
Caro direttore, leggevo una sarcastica riflessione di Prezzolini sulla furbizia e gli italiani che hanno un tale culto per la stessa che arriva persino all’ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è alto in Italia non soltanto per la propria furbizia ma per la reverenza che l’italiano in generale ha della stessa. C’è differenza tra astuzia o acume che è la perfezione della ragione dalla furbizia che è una specie di istinto che porta a cercare solo il proprio interesse o benessere. La furbizia è, in pratica, l’ingegnosità votata al tornaconto personale, all’egoismo, è la sagacia consacrata alla malizia e alla scaltrezza; è anche il trucco o la truffa destinata all’inganno o al raggiro della persona ingenua. C’è un noto uomo politico che primeggia in questo, che viene esaltato come furbissimo da una platea immensa di illusi. Sarebbe necessario invece ritrovare il vaccino della critica, dell’esercizio intellettuale, della verifica morale, contro l’anchilosarsi della ragione e della coscienza che può infettare tutti, rendendoci un po’ sciocchi. C’è però una speranza: che si possono imbrogliare tante persone per molto tempo, ma non tutti per sempre. La rete delle furberie può reggere a lungo ma non è invincibile né infinita: <<anche se ci sono più sciocchi che furbi al mondo, altrimenti i furbi non avrebbero abbastanza per vivere>>.
Cordialità
Paolo Pagliani
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