Novellara vuole creare un nucleo di Protezione Civile

Il Consiglio Comunale di Novellara, nella seduta del 30 gennaio, ha approvato un nuovo schema di convenzione tra i Comuni dell’Unione Bassa Reggiana per il trasferimento della Protezione Civile all’Unione dei comuni della Bassa reggiana, come previsto dalla legge regionale 21 del 2012.
La convenzione conferma la necessità di dotarsi di un Ufficio Associato di Protezione Civile per gli otto comuni della Bassa Reggiana. L’Ufficio, già attivo dal 2010, prosegue le proprie attività, rimanendo la struttura di riferimento a livello sovra comunale, per i Sindaci della Bassa Reggiana, nello svolgimento delle attività di competenza in materia di Protezione del territorio: dall’elaborazione e gestione del piano intercomunale di protezione civile, al coordinamento ed organizzazione delle attività operative, dalla creazione di una banca dati comune al miglioramento del progetto intercomunale di comunicazione radio con l’associazione Antenna Amica (frequenza radio in uso esclusivo fra i Comuni della Bassa Reggiana), alle attività di formazione e sensibilizzazione tra i cittadini e nelle scuole.

I rischi concreti da contrastare sul nostro territorio ci sono: gli allagamenti e smottamenti a causa del Po (almeno di riflesso), gli eventi sismici, la siccità” afferma il Sindaco “Ritengo positivo lo sviluppo di questo servizio, nell’ottica di estendere la sensibilizzazione in materia di protezione civile, nonché di massimizzare le sinergie presenti sul territorio al fine di dare risposte immediate ed efficienti in caso di bisogno”.

Proprio in questi giorni il Comune di Novellara ha lanciato un appello ai propri cittadini per costituire un nucleo di volontari di protezione civile locale; un gruppo di persone appositamente formate in base alle nuove indicazioni della Regione Emilia Romagna, che a titolo volontario sia in grado di intervenire in caso di emergenza. Nel caso si raccolgano un buon numero di adesioni verrà organizzato un incontro informativo per comprendere meglio le finalità del progetto.
La propria disponibilità va segnalata a Marzia Menozzi: 0522655463 oppure a: m.menozzi@comune.novellara.re.it  indicando Nome e cognome, indirizzo, cellulare, mail

La Bussola 2014-2

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Ad un anno dal sisma del maggio e giugno 2012

giugno un anno dal terremoto

Il giorno 21 giugno una piccola scossa con epicentro a Fivizzano ha riaperto ferite e preoccupazioni che piano piano si stavano placando.
Sul nostro territorio i tecnici comunali hanno subito attivato le procedure per verificare la tenuta delle strutture pubbliche (inizialmente le scuole, chiese e altri locali pubblici) senza riscontare danni a cose o persone.
Nel contempo, come previsto, l’ufficio opere pubbliche ha avviato i lavori di miglioramento antisismico di alcune strutture sportive, sfruttando la pausa estiva delle attività scolastiche.
Nel dettaglio saranno rinnovati gli spogliatoi della palestra blu e sarà completamente ricostruita la copertura della struttura,  con annessi adeguamenti antisismici, grazie ai contributi regionali.
Si tratta di adeguamenti migliorativi di strutture pubbliche, che seppur progettate prima del 2005 (e quindi non sottoposte alle vigenti norme antisismiche) sono riuscite a resistere all’accelerazione sismica del 60% del progetto, condizione, come affermato durante l’assemblea pubblica dello scorso novembre che ha garantito il perfetto funzionamento ed uso delle strutture per tutta la stagione invernale in totale sicurezza.
Spostandoci nell’area industriale, ho constatato che già molte aziende private hanno effettuato i lavori in ottemperanza del D.l. 74/2012 convertito in legge 122/2012 sulla messa a norma in materia sismica, rispettando la scadenza per l’ottenimento della certificazione provvisoria e risolvendo le carenze strutturali dei capannoni con piastratura e fissaggi travi-colonne.
Nei mesi passati anche Novellara, essendo un territorio compreso nei 7 comuni del cratere ristretto, ha dovuto, con il coinvolgimento di imprese edili, ingegneri, geometri, muratori, imprenditori e associazioni di categoria comprendere quale fosse la soluzione migliore per ottimizzare i tempi d’intervento nei reparti produttivi, utilizzando i più efficienti materiali e soluzioni strutturali. Il tutto con occhio attento ai costi e sono fiera di aver constatato come si fosse generata con il tempo una vera e propria task force di professionisti che hanno consegnato al nostro territorio un patrimonio immobiliare produttivo più sicuro e a norma di legge.
Oggi possiamo dire, che molti di questi capannoni hanno ottenuto la certificazione necessaria anche  grazie alla Regione Emilia Romagna che ha messo a disposizione fondi a copertura fino al 70% per chi non ha subito danni (ma doveva ugualmente rafforzare il capannone) e il 100% per chi ha subito danni alla struttura compresi eventuali macchinari o semilavorati, danni anche minimi.
Il decreto ha inizialmente creato preoccupazioni e polemiche a volte  anche giustificate, ma oggi ritengo che, con i risultati che abbiamo ottenuto,  questo territorio diventerà un esempio di rigore e tutela della sicurezza per tutto il Paese; un impegno, il nostro, che deve diventare priorità per tutte le Regioni e amministrazioni locali, ricercando così di adeguare preventivamente gli edifici sensibili.
Il ringraziamento di Novellara alle associazioni che si sono impegnate nell’emergenza post-sisma
C’era anche il Sindaco Raul Daoli a rappresentare tutta la città a Reggiolo, lo scorso 1 giugno all’iniziativa promossa dalla Provincia per ringraziare tutte le associazioni, Protezione Civile in primis che si sono adoperate giorno e notte per garantire agli sfollati una quotidianità più serena e autonoma. Anche le associazioni novellaresi hanno contribuito con numerosi eventi, raccolte di fondi e prodotti di consumo da donare ai Comuni più colpiti. Anche nella drammaticità di quei mesi, le nostre comunità sono riuscite a tirare fuori il meglio.

