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PREDICATORI E PAROLAI
Caro direttore, l’atmosfera che si respira è da … notte delle streghe. Rabbia più o meno giustificata si riversa nelle strade e nelle piazze mentre risposte e soluzioni sembrano non arrivare mai. E ai giovani oltre agli slogan, alle manifestazioni, agli scioperi rimangono ancora gli ideali, i sogni, i valori? “E’ una vergogna, è uno scandalo, tutti a casa!”. A mio avviso bisogna stare attenti al rischio della verbosità, della prolissità, dell’eccesso come nel caso dei parolai, dei logorroici e degli urlatori, caratteristici di questa campagna elettorale. Spesso in quel fiume grigiastro, da un lato spesso si annida la serpe di una parola sbagliata o cattiva e d’altro lato, si manifesta l’assenza di pensiero. La protesta invece non lascia spazio invece a chi ogni giorno s’impegna in silenzio nelle associazioni, nel volontariato, nelle parrocchie, nel mondo missionario. Perché fa sempre più notizia chi urla e rompe, rispetto a chi lavora, raccoglie e sussurra. La sobrietà è una dote della vita ma anche del linguaggio.
Cordialità
Paolo Pagliani
UNA CLASSIFICA …POCO ONOREVOLE
Gentile direttore, è ormai chiaro che tantissime persone (circa un milione) si stanno rovinando con il gioco d’azzardo e l’incoscienza di questo sistema ha fatto precipitare nella disperazione (vedi caso Preiti che ha sparato davanti a P. Chigi), migliaia di persone senza più speranza e non è possibile non rendersene conto. Si ha la percezione che i nostri governanti siano più interessati a far cassa a qualsiasi costo che a porsi il problema di certe scelte. La balzana idea di coprire il buco dell’abolizione dell’ IMU aumentando le accise sui giochi è stata subito smentita dai dati dei Monopoli di Stato che già trattiene, al netto delle vincite, il 47,3% (seconda accise dietro solo a quella della benzina); nel 2012 lo Stato ha incamerato poco più di otto miliardi. Si possono chiedere dei sacrifici alle persone, si può chiedere di essere mortificati da tasse e gabelle, si può chiedere di cambiare stile di vita, di sopportare la povertà che incombe ma bisogna metterci la faccia, saper combattere con coraggio contro le ingiustizie, con l’esempio, dimostrando di voler ricostruire veramente il paese. cambiandolo in meglio. Nei denari buttati nell’ azzardo siamo quarti al mondo (dietro USA, Cina e Japan) mentre nella classifica europea siamo al primo posto: un primato che non ci fa onore. Il doppio dei tedeschi che pure sono molto più ricchi e ben messi di noi. Prova provata, purtroppo, che c’è uno spread che non può essere aggiustato dalla BCE. Ma solo da noi.
Cordialità
Paolo Pagliani
UN BANALE RACCONTO PER CAPIRE COME FUNZIONA IL NOSTRO SISTEMA FINANZIARIO: IL GIOCATTOLAIO
Giovanni si era finalmente deciso a organizzare il torneo di poker di cui tanto parlava da tempo con i suoi dipendenti. Nella sua immensa villa di campagna, li aveva invitati praticamente tutti: dirigenti, quadri, direttivi, impiegati, operai.. Saranno stati almeno in cento forse più.. aveva preparato tavoli, sedie, luci, musica, televisori immensi per chi volesse guardare un pò di tv, bibite, posaceneri; si accorse solo all’ultimo momento che mancavano le fiches!! Corse dal giocattolaio in Paese e ne chiese tre scatole; il giocattolaio, con molta pazienza, calcolò, il valore scritto su ogni singola fiches e alla fine esclamò “bene sig. Giovanni fanno 100.000 euro” … “100.000 euro ???” sbottò Giovanni ma lei è pazzo… “ah vero giusto” replicò il giocattolaio “non avevo calcolato gli interessi … in effetti fa 105.000, Le ho applicato un buon tasso… ah come fareste voi giocatori incalliti senza di me?” e così facendo strizzò l’occhio a Giovanni .. il quale iniziava a capire, “ma non si preoccupi” lo tranquillizzò il giocattolaio “non serve sa, che mi paghi subito, mi basterà che tutti voi giocatori, tramite lei, mi versiate ogni tre giri di tavolo, quel 5%; non serve altro, e per lei ovviamente, potendomelo permettere, avrei preparato una bella serie di regali che sperò gradirà…”
Giovanni subì un vero shock ma lusingato dall’idea di beneficiare di chissà quali regalie e consolato dal dover solo versare poche somme ogni tre giri, accettò senza troppo pensarci su e poi i suoi dipendenti poco avrebbero avuto da protestare, rischiando di perdere il loro posto di lavoro, se si fossero opposti!!
