CIBO: DIRITTO PER TUTTI

eucharistie_300pxGentile direttore, l’esortazione <<Dacci oggi il nostro pane quotidiano>> che pur trovandosi all’interno di una preghiera cristiana, chiama in causa ciascun abitante del pianeta, indipendentemente dalle sue sensibilità religiose. Il cibo, nutrimento del corpo che è anche nutrimento della mente, è ciò di cui noi tutti abbiamo bisogno ma non dobbiamo dimenticare che nel mondo in cui viviamo oggi interconnesso come mai nella storia, esso non dà l’adeguato pane quotidiano ad un miliardo di persone. Con una produzione alimentare capace per quantità di nutrire 12 miliardi di esseri umani, 800 milioni dei 7,3 miliardi che siamo, non ha ancora accesso ad un adeguato modello di alimentazione. Ci si chiede perchè succede e che cosa non funziona in un sistema che noi in Occidente percepiamo come opulento e grasso. Chiaramente è un sistema fallimentare che in nome del dogma del libero mercato, che libero in sostanza non è, affama proprio coloro che producono il cibo, accaparra risorse non rinnovabili e comuni per metterle a frutto come un qualunque input industriale. A questo proposito basti pensare alla corsa alla terra che le grandi multinazionali e i fondi di investimento stanno realizzando a discapito di molti Paesi africani, dell’Est europeo, dell’America latina o di ampie porzioni del sudest asiatico. Il meccanismo di accaparramento e di concentrazione di potere e risorse in atto, fa sì che il cibo sia diventato a tutti gli effetti una qualunque merce utilizzando direttive come qualsiasi processo manufatturiero, Ma c’è un’ enorme differenza. Acqua e suolo sono beni comuni, risorse non rinnovabili che noi abbiamo il dovere di riconsegnare intatte ai nostri figli e che non possiamo sperperare nè distruggere in nome di una miope visione di corto raggio. E poi il cibo, per sua natura, non può essere una merce poichè consente all’uomo di vivere; semmai è un diritto inalienabile sancito nel Patto sui Diritti da 145 Paesi nel 1966. Troppo spesso, nella pratica, viene alienato. Questo è il vero nodo.

Cordialità
Paolo Pagliani

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LO SPRECO DI UN SIMBOLO: IL PANE

Pane
Gentile direttore, leggevo che secondo studi presentati dalla Coldiretti, ogni giorno nel nostro Paese buttiamo via 13 mila quintali di pane su una produzione totale di 72. 000 q.li prodotti giornalmente. Un’assurdità. con il pane che si spreca ogni giorno si potrebbe riempire lo stadio di Reggio. Una vergogna. Anche se l’effetto della crisi costringe il 45% degli italiani a mangiare il pane avanzato ll giorno prima, il binomio pane sperpero è legato alla grande distribuzione. Infatti quello che rimane dopo la chiusura è tecnicamente un rifiuto per legge, perché ora mille norme impongono insacchettamento, etichettatura, analisi Asl…: Il gioco non vale la candela, nè per chi vorrebbe offrirlo per chi teoricamente vorrebbe consumarlo, come le Associazioni caritatevoli, che, fatti due conti, tra indicazioni di legge sugli alimenti, costi di di furgoni, addetti e carburante, spenderebbero più che acquistarlo fresco. Fa male pensare che tutto questo sia inevitabile, che qualcosa di buono e utile sia considerato un vuoto a perdere; che del pane al macero si parli così poco. Sorprende che nei giorni dell’Expo e dei proclami contro lo spreco alimentare, non arrivi dalle Autorità una proposta concreta per una normativa sul recupero del cibo. Quella del pane nella spazzatura è un’offesa ma l’inerzia politica e i vincoli imposti, lasciano alla buona volontà dei singoli e al mondo del volontariato l’unica strada per limitare uno spreco assurdo. Con l’abbondanza del superfluo abbiamo ridotto il pane a merce avariata, come il cibo che ogni anno buttiamo nelle pattumiere ignorando quanto potrebbe valere il recupero per il fantomatico Pil dimenticando pure che gli italiani che vivono sotto la soglia di povertà sono 7,6 milioni. E che un pezzo di pane ha ancora un valore, anche se qualche dieta lo sconsiglia.
Cordialità
Paolo Pagliani
yoganato

