COMUNICARE PER UMANIZZARE

FOTO-SAGGIAEgregio direttore, la <<fabbrica della notizia>> è capace di trasformare ciò che è irrilevante in un evento mentre i criteri di notiziabilità decretano che solo alcuni accadimenti diventino notizia; quelli più catastrofici, o legati a interessi economici. Senza contare il rischio denunciato anche da papa Francesco:<<Il danno causato da pseudo-modelli, basati sul consumismo e il culto dell’apparire, che influenzano i ceti sociali più poveri e incrementano la disgregazione dei legami familiari>>. Un sociologo scriveva che:<<Nell’era della informazione istantanea, le dicerie sono la realtà>>. Anche la politica ha imparato a usare blog e social media in chiave populistica e anche su questi territori, si rischia di replicare la sterile logica degli schieramenti contrapposti ascoltando solo chi ci somiglia e insultando chi la pensa diversamente. Ma ci sono anche buone notizie. Se si esce dall’imperativo tecno-economico (quel che è fattibile va fatto; quel che rende va fatto) e si adotta uno sguardo di simpatia per ciò che è umano, si può acquistare una grande libertà anche nel campo della comunicazione mediale. Ripartire dalla << disciplina comportamentale >>, ci consente di raccontare con amicizia e mostrare che è possibile una comunicazione capace di dire la verità nel linguaggio della bellezza; che si può alimentare la speranza senza raccontare favole e sfuggire alla doppia trappola del cinismo nichilista e del buonismo consolatorio un po’ stucchevole. Si può inoltre usare lo straordinario dono del linguaggio per rompere slogan e luoghi comuni immaginando insieme nuove vie di umanità.
Cordiali saluti
Paolo Pagliani
Pubblicità

OCCORRE ” ARIA PULITA”

Perché a volte necessita essere decisi e nel nome di Dio scacciare con violenza d’ardore e di giustizia, satana, che si annida slealmente  sotto una ingannevole apparenza innocente.

Perché a volte necessita essere decisi e nel nome di Dio scacciare con violenza d’ardore e di giustizia, satana, che si annida slealmente sotto una ingannevole apparenza innocente.

Gentile direttore, capisco le delusioni davanti a tanta corruzione soprattutto da parte di chi non avrebbe neanche il bisogno di rubare. Ma non riesco a capire quelle persone che si rifiutano di pagare le tasse o dicono ai figli di rubare i gessetti a scuola per andare contro lo Stato. Da piccolo mi hanno insegnato a rispettare la mia Nazione, ma se tutti si lamentano del malessere generale che sembra colpire tutti, cosa trasmettiamo ai nostri figli? Né comprendo chi non paga il canone RAI perché dice di non avere soldi ma poi è abbonato a Sky. Lamentarci della nostra situazione mentre in altre parti del mondo si vivono guerre e dittature sembra ingiusto. Dovremmo cercare di migliorare tutti. Non possiamo disprezzare i politici e poi fare lo stesso. Chi ruba in alto è esecrabile esattamente come quei negozianti che non fanno gli scontrini. O come le persone che non rubano solo perché non ne hanno la possibilità. Una morale solo utilitaristica che mira solo al proprio interesse, è destinata a scadere in amoralità e a generare ingiustizie. L’egoismo è spesso il principale consigliere che indirizza l’agire: è con questa guida falsa che si è pronti a trovare tutte le scuse per giustificare un’opera in sé illecita. Uno dei modi per salvare il Paese è dare una bella ripulita in alto, (se mai ci riusciremo), e impegnarci come cittadini per far respirare “aria pulita” ai nostri figli. E far loro comprendere che la nostra gioia è solo nel lavoro e nel sentirsi utili agli altri. Tutto questo richiede un impegno serio morale. Abbiamo le risorse etiche per riprenderci.

Cordialità
Paolo Pagliani

L’ INGANNO SUGLI OGM

L'Inganno a Tavola Le bugie delle industrie e dei governi sulla sicurezza dei cibi geneticamente modificati.

L’Inganno a Tavola
Le bugie delle industrie e dei governi sulla sicurezza dei cibi geneticamente modificati.

Caro direttore, sono consapevole di trattare un argomento delicatissimo, scabroso e controverso ma certe verità devono essere poste a conoscenza di concittadini (molti).
Da decenni la bilancia agroalimentare italiana è in deficit fisso in quanto oltre ad importare metà delle carni e del grano, oltre a pomodori ed olio di oliva, quasi tutto il parco zootecnico italiano (bovini, suini, polli) è alimentato con soia estera e questa è per l’ 85% Ogm. Anche per il mais essenziale per alimentare il bestiame, siamo arrivati al 35% ad importare ciò che ci necessita. La guerra santa agli Ogm, ci costa, paragonati alla Spagna che li ha adottati, circa un miliardo di euro; loro producono 110 Q.li in media per ettaro con semi di granoturco migliorati mentre noi e la Francia 78 e 80 q.li. Le campagne consolatorie che ci propinano in molti narrano, però, che, se un alimento è fatto in Italia, questo è più buono, più sano e più giusto. Mi sembra però che siano le stesse pubblicità che ci fanno vedere delle barche a vela che solcano le autostrade o dei delfini che nuotano al fianco delle nostre autovetture: sono metafore, sono slogan pubblicitari ma noi, invece, crediamo davvero che gli asini volano. Ma non è così: il mais italiano, benché prodotto da noi, non è migliore di quello che ci perviene da fuori (soprattutto se quello che ci arriva dall’ estero è mais Ogm). Siamo accanitamente contrari agli Ogm ma lo stesso Ministero dell’ Agricoltura ammette candidamente che senza mangimi Ogm, crollerebbe l’ intera zootecnia nazionale. Quindi quasi tutto il latte, yogurt, formaggi, salumi, prosciutti e carni, anche di derivazione Dop ed Igp italiane, derivano da animali nutriti con Ogm; (nel 2013, oltre alla totalità della soia, anche un terzo del mais mondiale era Ogm (Monsanto), prossimamente pure riso e patate BASF). Quindi gli Ogm li mangiamo quotidianamente ma chi li avversa, è terrorizzato dalla possibilità che i nostri imprenditori agricoli si producano in azienda gli stessi mangimi che devono invece acquistare da cooperative o da imprese private. Questa è una politica miope e pericolosa, che danneggia sia gli imprenditori agricoli, tanto quanto danneggia i ricercatori pubblici italiani e, contemporaneamente, strizza l’ occhio alle grandi multinazionali che continuano indisturbate a gestire il 90% dei mangimi importati a danno delle nostre aziende e dello sviluppo economico del Paese. In queste condizioni al prossimo Expo di Milano dove il tema sarà <<Nutrire il pianeta>>, noi avremo davvero poco da <<exporre>>.
  Cordialità
 Paolo Pagliani
erbo-1