due aree da iscrivere nel Poc (Piano operativo comunale) relativo all’ultimo stralcio della tangenziale nord di Novellara, per l’installazione di due impianti di distribuzione del carburante lungo il tracciato del nuovo percorso viario, da realizzare con intervento diretto. Il bando è stato indetto entro i tempi previsti, in considerazione del fatto che il tempo di realizzazione di un impianto del genere è normalmente più di un anno, mentre il completamento della tangenziale è indicativamente previsto entro la fine dell’anno 2014.
Sempre che tutto proceda come dovrebbe. I novellaresi, più volte scottati dai tanti incidenti di percorso, sono portati a crederci con qualche non ingiustificata riserva. Non si può infatti dire che la tangenziale nord sia nata sotto una buona stella. Avrebbe dovuto essere pronta da anni, ma, nonostante il forte impegno delle amministrazioni comunale che si sono succedute nel tempo e l’aspettativa della maggior parte dei novellaresi – che in questo nuovo snodo vedono la “porta” per spostare fuori dal centro abitato l’intenso traffico che attualmente transita sulla strada provinciale – dei tre stralci previsti è stato portato a termine solo il primo, dal confine con Campagnola a via Colombo. Il secondo deve ancora iniziare e i lavori per il terzo stralcio sono stati bloccati dal Prefetto in base alla normativa antimafia, che ha visto coinvolta la ditta vincitrice dell’appalto. Della tangenziale nord di Novellara si è cominciato a parlare nei documenti di programmazione territoriale risalenti addirittura agli anni Settanta. Approvata più volte dalla Provincia e dalla Regione, ma senza finanziamenti, le risorse sono state infine reperite a seguito dell’accordo sulla delocalizzazione della discarica di Rio Saliceto. Ma il finanziamento non è stato il solo problema che gli amministratori si sono trovati a dover affrontare. I proprietari di alcune case situate a poca distanza dalla nuova arteria, pochi ma agguerriti, si sono dati un gran daffare per imporre la variazione del tracciato previsto, con iniziative varie. Per questo, fra l’altro, si sono costituiti come sezione di Legambiente e, dopo alcuni infruttuosi ricorsi al Tar (Tribunale amministrativo regionale), per tentare di bloccare comunque il progetto, sono riusciti a coinvolgere, si dice, un sottosegretario del Governo allora in carica e a ottenere prescrizioni impossibili da rispettare per il tratto che passa nei pressi del Mulino di Sotto. Un intervento a gamba tesa che ha bloccato per anni il secondo stralcio del progetto. La Iniziative Ambientali srl (Sabar, Enia, Unieco), la società che cura la gestione del progetto, d’accordo con Comune e Provincia ha comunque deciso di procedere alla realizzazione del terzo stralcio, il più impegnativo, fra via Massimo D’Azeglio e il canale Cartoccio. Quando le cose sembravano procedere per il meglio, con la previsione del termine dei lavori anticipata di qualche mese, nell’aprile del 2011 ecco il nuovo fulmine a ciel sereno, la misura interdittiva antimafia. Dopo la risoluzione del contratto con la ditta colpita dal provvedimento della Prefettura, la Provincia ha arrogato a sé la prosecuzione dei lavori del terzo stralcio: l’attesa era per una riapertura del cantiere entro 2012, ma al momento è ancora tutto fermo. Per il secondo stralcio, risolti i problemi burocratici in sospeso con la Soprintendenza, il Comune dovrebbe procedere all’esproprio dei terreni interessati dal tracciato per consentire a Iniziative Ambientali di dare inizio ai lavori. Secondo le previsioni dei tecnici, tutto dovrebbe essere portato a compimento entro l’anno prossimo, sempre che non sorgano altre complicazioni impreviste.
Vittorio Ariosi
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