Caro direttore, non vorrei peccare di ottimismo ma se pensiamo solo dodici mesi orsono quando la Grecia era spacciata, la Spagna ad un passo dalla catastrofe e il nostro Paese a due passi, il 2013 potrebbe essere l’inizio della fine dei tempi cupi. In Germania non si vedeva l’ora che l’euro fallisse discutendo se era meglio tornare al marco, o ad un euro di serie A per i Paesi del Nord e uno di serie B per quelli del Sud; la questione non era <<se>> ma <<quando>>, la crisi avrebbe sbranato la nostra economia. Non è andata così. L’euro è vivo, grazie alla frase storica di Mario Draghi, un italiano alla BCE: <<Faremo tutto il necessario per salvarlo>>.
Grazie al lavoro di Monti ed alla sagacia del Presidente Napolitano, alla maggioranza dei partiti che hanno sostenuto il governo, pur fra turbolenze ma soprattutto grazie agli italiani che hanno accettato i sacrifici, possiamo scacciare i pessimisti che intravedevano già il disastro vicino. L’Italia lascia il 2012 senza riforme, senza risanamento, senza segni <<+>> ma capace almeno di porsi la domanda <<E se il 2013 fosse migliore?>>. Ciascuno di noi, nella sua famiglia e comunità, può sperare che l’anno in corso sia ricordato non come quello in cui i problemi sono finiti ma come ripartenza. Senza fidarsi di astrologi, cartomanti, calendari ed oroscopi, ricordiamoci che le nefaste profezie le abbiamo evitate lavorando sodo, innovando con fantasia e coraggio anche noi italiani; coltiviamo la speranza!
Cordialità
Paolo Pagliani