COMMEMORAZIONE SHOAH

Lapide a memoria dell'Olocausto, collocata sulla facciata della sinagoga di Alessandria (Italia)

Lapide a memoria dell’Olocausto, collocata sulla facciata della sinagoga di Alessandria (Italia)

“Chi non conosce la storia è destinato a ripeterne gli errrori”, sta scritto in un articolo per una commemorazione storica. E’ vero, conoscere e analizzare i fatti avvenuti può aiutarci a non ripetere gli stessi errori. Per questo il 27 gennaio di ogni anno, la Giornata della Memoria dedicata alle vittime della Shoah puntualmente ci racconta cosa è stato e cosa non deve avvenire mai più. Eppure, nel passato sono stati scritti tutti i richiami, gli appelli, le raccomandazioni, le indicazioni che Dio ha dato agli uomini per vivere bene, avendo uno stile di vita che Lo onori. Ma l’essere umano spesso, nella propria ribellione, sceglie di non seguire tali indicazioni, così le sue scelte provocano sempre tante soffrenze a sè stesso e agli altri.

Cordialità
Paolo Pagliani

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I PREGIUDIZI

EsposizioneGentile direttore, leggevo e condividevo che “la maggior parte delle persone crede di pensare mentre in realtà organizza semplicemente i suoi pregiudizi”. Se è vero che il concetto elaborato attraverso il pensiero è fondamentale nella ricerca, è altrettanto vero che molto spesso il punto di partenza è un preconcetto in cui attorno ad esso si elabora un pensare che in realtà si trasforma in un circolo vizioso. Quattro italiani su cinque si mettono la mano al portafoglio se una “zingara” sale su un autobus. E’ l’effetto del pregiudizio, o meglio, di quello che la narrazione collettiva trasmette alle persone, come un gregge, spingendole a costruirsi un’immagine degli altri diverso da quello che l’esperienza individuale ha detto loro. Ed è proprio in questo margine, tra ciò che ci hanno raccontato e ciò che abbiamo vissuto, che si annidano i germi dei pregiudizi, della discriminazione, dell’intolleranza e persino della violenza. Ma perché tutto possa detonare arrivando al peggio, ci vogliono altri ingredienti e uno di questi è rappresentato dalle emozioni: come la paura, l’insicurezza e l’invidia. E’ questo il percorso che porta per esempio a provare antipatia per rom e tossicodipendenti, a esprimere atteggiamenti ostili verso i migranti, o non rispettosi nei confronti degli omosessuali, a discriminare una donna sul lavoro. In ogni essere umano esiste sempre qualcosa che possiamo scoprire o valorizzare. Solo chi ha una mente aperta sa giudicare obiettivamente. Ma chi ha una mente aperta? Chi ti ascolta, chi ti parla, chi ti capisce. Chi ti viene incontro e ti guarda negli occhi sorridente. La discriminazione non trova terreno fertile dove ci sono cultura ed educazione, prolifera quando a dominare sono le difficoltà e le paure individuali. Tollerante è anche chi asserisce di credere molto nel valore della scuola e della formazione, in chi è cattolico mentre a produrre ostilità ad esempio verso i migranti, sono invece il senso di insicurezza e la percezione di essere esclusi dalla società.

Cordialità
Paolo Pagliani

Cantina vezzola