Tornato in villa spiegò il meccanismo ai suoi dipendenti-giocatori. ogni tre giri avrebbe preso un gettone a chiunque fosse stato al tavolo, prelevando qualcosina in più da chi in quel momento stesse vincendo e qualcosina in meno da chi perdeva.
La cosa sembrava ai più iniqua anche perchè loro le fiches se le erano guadagnate con il loro lavoro in fabbrica. Quel “malato” di Giovanni li pagava proprio così!! Tant’è che alla fine nel Paese di Giovanni venivano comunemente accettate come moneta.
Ogni tre giri, come stabilito, Giovanni passava a ritirare il 5% delle fiches in tavolo, prendendone qualcuna in più a chi stesse vincendo in quel momento. quelli che perdevano chiesero altre fiches, molti andarono da altri giocattolai in Paese, tutti figli del giocattolaio – capo.
I gettoni circolavano a iosa nella villa di Giovanni. ma erano tutti ” a debito” anche se la gente al tavolo non se ne rendeva bene conto. Qualcuno infatti vinceva e aveva già prenotato auto nuova e vacanze di lusso. chi perdeva chiedeva altra moneta indebitandosi ulteriormente. nessuna ragionava sul fatto che se avessero voluto estinguere tutti insieme, contemporaneamente il loro debito comprensivo di capitale e interessi non sarebbero bastate nemmeno tutte le fiches presenti sul tavolo.
Dopo poche ore di gioco, con tutti i prestiti fatti dai vari giocattolai vi erano 300.000 euro di fiches ma un debito complessivo ben superiore poichè in questo rientravano anche gli interessi!! In effetti qualcosa stava accadendo nelle tante sale da gioco di casa Giovanni … molti si erano indebitati con diversi giocattolai e dovevano dare più “oboli” a diversi creditori. Un problema davvero. ma contavano di avere altri prestiti con i quali pagare quelli scaduti. Ad un tavolo, notò il giocattolaio, che tutto osservava in webcam, erano sedute due splendide ragazze… davvero stupende. Le voleva. ma come fare? in effetti le ragazze sedute a un tavolo chiamato “industria” andavano benino come vincite e come perdite … certo ogni tanto qualche prestito dovevano chiederlo anche loro ma tutto sommato reggevano… ebbe allora una grande idea.
Giovanni nel suo accordo aveva concesso una importante clausola al giocattolaio. Egli avrebbe deciso una possibile variazione del tasso di interesse a sua discrezione… ve beh, a lui che interessava in fondo? aveva già avuto notizia che era stata intestata a suo nome una villa in uno splendido posto esotico, con tanto di piscina e cameriere in bikini! Meglio di così, ed era solo l’inizio… tanto lui era già ricco di suo e i suoi dipendenti carne da cannone. Morto uno, ne sarebbe subentrato un altro, così peraltro la pensava anche il giocattolaio. Una intesa perfetta pensarono entrambi, divenuti ormai grandi amici.
Il giocattolaio chiamò al cellulare Giovanni. “senti dal prossimo giro, visto che vedo che girano troppi soldi e già noto che per questo la gente inizia a litigare, il tasso di interesse sarà del 10%. vedrai Giovanni sarà un bene per tutti… ah fai anche un’altra cosa… sta per iniziare il derby: vuoi negare un simile spettacolo ai tuoi ospiti? Accendi tutte le tv e che si inizino anche i commenti sugli ignobili arbitraggi…” e così facendo si fece una grossa risata.