di Barbara Cantarelli, Vice Sindaco

Per Guadagnare a Novellara, Si Passa Da Qui tel.3333460860

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Assemblea sulla sicurezza delle scuole e palestre novellaresi

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Mercoledì sera, presso la scuola media, alla presenza del Sindaco Raul Daoli, tecnici ed ingegneri comunali si è fatto il punto sulla sicurezza delle strutture scolastiche e relative palestre di fronte ad una platea, composta da genitori e referenti delle associazioni sportive. Ai presenti è stato ribadito che, a seguito dei sopralluoghi tecnici post-sisma è stata riscontrata la piena agibilità e funzionalità di scuole e palestre, piscina compresa.
E’ stato inoltre chiarito che i prefabbricati, non sarebbero comunque a rischio di crollo a fronte di eventi simili a quelli accaduti nell’epicentro del sisma dei mesi scorsi, poiché già dotati sin dalla loro costruzione di alcuni accorgimenti tecnici che impedirebbero tale eventualità.
Durante l’incontro l’ing. Valenti, consulente in materia sismica per il Comune, ha presentato la normativa di riferimento, i rilevamenti in corso presso le palestre scolastiche ed ha illustrato le perizie tecniche già inviate alla Regione Emilia Romagna, per l’ottenimento dei finanziamenti occorrenti a realizzare i miglioramenti simici di queste strutture.
Il Comune di Novellara ha, infatti, voluto cogliere l’opportunità data dall’ordinanza regionale n.13 del 25 luglio – che stabilisce la possibilità anche per le strutture che non hanno subito danni, come certificato da scheda AEDES di tipo “A” (agibili) – per ottenere contributi al miglioramento sismico strutturale.
Il Sindaco ha quindi spiegato come l’amministrazione abbia voluto andare oltre al semplice rispetto di quanto disposto dalle normative per rafforzare dove possibile la tenuta dei fabbricati rispetto alle sollecitazioni indotte dagli eventi sismici.
E’ volontà dell’amministrazione programmare ulteriori incontri specifici sulla messa a norma delle strutture pubbliche e private, anche attraverso specifici aggiornamenti in Consiglio Comunale.

