
Egr. direttore, conversando con uno stretto parente, acuto ed instancabile lettore, mi è venuta, tra le altre, la domanda che consiglio darebbe ad un giovane che si
affaccia al mondo del lavoro e
la vita in generale, in un momento in cui serpeggia una certa sfiducia.
<<Ispirarsi ai grandi>>, mi ammoniva, che può sembrare banale ma ciò che non è banale è invece il criterio con cui stabilire chi sono i
“grandi”. Sfortunatamente figure storiche come Gandhi o
Madre Teresa non sono più di accesso diretto quindi possono ispirare solo attraverso scritti, biografie o aforismi che non hanno l’impatto dell’esempo diretto. Si complicano invece le cose quando nella nostra cerchia di colleghi, capi, conoscenti o professori ci si chiede;
<<Chi è veramente un grande?>>. Il fatto che qualcuno sia in una posizione di potere o possa vantare titoli, non è di per sè un criterio… quanti individui meschini e mediocri hanno scalato la piramide sociale con i mezzi più biechi! E negli anni mi diceva che aveva appreso chi era un grande. Colui che al termine di una conversazione, di una interazione, ti fa sentire carico, con maggiore energia o fiducia in te stesso anche se permane un pizzico di disagio, quel disagio che ti spinge ad uscire dalla tua zona di comfort, che è appunto l’ispirazione. E’ importante imparare a distinguere questa forma di disagio da quella che ti instilla un mediocre. Costui è uno spirito impantanato in sentimenti come l’ invidia, vive uno sterile senso di frustrazione, pertanto non può esservi integrità nelle sue parole, trasmette perciò quel fastidioso sentimento di confusione. Un grande non ha bisogno di sminuire gli altri
perché è forte nello spirito che ha forgiato per
sé. Un mediocre ha bisogno di abbattere gli altri per nutrire il suo ego. Chi ha fiducia in sè, trasmette quella sicurezza, la spinta a fare qualcosa, a prendere in mano le redini della vita e intravedere possibilità dove prima si notavano sbarramenti; se i traguardi ti sembrano un passo più vicini allora sei
stato ispirato. Con ogni probabilità hai incontrato un grande, mi ripeteva. Questi sono persone vere, normali senza atteggiamenti costruiti che li allontanano dagli altri. E quindi può sembrare un paradosso ma quando mi diceva ho visto dal vivo giocare Ronaldo, sentito parlare Zigmunt Bauman, o chiaccherato con un fondatore di Valleverde, non mi sono sentito sminuito ma solo ispirato a poter fare qualcosa di più grande, perché lì davanti non vedevo altro che persone normali come noi.