Ai tavoli la situazione era strana: chi aveva vinto tanto resse bene all’urto con il nuovo, raddoppiato, tasso di interesse. Molti fallirono. Le due ragazze andarono in passivo e chiesero nuovi prestiti che i figli del giocattolaio, ben istruiti dal padre, si guardarono bene dal concedere a entrambe.
Il giocattolaio. chiamò ancora Giovanni. “le due ragazze sono in grave difficoltà, mandale da me”.
Giovanni obbedì ossequioso al suo amico che sempre più, però, sembrava ormai il suo capo.. le ragazze si presentarono umiliate e speranzose dal giocattolaio. Non avevano ormai nemmeno i soldi per tornare a casa. “avete finito di lavorare per voi stesse mie bellissime. Adesso lavorerete solo per me, se volete essere ancora finanziate”.
Le due ragazze passarono quindi nella fisica disponibilità del giocattolaio. Alla fine, esauste, furono mandate a prostituirsi per strada. Il fidanzato e i genitori rispettivi caddero in disgrazia. Qualcuno si suicidò. Le ragazze ormai ubbidivano solo a logiche perverse di massimizzazione dei guadagni altrui… Non avevano nemmeno più i vestiti e giravano semi nude.
Nella villa intanto il torneo proseguiva. Quando vedevano passare Giovanni a riscuotere la maggior parte pensava che il prelievo fosse dovuto per pagare le bollette della casa, che invece appariva per la verità sempre più decadente. Ma comunque così diceva anche la tv ed era pur sempre così consolante, sapere di dover cedere buona parte delle proprie vincite per pagare per il bene di tutti i giocatori, di colui che in fondo era il tuo vicino di sedia…
Ogni tanto poi le grida di disperazione di chi falliva, erano soffocate dalle urla per un gol o per un rigore non concesso alla propria squadra. E la tv accendeva le dispute e i commenti feroci tra i vari giocatori. La situazione insomma si stava facendo disperata. Il giocattolaio iniziò a presentarsi in casa di Giovanni comprandosi intere porzioni del grande immobile presentando montagne di fiches così furbescamente sottratte ai giocatori… Alla fine qualcuno al quale l’esasperazione aveva fatto accendere una lampadina, diede un calcio al tavolo seguito da altri.. “e no caro capo basta” voglio vedere i conti della casa mi sembrano eccessive tutte queste spese per pagare bollette delle luce e qualche tramezzino per noi giocatori. Non ci fai più paura: adesso spiegaci cosa sta accadendo: se tu ci licenzi va anche bene, siamo ormai già in dieci ad essere sul lastrico e siamo ormai disposti anche a cambiare Paese e andarcene. Ma prima di farlo impiccheremo con le nostre mani chi ci ha ridotto in questo stato… non ce la facciamo più” Spaventatosi dalla massa crescente, (erano ormai oltre 50) e molto inferocita (non avrebbe quindi nemmeno potuto licenziarli tutti, altro problema…) dovette confessare il trucco… tacendo ovviamente dei premi ricevuti…
Il capo dei “ribelli”, accompagnato da alcuni colleghi, si presentò dal giocattolaio – banchiere il quale cercò di blaterare qualcosa in sua difesa ma con pochi calci ben assestati venne ridotto al silenzio. Tra i tavoli qualcuno, imbevuto dai telegiornali, che non sapeva essere di proprietà del giocattolaio stesso, si alzò a difenderlo: nella rissa che ne scaturì a molti di questi cascarono gettoni dalle tasche, quelli che erano stati fatti sparire mentre Giovanni passava tra i tavoli!!