L’anomalia di quanto sta accadendo in Emilia Romagna

subsidenza

subsidenza

Più passano i mesi vissuti all’insegna del governo golpista del duo Monti/ Napolitano, più quella che inizialmente era solamente una sensazione a pelle si trasforma in una certezza granitica.
Per affossare definitivamente l’Italia, eliminando lo stato sociale, svendendone il residuo patrimonio e creando un regime di polizia fiscale, dove ogni problema si “risolve” attraverso l’introduzione di una nuova tassa, non era certo necessario scomodare i banchieri di Goldman Sachs e tanti “cervelli fini” che hanno studiato alla Bocconi.
Sarebbe stato sufficiente un gruppo di detenuti prelevato dalle patrie galere, che almeno avrebbero praticato il ladrocinio con quel briciolo di umanità sconosciuta ai banco robot della banda Monti.
La gestione da parte del governo dei rovinosi terremoti che stanno mettendo in ginocchio l’Emilia Romagna ed hanno già provocato una trentina di vittime e almeno 14mila sfollati, è stata fin da subito grottesca, vissuta all’insegna di un mix fra il più totale disinteresse e la ferma volontà di far sì che la catastrofe non incidesse minimamente sulle casse dello stato.
Solamente poche ore prima che le scosse iniziassero a martoriare i territori oggetto della devastazione, il governo golpista, dimostrando sorprendenti doti di lungimiranza, già si era preoccupato di mettere le proprie casse in sicurezza, varando una legge che sgravava lo stato dall’obbligo della ricostruzione nel caso di calamità naturali, naturalmente senza che i media mainstream sentissero la necessità di rendere pubblica la cosa, documentata solamente all’interno di qualche trafiletto sms dell’Ansa…
Solamente dopo avere proclamato lo stato di emergenza, a tre giorni dalle prime scosse, Mario Monti ha visitato le zone terremotate.
Solamente dopo avere proclamato lo stato di emergenza, a tre giorni dalle prime scosse, Mario Monti assai svogliatamente ha adempiuto al suo dovere di visitare le zone terremotate, scortato dal bodyguard Cancellieri. Una toccata e fuga estremamente veloce, qualche frasetta di circostanza mormorata con il classico tono da macchinetta del casello autostradale, la promessa di devolvere qualche decina di milioni di euro, sufficienti al massimo per gestire alla meno peggio le prime settimane dell’emergenza, e poi via verso questioni più pregnanti e più degne di cotanto ingegno.
A soli 9 giorni di distanza dal primo sisma, quando ancora le popolazioni dei territori devastati vivevano sotto shock il proprio dramma, ieri mattina la terra veniva squassata da un nuovo terremoto, se possibile ancora più intenso del precedente. Altri morti (finora ne sono stati conteggiati 17), altre case e capannoni distrutti, molte altre migliaia di cittadini ritrovatisi senza una casa e senza un lavoro, altro panico ed altro dolore.
L’anomalia di quanto sta accadendo in Emilia Romagna è facilmente percettibile anche da chiunque non addetto ai lavori guardi con attenzione all’evolversi degli eventi. Un terremoto di queste proporzioni che colpisca un territorio ritenuto a basso rischio sismico è già un accadimento assai inconsueto, ma la possibilità che lo stesso territorio subisca a distanza di una settimana un nuovo sisma di elevata intensità, legato ad una faglia differente dalla prima, rasenta davvero la fantascienza.
Se a queste “coincidenze” davvero originali aggiungiamo il fatto che i territori oggetto del disastro sembra siano stati oggetto di attività di fracking e trivellazioni “misteriose”, spesso nascoste dai media sotto un candido lenzuolo e che alcuni fenomeni riscontrati, fontanazzi, liquefazione a livello del terreno, innalzamento dello stesso e apertura di lunghe e profonde fenditure, sicuramente risulterà chiaro che esiste materiale in abbondanza per procedere ad un’analisi approfondita e professionale delle troppe anomalie riscontrate.
“Le macchine da guerra sfileranno lo stesso, ma lo faranno in onore dei terremotati che certo non mancheranno di apprezzare il nobile gesto”
Ciò nonostante tanto il governo quanto i tecnici al suo servizio hanno preferito glissare sull’argomento, appena sfiorato dai media mainstrem, spesso al solo scopo di metterlo in ridicolo etichettandolo come “teorie complottiste”, fingendo si tratti di un normale terremoto, una calamità naturale come quelle del passato e nulla più.
Il problema è dunque esclusivamente di ordine economico, perché se è vero che lo stato non sarà più tenuto a ricostruire le case distrutte dalle catastrofi naturali, è altrettanto vero che un aiuto nell’immediato per far sopravvivere gli sfollati, magari di malavoglia ma dovrà continuare a darlo.
Una cospicua parte dell’opinione pubblica ha fatto pressing su Giorgio Napolitano, perché procedesse a sospendere la sfilata militare del 2 giugno, devolvendo la spesa necessaria per mobilitare aerei, carri armati e diavolerie assortite, alle popolazioni terremotate. Ma l’imbolsito presidente (lui sa di cosa) i carri armati li ama in maniera viscerale fin dai tempi di Budapest ed ha risposto di ‘no’.
Le macchine da guerra sfileranno lo stesso, ma lo faranno in onore dei terremotati che certo non mancheranno di apprezzare il nobile gesto, magari su qualche schermo piazzato nelle tendopoli.
A procurarsi il denaro per l’emergenza ci penserà l’usuraio di stato e siccome le visite della finanza nei bar assiepati di terremotati, non hanno finora portato grandi introiti, basterà introdurre una nuova accisa sulla benzina. Due centesimi al litro, cosa volete che sia, ed il gioco è fatto. Ecco perchè è importante avere al governo banchieri e tecnici, anche se nessuno li ha votati.
Loro sanno sempre cosa fare, magari non si tratta di soluzioni originali ma raggiungono sempre lo scopo, senza privare gli italiani neppure della sfilata militare, delle scie colorate e dei mezzi da guerra comprati di recente, spendendendo decine di miliardi di euro per ordine di Washington.

