TESTIMONIANZA DI UNA GIOVANE ALCOLISTA

Svegliarsi al mattino. angosciata, tutta tremante, con dei crampi orribili allo stomaco…ma che cosa ho, cosa significa tutto questo, perché? Quante volte me lo sono chiesta e quante volte ho sempre negato la verità? Era il nervoso, la delusione avuta ieri, tutto fuorché riconoscere il vero motivo! Poi, una discussione un po’ più forte in famiglia, con il ragazzo, la perdita di tutti i valori, delusioni su delusioni, pianti su pianti e a un certo punto dici: devo fare qualcosa. Basta, ho deciso che da domani smetto di bere! E’ vero, lo penso veramente ma dopo il primo bicchiere non mi fermo più, non mi frega più niente di tutti i miei buoni propositi e ricomincio tutto da capo! Quante volte ho fatto e detto tutte queste cose? Tante, che non le ricordo neppure più; ricominci a prendere le pastiglie per non bere ma non sei tranquilla… quella fissa ti ossessiona: è un incubo! Non dormi di notte, sogni di bere, ti nascondi le bottiglie, le lattine, bevi anche se sai che rischi di lasciarci la pelle ma non te ne frega niente: continui! Poi, ti parlano di un gruppo di Alcolisti Anonimi, provi, tanto pensi che troverai solo gente ubriaca, pensi che ci andrai una volta e poi non vi metterai più piede. La vergogna è tanta nel varcare quella soglia, perché hai paura di essere considerata diversa, una <<timbrata>> dalla società…ed invece ti viene incontro una donna che si presenta:<<Io sono Anna e sono un’ alcolista>>. Parli con lei e ti chiedi perché sia così serena, parli così tranquillamente dell’ argomento che per te è sempre stato un tabù. Entri in una sala e trovi un sacco di gente serena e felice che ti accoglie come ti conoscesse da sempre. Senti le esperienze di tutti e ti accorgi che non sei più sola, che hai qualcuno che ha provato e che sta provando le tue stesse sensazioni… è tutto così strano e bello! Poco per volta scopri che il tuo non è un vizio ma una malattia che puoi controllarla e vincerla con tanta volontà e tanta amicizia da parte del gruppo. 24 ore senza bere: è una follia ( pensi! ). Ed invece arrivi a casa e provi anche tu; è difficile, anche se subito non sembra. Riscopri la vita, l’ amore, la gioia di vivere, ti ritorna la voglia di parlare con gli altri, perché non più paura di essere giudicata, di sentirti dire che sei ubriaca, che non capisci niente…! Non vorresti più tornare indietro nemmeno per tutto l’ oro del mondo, hai incominciato una nuova vita, una nuova strada che ti appare serena e tranquilla. Tutto questo è perché devi dire una sola cosa: Grazie Alcolisti Anonimi.

Lara  –  Piacenza

L’alcol è un problema?
Alcolisti Anonimi
forse può aiutarti!

Gruppi di Reggio Emilia e provincia
tel. 346.303.70.00

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I giovani protagonisti dell’avventura teatrale americana si raccontano

Intervista ad alcuni componenti del gruppo teatrale Taldirò protagonisti di uno show “mondiale”. Ci raccontano come è andata la loro avventura teatrale oltreoceano. 

Quale è stato il momento più esaltante dell’esperienza?

Simone: “Non ci sono dubbi: Il primo show! È stata un’emozione fortissima, teatro pieno, dietro le Quinte tutti agitati x l’apertura, la direttrice finisce di parlare e si spengono tutte le luci, via! Il sogno è diventato realtá!”.

Come lavorano teatralmente oltreoceano?

Filippo: “all’interno del campo siamo stati accolti da un cast di professionisti che fanno del teatro il proprio lavoro e la propria vita; all’inizio la serietà e la professionalità che abbiamo trovato ci hanno un po’ spiazzati, lo devo ammettere, anche forse un po’ per colpa della lingua. Eravamo un gruppo di quasi 200 ragazzi di tutte le età in un’unica struttura, gestiti senza problemi grazie alla loro organizzazione.
Col passare del tempo ci siamo integrati con la regista, i vari leadership, i ragazzi e con i loro metodi di lavoro. Mettendoci d’impegno, lavorando sodo ne siamo usciti alla grande! Lo spettacolo finale lo può testimoniare: è stato un successione!!! Devo constatare quanto noi siamo “primitivi” nel saper coniugare l’aspetto artistico e quello organizzativo.”

Qualcuno ha allacciato contatti che ancora oggi coltiva?

Veronica: “Si! Si sono create nuove amicizie sia con i ragazzi americani che con gli altri “international students”. Grazie alla tecnologia riusciamo a tenerci in contatto, sentirci per messaggio o vederci con Skype! Speriamo di aver la possibilità anche tra qualche anno di poterci rincontrare!
Intanto manteniamo i rapporti, ci teniamo aggiornati l’un l’altro dalle varie parti del mondo!”

Come è nata questa possibilità?

Serena: Questa possibilità è nata grazie alla nostra insegnante di teatro Grazia Costa che conosce da molti anni la direttrice dei “kids who care”. Grazia ci comunicò che la direttrice le scrisse sollecitandola ad andare in America con tutto il gruppo di teatro.
Per noi sembrava una grossa opportunità perché in questo modo ci sarebbe stata la possibilità di vivere una nuova esperienza. Dopo alcune riunioni abbiamo preso la decisione di partire e tutti erano entusiasti., consapevoli che senza l’aiuto di Grazia non si sarebbe mai potuta affrontare questa magnifica esperienza.

Il piatto più buono che avete mangiato e quello peggiore…

Lisa: “il piatto di cui mi sono abbuffata è stato l’hot dog con il bacon, il peggior gusto l’ho sperimentato con la guacamole. È una salsa a base di avocado di origine messicana di cui loro vanno pazzi, soprattutto se abbinata ai tacos o alle fajitas!”.

C’è la possibilità di vedere lo spettacolo in Italia?

Grazia Costa: siamo in attesa di ricevere il video dagli Stati uniti. Mi hanno informato di averlo spedito la scorsa settimana, quindi spero entro una decina di giorni di averlo, dopo di che penso che chiederemo ospitalità al Circolo Aperto Novellarese per una serata di proiezioni alla quale speriamo parteciperanno tutti coloro che sono curiosi, interessati, coinvolti.

C’è la possibilità di ospitare qui i vostri compagni di teatro d’oltreoceano?

Kimmy: “sicuramente si, anzi noi speriamo che in un futuro non così lontano possano venire in Italia e continuare così l’esperienza iniziata insieme che ha creato un legame di amicizia molto profondo. Ci piacerebbe condividere questa straordinaria esperienza con la comunità!”.