Gentile direttore, secondo l’ultimo rapporto della Fao, ogni anno si sprecano 1,4 miliardi di tonnellate di cibo: frutta, ortaggi e altri prodotti della terra che finiscono nel cassonetto, spesso ancor prima di arrivare nelle case dei consumatori o che vengono gettati da quest’ultimi per l’incapacità di consumarli entro la data di scadenza. Con ricadute negative in termini ambientali, sotto il profilo climatico, l’uso del territorio, delle risorse idriche e della biodiversità. La sola acqua sprecata vale quanto il flusso annuo di un fiume come il Volga mentre il cibo che viene prodotto ma non consumato, utilizza 1,3 miliardi di ettari di terreno, quasi il 30% della superficie agricola mondiale ed è responsabile dello sprigionamento di 3,4 miliardi di tonnellate di gas serra. Questi temi saranno al centro dell’Expo di Milano che ha scelto il claim “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”, che porta con sé una serie di interrogativi: sarà possibile garantire nel medio periodo cibo e acqua a tutta la popolazione mondiale, considerato che già oggi non ne hanno accesso 850 milioni di persone e che da qui al 2050 vi saranno due miliardi di persone in più? Sicuramente ci sarà un confronto ma non ci sarà da attendersi che escano dal cilindro ricette magiche. Piuttosto la sensibilizzazione su questi temi, potrà servire ad alzare il livello di attenzione invitando istituzioni e cittadini a un maggior impegno contro gli sprechi valutati in 2 mila miliardi di euro a livello mondiale; l’Italia non brilla su questo fronte dato che buttiamo ogni anno nella spazzatura quintali di cibo per 8 miliardi di euro.
Cordialità
Paolo Pagliani