Qualcuno cercò di spiegare il buon ruolo del giocattolaio che aveva tutto sommato svolto l’ingrato e difficile compito di regolare la circolazione delle fiches dentro la casa. Ma sempre in meno gli davano credito…di fronte ad un tale livello di disperazione, erano sempre meno quelli che ritenevano corretto quel meccanismo… il più sveglio tra i ribelli disse… “guardate qui! ma a che cavolo ci serve il giocattolaio..?. Io ho trovato queste vecchie fiches in cantina, erano di mio nonno credo. Giovanni cambiacele e giochiamo con quelle senza dover dare un cavolo a nessuno”. Le fiches di Aldo, così si chiamava, erano libere da debito. Tutti giocarono e pagarono una fiches ogni 20 giri a Giovanni per le poche spese della casa, che tornò a fiorire. Le ragazze furono richiamate al tavolo. La loro bravura gli consenti in breve di riassestare le proprie finanze.
I loro ignobili creditori erano scappati a gambe levate. Anche chi aveva perso si rimise presto in gioco. Fu deciso infatti, come risarcimento dai danni provocati dalla complicità tra Giovanni e il giocattolaio, di dare un minimo di fiches gratis a chiunque. Alla fine quindi non perse quasi più nessuno, salvo pochissimi sprovveduti. La regola era che chi chiedeva fiches in prestito andava alla cassa come nei normali casinò e ritirava l’equivalente di ogni ora di lavoro prestata in fabbrica, come da attestato rilasciato a firma del proprio capo. Essendosi creato un sistema con molte fiches in circolazione ma niente debito “a monte”, alla fine del torneo, più di qualcosa tornò nelle tasche di chi aveva perso.
Nessuno si suicidò più. I nuovi telegiornali, pagati collettivamente da tutti i giocatori, spiegarono la truffa a tutti e tutti capirono, stupendosi di come avessero potuto farsi ingannare in modo così palese.
Giovanni capì il suo sbaglio e chiese scusa; poco dopo morì. alla sua morte, essendo senza eredi, lasciò la fabbrica in eredità a tutti i lavoratori della fabbrica, che nominarono dei propri rappresentanti che si riunirono in gruppi chiamati “parlamento” e “governo” per la gestione della stessa in nome e per conto di tutti loro. Un dirigente contattò la fabbrica di fiches che fece un preventivo di spesa: per ogni fiches avrebbero pagato non più di 30 cent l’una (e senza interesse) a prescindere ovviamente, dalla cifra stampata sul gettone stesso! Alla fine la pace, la serenità e l’amore ritornarono nel Paese.
Del giocattolaio e dei suoi figli non si ebbero più notizie.
Conclusioni
La storiella è paradossale e andrebbe adattata ad una realtà ben più complessa. L’ho scritta di getto e mi scuso per qualche piccola inesattezza. Serve solo per far capire che in un sistema in cui la moneta ha un valore intrinseco zero (il costo della plastica della fiche) è pazzesco essere debitori del suo valore nominale (quello che vi è scritto sopra la fiche…) più interesse. Questo, oltre ad essere evidentemente ingiusto, al punto da costituire una grave truffa contro l’umanità, rende il sistema assolutamente instabile ed esposto a crisi pilotate ad arte da chi in modo unilaterale e segreto decide il tasso di interesse e pilota i mass media, deformando l’informazione o distraendo le masse con banalità o con sederi più o meno scoperti. Quando vogliono far “crescere il gregge” tengono basso il tasso di interesse in modo che la gente sia incentivata a chiedere prestiti al fine di espandere la ricchezza. Quando vogliono prelevare il raccolto, altro non fanno che alzarlo, diventando proprietari effettivi delle fatiche, sacrifici e rinunce altrui …
Posted by Fulci Ludovico.
.«I banchieri possiedono la terra. Portategliela via ma lasciategli il potere di creare denaro e con un semplice schizzo d’inchiostro creeranno abbastanza soldi per comprarla nuovamente. Tuttavia, portategli via il potere di creare il denaro e tutte le grandi fortune come la mia scompariranno e dovrebbero scomparire perchè in questo modo il mondo sarebbe un posto migliore e più felice da vivere. Ma se desiderate rimanere gli schiavi dei banchieri e pagare il costo della vostra schiavitù, lasciateli pure continuare a creare denaro» Sir Josiah Stamp ex direttore della banca d’Inghilterra 1928 (Al tempo, ritenuto secondo uomo più ricco d’Inghilterra)
I politici, sanno tutto !!!
