Caro direttore, non mi stupisce che ad un anno dall’affondamento la Concordia sia ancora lì, coricata su un fianco, immagine-simbolo di un Paese alla deriva. Sappiamo che gli italiani non hanno memoria, tranne uno che ricorda sempre tutto! L’uomo dalla lunga memoria sa che i suoi elettori ce l’hanno corta, cortissima. Se oggi stanno peggio di ieri, danno la colpa a chi li governa tutt’ora. Non a chi, sgovernandoli fino a ieri, ha costruito l’oggi. Il ricorso al populismo nazionalista è un classico della storia politica di tutti i tempi e di tutti i continenti. Quando un Paese è trascinato sull’orlo del baratro, i governanti fanno appello al nemico estero, al complotto contro la Patria. Così è facile dimenticare che la disoccupazione dei nostri giovani non nasce dalle bieche mire della Merkel e dei suoi complici ma è il frutto di una economia stagnante da quasi vent’anni. Per difendere dal <<maledetto straniero>> i loro traballanti regimi, Mussolini, Peron, Saddam, Gheddafi, Mubarak e ora Assad, ricorrono al facile espediente, così da distogliere i cittadini dalle vere responsabilità di coloro che per decenni hanno guidato lo Stato. Ora si impreca contro la Germania della Merkel, di cui Monti sarebbe l’obbediente esecutore dei diabolici progetti anti-italiani! Sempre colpa degli altri se in Europa la nostra voce non ha autorevolezza e la credibilità per sostenere con successo le nostre ragioni. E’ legittimo rimproverare a Monti di non aver voluto o potuto fare di più, ma non è giusto illudere gli italiani che un ritorno alla lira sarebbe benefico, che si possano trovare facilmente finanziamenti per far ripartire l’occupazione, che si possa rinunciare allegramente all’Imu e che si possa continuare a scaricare sulle future generazioni il costo dei necessari tagli ad abitudini e privilegi che non ci possiamo più permettere.
Cordialmente
Paolo Pagliani