A TAVOLA

Mi sono seduto anche a tavole sontuose / dove i bicchieri vanno secondo i vini / e uomini di molto più eleganti / s’aggirano a servire le pietanze. / Ma so meglio la tavola dove si strofina il fondo di scodella / con il pane e le dita arrugginite…./ Non bisbiglio di commensali a commentare il pasto / ma di gole indurite che inghiottiscono / per rimettere forza di lavoro / e non portano eretti alla bocca la posata / ma si calano sopra, addentano a mezz’aria / per nascondere il magro del boccone…..

Erri De Luca

Sono versi semplici ed emozionanti ed è capitato un po’ a tutti di essere invitati a mense dove la selezione delle posate e dei bicchieri da usare era una impresa che si risolveva guardando di sottecchi il primo che s’inoltrava con sicurezza sul terreno del cerimoniale. Come è capitato altrettanto più spesso, di assistere al pasto semplice e deciso di muratori o di operai, <<mense di panche basse a mezzogiorno, di fiati vergognosi di appetito>>, come scrive ancora il poeta De Luca nel 2005. Certo il galateo conta, ma  l’affettazione, la sontuosa arroganza della ricchezza ostentata, l’ immane spreco che si consuma nei confronti di un’ umanità affamata che <<di cibo non parla per non nominarlo invano>>, sono realtà frequentemente allontanate dal pensiero come fastidiose. Non vogliamo che sia turbata la festa del nostro benessere; non conosciamo più il gusto della semplicità e la fragranza del pane; non ci impressiona più chi – anche nelle nostre città – rovista tra i rifiuti o ha come unico sbocco le mense dei poveri.

Buona settimana

Una Guida pratica ai maggior parte degli Stati Impossibile Nel Mondo

Somalia

Rivista Foreign Policy ha appena rilasciato il 2011 Failed States Index , che valuta ogni anno, che le nazioni del mondo sono più vicini alla implosione totale.

I paesi i tassi di indagine su una scala da 1-10 (uno è molto buona, dieci essendo molto male) su una serie di 12 indicatori. La nazione con il punteggio più alto si guadagna il titolo di stato più riuscito al mondo.

Qui vi presentiamo una versione condensata del rapporto, concentrandosi sulle peggiori paesi del mondo, in particolare su quattro indicatori:

  • I servizi pubblici
  • Diritti umani
  • Rifugiati
  • Deligitmization dello Stato

Somalia – # 1

Somalia - # 1

I servizi pubblici – 9.4
I diritti umani – 9,7
Rifugiati – 10,0
Deligitmization dello Stato – 9,8

“La Somalia è disgrazie senza fine sono la disperazione roba è fatta di” rapporti di politica estera. Il paese è stato senza un governo funzionante dal un colpo di stato del 1991. Negli ultimi cinque anni, ha un fronte un’insurrezione islamista, una occupazione etiope, e un problema cronico con la pirateria. Ha superato l’indice Failed States per quattro anni di fila.

Sudan –  3

Sudan - # 3

I servizi pubblici – 9.0
I diritti umani – 9,7
rifugiati – 9,6
Deligitmization dello Stato – 9.4Il Sudan ha lottato con decenni di guerra civile, un genocidio nel Darfur, e un referendum gennaio 2011 insieme a rompere il paese a metà di questa estate. Il presidente Omar Bashir è ricercato dal Tribunale penale internazionale per rispondere delle accuse di crimini di guerra.