Ma c’è ancora un fatto più grave (6:00 video) quello che è successo da 15 anni nel nostro paese cioè aver regalato la banca d’Italia hai banchieri, una volta lo Stato Italiano aveva due possibilità di entrate, una dalle tasse e un’altra perché batteva moneta.
Batteva moneta ad 1 euro e la rimetteva in circolazione a 500 euro cioè a dire il costo reale e il costo commerciale, cioè la moneta aveva un costo reale, cioè il costo della carta della filigrana, che costava una percentuale, il costo reale di una moneta di 500 euro è 0,30 centesimi e il costo commerciale 500.
“499,70” è la differenza che c’è dal costo reale e quello commerciale, questo denaro una volta andava nelle casse dello Stato, andava nelle case dei cittadini italiani, lo stato lo utilizzava per dare aiuto alle piccole e medie imprese, alle famiglie bisognose, a fare opere, nell’interesse della collettività.
Oggi non è possibile perché quel denaro va nelle casse dei banchieri.
Ohh…. Ohh…. Non c’è niente di dire: oh o non ohh, ma è la verità e la realtà, e la cosa che mi dispiace, e che qualche parlamentare conosce l’argomento ed è complice di questo comportamento sciagurato e scellerato da parte delle banche.
Colgo un dato signor Presidente, al 31 di dicembre del 2011 il circolante monetario del bilancio dell’istituto centrale ammontava a 146 miliardi di euro e poiché il suo costo di produzione non superava e non supera l’1% se ne deduce che l’entrate in circolo dell’euro le banche partners avrebbero lucrato un signoreggio di circa 145 miliardi di euro, che se fossero stati incamerati dallo Stato, avrebbero consentito agli italiani un ingente alleggerimento del carico fiscale. E lei sa perfettamente come sanno coloro che rappresentano il governo in quest’aula di che cosa stiamo parlando.
Chi sono le banche? Che sono in questo momento artefici di questa operazione?
Il gruppo Intesa San Paolo per il 44% – Il gruppo Unicredit – Il Monte dei Paschi di Siena – La Cassa di Risparmio di Firenze, cioè a dire banche che hanno che cosa? Hanno le azioni della Banca d’Italia, la Banca d’Italia non è più proprietario del proprio denaro, ma, il denaro degli italiani e dello stato è dei banchieri. E allora signor Presidente, colleghi presenti in aula, che cosa dobbiamo dire alla banche? Che cosa dovremmo fare nei confronti delle banche? Se già le banche si prendono ciò che è nostro. Che cosa dovremmo fare nei confronti delle banche, se già le banche si sono appropriati di quella che è la nostra moneta? Questo si chiama perdita della sovranità monetaria, questo si chiama SIGNORAGGIO primario, e poi c’è il signoraggio secondario che è ancora un fatto più grave, ciò a dire, la Banca d’Italia che presta il denaro allo stato italiano e si fa pagare i tassi d’interesse, questo è veramente vergognoso, e vergognoso perché chi lo sa, non lo denunci.
KENNEDY PREDISSE CHE LE BANCHE AVREBBERO CREATO UNA GRANDE CRISI GLOBALE. POI MORI’.
Il 4 Giugno del 1963, un decreto presidenziale di John Fitgerald Kennedy, detto Ordine Esecutivo 11110, fu firmato impedendo alla Federal Reserve Bank di prestare soldi a interesse al Governo Federale degli Stati Uniti.La FRB sarebbe presto fallita e l’America sarebbe tornata l’unica vera detentrice del proprio debito.
John Fitzgerald Kennedy fu il primo presidente della storia a comprendere quanto lo strapotere delle banche private avrebbero ben presto creato un collasso dell’intero sistema economico e decise di combatterlo. Secondo JFK, le banche private, non potevano esseri i creditori di un’intera nazione e, cosa più importante, non potevano avere il potere di stampare moneta. Le somiglianze fra la Federal Reserve e la BCE, nonché la nostra cara Bankitalia, sono a dir poco imbarazzanti.
