Durante le mattinate di venerdì 17 e sabato 18 aprile gli studenti dell’Istituto professionale Statale “Mario Carrara” di Guastalla si sfideranno nella prima edizione delle “Olimpiadi dell’intercultura”.
Il progetto, inserito nel piano dell’offerta formativa dell’anno scolastico in corso ha come obiettivo quello di stimolare i giovani studenti ad avvicinarsi con curiosità alle tradizioni, culture e usi e costumi delle diverse nazionalità presenti all’interno dell’Istituto.
Al Mario Carrara, infatti, oltre il 30% degli studenti iscritti provengono da un paese extra comunitario e il tema della conoscenza, confronto, collaborazione e superamento dei pregiudizi verso le culture altre rispetto alla propria sono affrontati quotidianamente sui banchi di scuola.
A Guastalla e nella sezione associata di Novellara, i consigli di classe hanno selezionato 86 studenti in base ai meriti scolastici e puntando sulla massima eterogeneità dei gruppi (età, sesso e nazionalità). Gli studenti saranno quindi suddivisi in squadre: la maggior parte di loro si sfideranno in diverse prove (teoriche e pratiche) mentre altri saranno impegnati in attività di assistenza, faranno parte della giuria e svolgeranno funzioni di reporter e fotografi per questa iniziativa.
Senza competizione, ma con tanta voglia di conoscersi, a questi ragazzi verrà data un’opportunità in più per abbattere stereotipi, cliché e mettersi a confronto. Alle ore 12.30 di sabato mattina ci sarà la premiazione degli studenti alla presenza della dirigente scolastica dott.ssa Maria Sala e delle amministrazioni comunali di Guastalla e Novellara.
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QUALE SCUOLA SCEGLIERE DOPO LA TERZA MEDIA?
La professoressa Maria Sala, Dirigente dell’Istituto Professionale per i Servizi e l’Industria “Mario Carrara” di Guastalla e Novellara, offre un importante spunto di riflessione su un tema particolarmente sentito in questo periodo da molte famiglie: come individuare la scuola “giusta”?
La scelta della scuola superiore rappresenta infatti un’esperienza delicata e cruciale per molti ragazzi giunti alla conclusione della scuola media. Sono pochi quelli che hanno le idee chiare sul percorso da seguire.
“L’offerta formativa del nostro territorio è piuttosto ampia: licei, istituti tecnici e professionali con vari indirizzi. È tuttavia frequente che molti studenti compiano una scelta non in base alle proprie attitudini, ma sull’onda del passaparola, spesso fuorviante, o da suggerimenti a volte dettati da pregiudizi o da mancanza di informazioni.
Un modo molto semplice per orientarsi è quello di porsi domande rispetto a ciò che si ama fare o apprendere, sui propri interessi, sulle proprie attitudini. Impegnarci in in qualcosa per cui siamo portati, ci piace e ci interessa renderà il lavoro decisamente più semplice e ci darà la sensazione di imparare senza particolari sacrifici o rinunce. Il buon senso suggerisce in ogni caso di evitare quegli indirizzi che prevedono troppe materie per le quali non abbiamo dimostrato particolari inclinazioni nella prima parte del percorso scolastico e di non disprezzare quelle discipline che ci danno la possibilità di apprendere attraverso attività laboratoriali, esperienze concrete di stage/alternanza scuola-lavoro, confronti diretti con il mondo del lavoro, soggiorni all’estero.
Il suggerimento dei genitori, che conoscono le risorse e le fragilità dei ragazzi, è certamente utile e può portare ad una scelta che non sia dettata da mode, passioni effimere o condizionamenti da coetanei. Una scelta condivisa, che sia il frutto della proficua alleanza tra ragazzi, genitori ed insegnanti, è sicuramente una buona premessa per la costruzione di un progetto di vita.
Nessuna scuola è in grado di garantire un futuro. Molto dipende dai risultati che lo studente riesce ad ottenere. Risultati che saranno apprezzabili nella misura in cui egli intraprende un percorso a lui consono e in cui può trovare le condizioni migliori per vivere serenamente il contesto scolastico e sentirsi valorizzato.