 

Haiti – 5

Haiti - # 5

I servizi pubblici – 10.0
Diritti umani – 8,0
rifugiati – 9,2
Deligitmization dello Stato – 9.4

Haiti è stata in forma notoriamente povera prima che fosse completamente distrutta dal terremoto del 7,0 nel mese di gennaio 2010. Quest’anno è stato Impossibile Stato continua ad aumentare, dal # 11 al # 5. Haiti, anche lottato l’anno scorso con un crescente epidemia di colera tra i profughi, una successione presidenziale, e l’attenzione diminuisce da parte della comunità internazionale.

Zimbabwe –  6

Zimbabwe - # 6

I servizi pubblici – 9.0
I diritti umani – 9.2
Rifugiati – 8.2
Deligitmization dello Stato – 9.3

Con il 95% di disoccupazione e moneta assolutamente inutile, Zimbabwe continua a soffrire sotto il giogo del combattente dell’indipendenza ex, Robert Mugabe, che ha stipulato un accordo di governo con l’attuale primo ministro, Morgan Tsvangirai, solo dopo aver arrestato, torturato, e sopprimendo Tsvangirai sostenitori durante la elezioni presidenziali del 2008. Con un’altra elezione prevista per entro la fine dell’anno, per cercare lo Zimbabwe per far saltare ancora di più.

Afghanistan –  7

Afghanistan - # 7

I servizi pubblici – 8.5
I diritti umani – 8.8
Rifugiati – 9.3
Deligitmization dello Stato – 9,7

Con il presidente Obama annuncia domani la sua valutazione d’America di nation-building progetto in Afghanistan, potrebbe essere interessati a sapere che gli afgani non hanno assolutamente la fede nella legittimità di quel governo. Afghanistan ospita non solo di un esercito di occupazione e di una insurrezione dei talebani, ma anche al 90% della fornitura mondiale di oppio. Il paese ha così tanti problemi, nessuno sa davvero da dove cominciare.

Iraq –  9

Iraq - # 9

I servizi pubblici – 8.0
I diritti umani – 8.6
I rifugiati – 9,0
Deligitmization dello Stato – 8.7

L’Iraq continua a scivolare dalla notizia scivola verso il basso l’indice Failed States, passando almeno uno slot ogni anno dal 2008. Mentre le truppe americane continuano il loro ritiro dal Paese, continueranno ad affrontare minacce da milizie randagi. Iraq stesso, nel frattempo, continuerà la sua battaglia per l’unità del paese dopo anni di insurrezione e guerra civile.

Pakistan –  12

Pakistan - # 12
I servizi pubblici – 7.3

I diritti umani – 8.7
I rifugiati – 9,2
Deligitmization dello Stato – 8.6 

Il Pakistan è al 12 ° posto l’indice è la preoccupazione # 1 a funzionari occidentali, perché ha armi nucleari. Il governo pakistano faccia pressioni americane per rinforzare la lotta contro i terroristi nella sua frontiera nord-ovest e affronta la pressione interna non grotta per gli odiati americani. Dopo il raid di bin Laden, il Pakistan deve dimostrare il suo governo non è stata irrimediabilmente compromessa da elementi islamici nei servizi di sicurezza. Nel frattempo, i disastri naturali come terremoti e alluvioni hanno creato quasi 2 milioni di profughi, il maggior numero di profughi nel mondo.

Yemen –  13

Yemen - # 13
I servizi pubblici – 8.7

I diritti umani – 7,7
Rifugiati – 8.4
Deligitmization dello Stato – 8.6 

Lo Yemen ha saltato diversi punti l’indice Failed States ogni anno dal 2008, riflettendo crescente preoccupazione internazionale sulle tensioni separatiste tra il nord e il sud e circa un crescente affiliato di Al Qaeda, Al Qaeda nella penisola arabica, spesso considerata la più pericolosa organizzazione terroristica nel mondo. Gli ultimi mesi hanno visto proteste di piazza in tutto il paese, portando il presidente Ali Abdullah Saleh a fuggire in Arabia Saudita per cure mediche. Egli non è tenuto a restituire, lasciando gli Stati Uniti senza una consolidata partner con il quale per combattere Al Qaeda.