Sabato pomeriggio c’era qualcosa nell’aria durante la manifestazione per le vie di Reggio Emilia. Era lo stessa voglia di partecipare che ci ha fatto vincere i referendum dello scorso anno. Una bellissima atmosfera, tantissima gioia e voglia di farsi sentire per riaffermare ancora una volta che l’acqua è una bene comune.
Come nel 2011, siamo a pochi passi da un risultato importantissimo che potrebbe dare un grande impulso al processo di ripubblicizzazione nella nostra città. Un’ondata di partecipazione (quella vera) che da Reggio Emilia si estende in tutta Italia. Per questo ancora una volta vi chiediamo di essere con noi. Lunedì 17 dicembre, dalle ore 16 in avanti saremo in consiglio comunale a Reggio, per discutere le tre mozioni di iniziativa popolare con cui chiediamo la ripubblicizzazione dell’acqua. Sarà una giornata importantissima, soprattutto perchè l’abbiamo costruita tutte e tutti insieme per riportare l’acqua in consiglio comunale!
VI ASPETTIAMO IN TANTISSIMI LUNEDI! SI SCRIVE ACQUA, SI LEGGE DEMOCRAZIA!
Gentile direttore, secondo un recente rapporto del Censis, tre anziani su dieci ritengono di essere trattati male o con indifferenza, oltre a sentirsi più poveri e soli.
La difficoltà di allacciare relazioni sociali è nell’elenco dei loro principali problemi accanto alla scarsa capacità di spesa, alla salute e alla sicurezza. Le affezioni e le afflizioni non sono eliminabili dalla nostra vita ma per questi anziani sono un peso insopportabile se sostenuto da soli. Una risposta di accoglienza è ciò di cui è smarrito, solo e senza aiuto, ha bisogno; risposta che spesso non è più possibile trovare. Ma che dire di quegli anziani che pensano di essere trattati male o trascurati e invece non lo sono affatto? Una delle conseguenze più sconcertanti del decadimento psicofisico di alcuni anziani è il deterioramento delle relazioni con i propri cari. E’ il caso di famiglie amorevoli, di figli che vivono in casa con i propri genitori o a pochi passi da loro e non gli fanno mancare cure né affetto, ma che spesso si trovano davanti ad anziani diffidenti, scontrosi, talvolta aggressivi, convinti ingiustamente di essere maltrattati e non tollerati. Spunti paranoici fanno parte del quadro depressivo di alcuni insieme ad un’alterata percezione della realtà, deliri persecutori, gelosia, false credenze. Queste manifestazioni del tutto ingiustificate agli occhi dei familiari che dedicano tempo ed amore per il benessere dei loro cari, provocano una serie di reazioni a catena che possono compromettere ulteriormente le relazioni: tensioni, discussioni, liti, sensi di colpa di figli, che sentono salire in loro un’ostilità, “un’ingratitudine”, con l’accusa di indifferenza, cinismo, maltrattamento.
Quando la situazione è questa, il ricorso a geriatri competenti può bloccare la spirale di conflitti familiari e riportare la convivenza su un piano più accettabile. Serve uno specialista che abbia umanità e doti psicologiche in grado di coinvolgere nell’intervento terapeutico sia l’anziano sia i familiari con cui vive. Nessun facile ottimismo, nessuna guarigione miracolosa ma soltanto l’ennesima riprova che la competenza professionale, accompagnata dall’umanità dei medici, può tranquillizzare i pazienti ed i loro cari e metterli in condizione di trarre il massimo dalla terapia. Inoltre, sarà più facile che l’anziano continui a far parte di una rete di relazioni specifiche in un ambiente che conosce e nel quale è vissuto per tanti anni dando il meglio di sé, poco o tanto che sia.