
COMUNICARE PER UMANIZZARE

Gentile direttore, se c’è qualcosa che colpisce nelle vicende giornaliere che ci assicurano i media, è che siamo un popolo attanagliato dalla paura. Siamo terrorizzati dalla povertà, dalle malattie del corpo e dello spirito. Temiamo per la nostra sicurezza e per il nostro lavoro. Diventiamo persino ansiosamente sospettosi del prossimo e custodiamo gelosamente i nostri beni. A livello internazionale, i Paesi ricchi, erigono barriere intorno alle nostre ricchezze, perché nessun straniero possa sottrarcele. Costruiamo bombe per proteggere ciò che ci convinciamo di voler difendere. Ma ironia della sorte, in tal modo diventiamo prigionieri delle stesse paure. Quelli che sono in grado di farci paura esercitano su di noi un grande potere. Quelli che ci fanno vivere in “una casa della paura” in ultima analisi ci privano della nostra libertà ed è la paura che è la radice di tante vergogne che si commettono. Per questo l’umanista Montaigne nei suoi Saggi, non esitava a confessare che: <<La paura è la cosa di cui ho più paura>>. Il disagio delle Nazioni ricche – la nostra ansia e solitudine – è la conseguenza occulta del nostro ignorare quanti sono meno fortunati di noi. E’ un portato del nostro spreco, della nostra prodigalità ingiusta e colpevole.
Un cordiale saluto
Paolo Pagliani