Moltissimi ragazzi, in questa prima parte dell’anno scolastico, si sono resi conto che la scelta compiuta al momento dell’iscrizione non corrisponde alle loro aspettative ed hanno pertanto chiesto di potersi trasferire in altri indirizzi. Se la normativa da una parte permette il passaggio ad altri istituti, dall’altra impone vincoli numerici che non consentono alle scuole di accogliere tutti coloro che lo richiedono. La conseguenza di questa contraddizione è che i ragazzi che desiderano cambiare strada tante volte si devono accontentare di situazioni di ripiego o, peggio ancora, costretti a rimanere nell’indirizzo originario, andranno incontro ad un insuccesso formativo e alla ripetenza.
Ad esempio il nostro istituto non ha potuto accogliere più di 40 studenti che volevano passare agli indirizzi professionali. L’alto numero di alunni già inseriti nelle classi o richieste arrivate fuori tempo massimo non permettevano infatti ulteriori iscrizioni.
Le attività di orientamento proposte dalle scuole possono essere un ottimo strumento da utilizzare al fine di imboccare la strada migliore. L’incontro con i docenti è infatti l’occasione per confrontarsi e trovare risposte a dubbi e interrogativi che talora faticano a prendere forma.
Di fronte alla miriade di opportunità che si profilano, le informazioni significative che si ricevono nel corso di questi incontri possono fornire molte risposte ai ragazzi e alle famiglie.
La partecipazione agli incontri dei vari indirizzi e dei vari percorsi può essere illuminante. Escludere a priori determinate opzioni può portare a smarrire la strada e l’alto numero di richieste di passaggio all’Istituto professionale è emblematico in questo senso.
La scelta dell’istituto professionale non esclude un passaggio “inverso”: qualora non dovessimo ritenere il percorso adeguato alle nostre capacità, potremmo sempre passare ad un indirizzo di studi che richieda maggiore impegno e performance più elevate. La sostanziale omogeneità delle discipline del biennio favorisce infatti anche questa inversione dei passaggi.
Questo eviterebbe situazioni che spesso, anche in passato, hanno determinato abbandoni o scelte di compromesso e, in casi estremi, demotivazione e apatia verso ogni tipo di attività formative, con conseguenze negative anche sullo sviluppo della personalità.”
In ricordo di Don Luigi Brioni
Anche don Luigi Brioni ci ha lasciati. A metà di giugno, e dopo una lunga e dolorosa malattia è cessato il suo cammino terreno, compiuto dal punto di vista pastorale nella bassa reggiana, con una presenza importante anche nella nostra parrocchia, prima come collaboratore di mons. Andreoli e poi come parroco della Collegiata di Santo Stefano. Mons. Brioni, nato a Novellara il 5 maggio 1937, era un novellarese doc a tutti gli effetti. Era fiero delle sue origini e di Novellara ne è stato estimatore e attento divulgatore delle caratteristiche tradizionali, delle peculiarità storico-artistico, nonché sociali e culturali della nostra cittadina. Ordinato sacerdote nel 1962 è stato inviato a Luzzara per condurre la pastorale giovanile. Di quel lungo e fecondo periodo di attività rimane la gratitudine di tanti giovani d’allora che, nel giorno delle sue esequie, non hanno voluto mancare e hanno voluto ricordare con parole vere il loro prete, il loro curato, l’uomo che li ha aiutati a crescere nel valori in cui credeva e che ha a loro infuso. A Novellara ha svolto un intenso lavoro. Un lavoro fatto con il suo carattere deciso, risoluto, a volte spigoloso. Nella fase del terremoto del 1996 gli va riconosciuta la determinazione di recuperare e rendere agibili tutte le chiese del territorio comunale, dopo un sisma di forte intensità, forte impatto, che ha creato danni emergenti e seri. In quell’occasione si è battuto alla sua maniera e con indubbio vigore, a volte forse eccessivo. Alcuni forse ricorderanno il suo prendere di petto il tecnico comunale che, a suo dire, in un precedente terremoto aveva accentuato troppo le attenzioni sui beni del Comune, su quelli degli stessi privati, trascurando quelli del patrimonio ecclesiastico. Ma poi tutto si ricompose e gli aiuti arrivano, nella giusta misura, per tutti. Conosceva molto bene la chiesa Collegiata e le altre chiese novellaresi. Né conosceva la storia e la ricchezza del patrimonio e fu tra i valorizzatori, anche