JFK fu il primo ad opporsi alle banche private ma purtroppo anche l’ultimo. Il suo assassinio fece desistere qualsiasi altro presidente, americano e non, dal dichiarare guerra alle banche private.
L’Ordine Esecutivo 11110 avrebbe messo fine all’attuale sistema bancario mangia-soldi. La FRB, come tutte le banche del resto, prestava (e presta ancora) soldi che non ha. Solo un decimo dell’intero ammontare di capitale che le banche private danno in prestito, é realmente detenuto dalla banca. L’FRB crea a piacimento ricchezza. Un potere immenso per dei privati. Immenso e rischioso. É un enorme castello di carte, basta un semplice soffio di vento per farlo crollare. L’intero sistema si basa su soldi che le banche non hanno. JFK aveva compreso a pieno quanto tutto ciò fosse sbagliato. Aveva intuito che, di quel passo, l’intera economia mondiale sarebbe finita male. Aveva anticipato la crisi economica mondiale che ci sta affliggendo.
Con il suo Ordine Esecutivo, il Dipartimento del Tesoro avrebbe avuto il potere di “emettere certificati d’argento a fronte di ogni lingotto di argento/dollari d’argento della Tesoreria.” Questo significa che la Tesoreria degli Stati Uniti poteva introdurre soldi in circolazione basandosi esclusivamente sui lingotti d’argento fisicamente presenti nelle casse dello Stato. Niente più speculazioni, niente più creazione ad hoc di falsa ricchezza. Solo una economia solida, costituita sul reale valore dell’argento realmente detenuto dal governo.
L’FRB non avrebbe più potuto prestare soldi ad interesse all’America. Gli uomini più ricchi del mondo non avrebbero più avuto in mano lo scettro del potere. Gli stavano per portare via il loro amato giochetto per fabbricare soldi.
Ma questo cacchio di Giovannino Fizgeraldo voleva proprio morire!? Si era già messo contro tutta l’ala conservatrice e militarizzata dell’America schierandosi contro la guerra in Vietnam, ci mancavano solo i banchieri privati da indispettire. La sua morte era già praticamente scritta.
4 miliardi di banconote degli Stati Uniti, stampati cioè dalla Tesoreria e non dai privati, sono stati messi in circolazione in tagli da 2 e 5 dollari. Ben presto avrebbero sostituito le banconote stampate dai privati. Furono stampate dal Dipartimento del Tesoro anche banconote da 10 e da 20 dollari, ma non vennero mai messe in circolazione in quanto Kennedy, nel frattempo, venne assassinato. La sua politica morì con lui. Tutte le banconote stampate dalla Tesoreria vennero immediatamente ritirate. Davvero JFK pensava che avrebbe potuto sopravvivere dopo aver tolto alle banche private l’incostituzionale diritto di stampare moneta?
Le “Banconote degli Stati Uniti” furono emesse come valuta senza interessi e senza debiti avvallate dalle riserve d’argento nella Tesoreria degli Stati Uniti. Nessun privato si arricchì in questa transazione. Molti privati s’ incazzarono.
L’artefice di tutto ciò venne ucciso il 22 Novembre 1963. I banchieri privati tornarono a sorridere e a speculare. Nessun altro presidente della storia degli Stati Uniti si azzardò mai più ad applicare l’Ordine Esecutivo 11110.
Quell’Ordine Esecutivo in realtà é ancora lì. Non é stato mai abrogato da nessun governo. Basterebbe che il Presidente Obama applicasse semplicemente la legge per decapitare la Federal Reserve. Evidentemente però tiene troppo alla sua vita. Non é facile andare incontro alla morte sicura per il bene del proprio popolo. JFK lo sapeva bene. La mafia delle banche pure: Kennedy é diventato il monito per tutti coloro che vogliano un giorno opporsi al potere delle banche: quei simpaticoni della FRB hanno anche avuto il coraggio di stampare l’effige di JFK su dei dollari d’argento. Mai monito fu più macabro ed efficace. Nessuno osa più pestargli i piedi.
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