 

TERREMOTO: i consigli per i bambini

Per portare un piccolo contributo a sostegno di tutte le famiglie della Bassa Reggiana che in questi giorni stanno affrontando l’esperienza del terremoto, inoltriamo i consigli educativi dell’associazione internazionale SAVE THE CHILDREN. Ricordiamo che il Centro per le Famiglie è a disposizione per consulenze educative, telefonando ai seguenti numeri:

  • Anna Avanzi, psicologa tel. 3349233145
  • Giliola Belli, pedagogista tel. 3394877682
  • Marisa Menzà, psicologa tel 3286144665
  • Daria Zanichelli, psicologa tel. 3289129195

Il decalogo dell’organizzazione, pubblicato sul sito internet www.savethechildren.it, prevede:

  1. Evitare che i bambini stiano troppo davanti alla televisione: continuare a veder immagini del disastro non aiuta i bambini a superare il trauma, perché potrebbero non capire che si tratta di immagini registrate e pensare che l’evento catastrofico sia ancora in corso.
  2. Ascoltare attentamente i bambini: prima di fornire loro informazioni, cercare di capire qual è la percezione dell’evento e quali i loro interrogativi in merito. Iniziare a dialogare con loro per fornire delle spiegazioni chiare di quanto accaduto, che siano comprensibili in base all’età, lasciando che esprimano le proprie preoccupazioni e tranquillizzarli.
  3. Rassicurare i bambini e fornire loro il primo supporto psicologico: rasserenarli spiegando loro quello che si sta facendo per proteggerli, nonché informarli che durante un’emergenza la cosa che si considera prioritaria è aiutarli, affinchè si sentano al sicuro.
  4. Accettare l’aiuto di esperti: in caso di vittime in famiglia è importante considerare di rivolgersi a personale specializzato per aiutare sia i bambini che gli altri membri della famiglia a superare il trauma della perdita. Inoltre, anche se non hanno sperimentato direttamente questo shock, bisogna considerare che i bambini possono essere stati turbati da scene che hanno visto o storie che hanno ascoltato. I genitori devono prestare particolare attenzione ad ogni cambiamento significativo nelle abitudini relative a sonno, nutrizione, concentrazione, bruschi cambiamenti d’umore, o frequenti disturbi fisici senza che ci sia un’apparente malattia in corso, e in caso questi episodi non scompaiano in un breve lasso di tempo, si consiglia di rivolgersi a personale specializzato.
  5. Aspettarsi di tutto: non tutti i bambini reagiscono allo stesso modo ad eventi traumatici e con lo sviluppo, le capacità intellettuali, fisiche ed emozionali dei bambini cambiano. Se i più piccoli dipendono dai propri genitori per avere la chiave d’interpretazione di quanto accaduto, quelli più grandi e gli adolescenti attingono informazioni da varie fonti. Tener presente che soprattutto gli adolescenti possono essere maggiormente colpiti da queste storie proprio perché in grado di capire meglio. Benché i ragazzi più grandi sembrano avere più strumenti a loro disposizione per gestire l’emergenza, hanno comunque bisogno di affetto, comprensione e supporto per elaborare l’accaduto.
  6. Dedicare tempo e attenzione: i bambini hanno bisogno di sentire che gli adulti di riferimento sono loro particolarmente vicini e di percepire che sono salvi e al sicuro. È fondamentale parlare, giocare con loro e soprattutto ascoltarli, trovare il tempo per svolgere apposite attività con i bambini di tutte le età, leggere loro storie o cantare l’abituale ninnananna per farli addormentare.
  7. Essere un modello: i bambini imparano dai grandi come gestire le emergenze. Occorre essere attenti ad esprimere le proprie emozioni di fronte ai bambini a seconda della loro età.
  8. Imparare dall’emergenza: anche un evento catastrofico può essere un’opportunità di far capire ai bambini che tutti viviamo in un mondo dove possono accadere queste cose e che in questi momenti è essenziale aiutarsi l’un l’altro.
  9. Aiutare i bambini a ritornare alle loro normali attività: quasi sempre i bambini traggono beneficio dalla ripresa delle loro attività abituali, dal perseguire i propri obiettivi, dalla socialità. Quanto prima i bambini ritorneranno al loro ambiente abituale e meno si continuerà a parlare del sisma, più riusciranno a superare velocemente il trauma.
  10. Incoraggiare i bambini a dare una mano: aiutare gli altri può contribuire a dare ai bambini un senso di sicurezza e controllo sugli eventi. Soprattutto gli adolescenti possono sentirsi artefici di un cambiamento positivo. È pertanto importante incoraggiare i bambini e i ragazzi a dare il loro aiuto alle organizzazioni che assistono i loro coetanei.

