Domenica 11 marzo, in Sala del Consiglio, si è svolta la presentazione del libro Le Amiche del Portico- 30 anni con Voi. Pubblicazione che celebra il trentennale de Il Portico, il giornale storico dei novellaresi, e al tempo stesso fa da perno alla ricca kermesse di Settimana donna che si è da poco conclusa.
Siedo tra gli altri nella vastità della bella sala affrescata, rigirandomi tra le mani il volume che ho letto nei giorni scorsi. 54 donne, vincendo qualche reticenza, si affacciano in copertina al libro e lo trasformano in un mosaico di sguardi, prima ancora che di volti, che sono, a mio parere, la chiave di lettura del libro stesso. Se nello sguardo è la sintesi dell’identità personale, nei 54 sguardi di queste donne che convergono all’unisono c’è qualcosa a cui il lettore capisce subito di doversi arrendere. Una forza irresistibile, insieme dolce e belligerante, che si traduce in voglia di fare, in caparbietà, in ottimismo. Pur nella diversità, di temi, esperienze, culture, personalità, il denominatore comune dei testi è lo sforzo di sincerità, e dunque d’interiorità, al quale ciascuna autrice ha palesemente inteso sottomettersi, e non semplicemente per dare una prerogativa di autenticità alla scrittura, soprattutto per farsi carico, a pieno titolo, dei valori morali a cui essa si ispira . Persino i limiti, sia di scrittura che di ambiti d’interesse, di cui le autrici sono consapevoli, acquistano dignità grazie a questa onestà dei sentimenti che rende le narrazioni refrattarie a ogni genere di snobismi e virtuosismi .
Rossella Eunini, musa ispiratrice del libro, apre il giro delle riflessioni. L’affiancano la senatrice Albertina Soliani, la Vice Sindaco Barbara Cantarelli, Barbara Rossi psicologa e psicoterapeuta Paolo Paterlini Direttore de Il Portico, Marco Villa che del Portico è la colonna portante e Rinaldo Pace che di mese in mese ce lo confeziona nella forma che ben conosciamo. Ognuno porta il suo contributo di esperienze e di giudizio. Partendo dal libro e dal trentennale che si sta celebrando, ognuno a modo suo tira delle somme, s’interroga sulla necessità delle scelte che sono state fatte nel corso degli anni, azzarda ipotesi sul futuro. Su tutto aleggia il ricordo di Marta Beltrami, persona di luce, a cui s’intitola la borsa di studio indetta in suo onore. Ho ascoltato tutti, senza un momento di noia.
E’ stato detto che la donna sa ricavarsi la sua stanza interiore anche nella casa più stretta. Mi piace davvero quest’idea che si possa ritagliare dentro quello che non è consentito fuori. Mi ha colpito anche una signora che ha osservato quanto assomigli alla vita l’alternanza di riso e di pianto che si dipana nel libro. Come dire che in questo libro è stata impaginata la vita!
Necessario anche il bisogno di reinventarsi delle donne, direi delle persone: non c’è traguardo o conquista che sazi il bisogno di crescere che è dentro ciascuno di noi.
La crescita, sia individuale che politica, si sostanzia di ascolto e di dialogo, di rispetto, di conoscenza e cultura.
Ancora mi rigirano in testa questi pensieri mentre scendo nel vasto cortile della Rocca e mi avvio alla macchina in questo mezzogiorno di sole.
Eda