sulla spinta dell’assessore d’allora Vittorio Ariosi e del prof. Sergio Ciroldi, dei paramenti e degli oggetti sacri, di cui il “tesoro” della Collegiata n’è particolarmente provvisto. Dopo la lunga esperienza alla giuda della comunità cristiana di Novellara, il vescovo lo nominò suo vicario nei territori dell’ex diocesi di Guastalla, affidandogli contemporaneamente la cura del Santuario della B.V. della Porta a Guastalla, di cui fu rettore per diversi anni. Per un breve periodo fu l’arciprete del Duomo di Guastalla, incarico che dovette lasciare per la complicanza di una malattia che l’ha parecchio afflitto, senza impedirgli di offrire la sua collaborazione in varie parrocchie della zona di Guastalla. Compiti che svolse con assiduità, rispetto dei confratelli, passione per la sua missione. La sua vita l’ha contraddistinta nell’osservanza della sua dimensione religiosa e nell’obbedienza al suo vescovo, alla sua Chiesa, ai valori cristiani nei quali fermamente credeva. Posso testimoniare questo suo lato spirituale, avendolo constatato personalmente nel pellegrinaggio a Lourdes, da Lui organizzatore, al quale con mia moglie partecipai. Ci lascia un novellarese, innamorato della sua terra. Un uomo a volte scomodo. Una persona perbene. Un uomo di chiesa che, nei giorni prima della sua morte, volle dedicare la sua vita ai giovani sacerdoti che decidono di promuovere quei valori cristiani, sui quali Lui ha fondato la Sua esistenza.
Sergio Calzari
Atti di vandalismo durante la notte a S. Bernardino
Nella notte sono stati rovesciati e danneggiati tre dei quattro rilevatori di velocità installati dal Comune di Novellara nei giorni scorsi sulla Strada Provinciale (SP 42) che collega Guastalla a Novellara. L’amministrazione comunale evidenzia, con rammarico, che quest’intervento, fortemente voluto e richiesto dai residenti della frazione S. Bernardino, è stato preso di mira da vandali senza scrupoli. L’amministrazione ricorda che la Sp 42, all’altezza dell’incrocio con la SP 81 (S. Bernardino) attraversa un centro abitato, dove le auto devono rispettare i 50 km orari. Dopo i tristi episodi e gravi incidenti degli ultimi anni è stato deciso di dare una risposta decisa a quanti non rispettano i limiti orari, intervenendo, con la supervisione della Provincia di Reggio Emilia, non solo sull’asse viario SP42, ma anche sulla strada di San Bernardino dove sono stati posizionati dissuasori di velocità, dossi, attraversamenti pedonali e l’opportuna segnaletica verticale per un costo complessivo di 50.000 euro.
L’assessore alle opere pubbliche Carlo Veneroni si dice rammaricato: “L’intenzione è quella di aumentare la sicurezza delle nostre strade in quei tratti rettilinei in cui gli incidenti sono sempre causati dalla elevata velocità. Ritengo che sia un successo di tutti e non degli amministratori riuscire nello scopo di abbassare il numero di feriti e morti che ogni giorno purtroppo insanguinano le strade italiane”.
GENEROSITÀ NOVELLARESE
LE FEDI RUBATE
Caro direttore, sono rimasto incredulo e sconcertato per la notizia del furto delle fedi d’oro sfilate da una mano avvolta in un rosario strappandolo, ad una deceduta pensionata da ladri-sciacalli, nella camera mortuaria di Guastalla. Essi hanno approfittato nel primo pomeriggio di domenica della scarsa presenza di persone, per mettere a segno il gesto orrendo e inqualificabile. Un’alta figura dell’epoca romana, Seneca, ammoniva che <<i delitti piccoli sono puniti, quelli grandi portati in trionfo>>. Lasciando da parte una certa demagogia che può sempre celarsi in considerazioni di questo genere, anche perchè non di rado ai nostri giorni sono gli stessi delitti minori e comuni a schivare le porte del carcere, tranne l’impunità di potenti ricchissimi, crea una radicale sfiducia nella giustizia da parte della gente comune. In questo caso non è solo decenza esteriore ma trivialità, sconcezza, mancanza della dignità interiore. C’è inoltre una oscenità anche nell’ostentazione della propria stupidità, della brutalità, della vanità, della miseria morale e della perdita di qualsiasi decoro e onore. Io mi auguro con forza che una volta individuati, queste squallide persone, varchino le galere scontando quella spudoratezza, volgarità e pericolosa chiusura mentale, che indignano (parecchio), molti onesti cittadini.
Cordialità
Paolo Pagliani