Centro per le Famiglie Bassa Reggiana www.centrofamiglie.eu

Studi sismici Terremoti o Fracking ?

L’Italia è una terra a rischio sismico e tre anni dopo il terremoto dell’Aquila,  secondo tre diversi studi sismici resta molto elevata la possibilità che in un’area di 200 km di raggio, tra la Calabria e la Sicila, possa avvenire un terremoto di magnitudo 7. Una intensità molto più forte di quella del terremoto dell’Aquila.

L’ipotesi che ci possa essere una correlazione tra lo sciame sismico attualmente in corso in Emilia Romagna e le attività petrolifere svolte in zona da diversi anni ha fatto storcere il naso a più di un addetto al settore petrolifero e anche a qualche geologo. L’oggetto del contendere è se le trivellazioni in cerca di petrolio e gas, e soprattutto le iniezioni ad alta pressione di fluidi nel sottosuolo, possano causare o meno terremoti di piccola o grande intensità.

Leggi tutto: http://www.greenstyle.it/terremoti-e-trivellazioni-petrolio-servono-studi-indipendenti-9773.html#ixzz1wGX2wGgG

SIAMO UN PAESE “STRAORDINARIO”

Caro direttore, subito dopo il sisma che ha colpito la nostra Regione, il Presidente del Consiglio ha fatto visita alle zone terremotate, per rendersi conto dei danni, quantificare i primi aiuti ma ricevendo anche una contestazione da un ridotto numero di …persone. Non credo che ai più desse fastidio che egli andasse a manifestare la solidarietà e l’impegno del governo, come si addice ad una nazione “normale” ma per pochi che fischiavano. Era come fosse lui la causa della disoccupazione e del disastro dell’economia. Piacevano forse a questi, i governi precedenti che per ogni 100 euro di entrate, decidevano di spenderne 140 ma ora che arrivata gente capace, che decide che così non si può andare avanti, che bisogna ridurre le spese ed aumentare le entrate, a diversi connazionali questo non piace; meglio qualcuno che ti lascia vivere tranquillamente al disopra delle tue possibilità, come è successo all’ombra del Partenone. E così un premier che dai principali leader mondiali ci viene additato come esempio di capacità, di serietà e buongoverno, qui da noi diviene oggetto di ogni sorta di attacchi, denigrazione, fischi, lazzi, battute sceme e pseudo-satira politica. Nella nostra “straordinaria Italia credo occorra una sana “normalità” che comporta anche l’impopolare tassazione (ebbene sì!), per contrastare il dissesto finanziario. Altro che scadenza a marzo 2013, per sperare di cominciare a cambiare veramente questo “andazzo all’ italiana” ci vorrebbe Mario Monti Presidente del Consiglio per almeno altri 5 anni!

Cordialità
 Paolo Pagliani