Fiori e frutti nella ceramica rinascimentale

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Domenica 18 maggio 2014 alle ore 15,30 si inaugurerà, presso il Museo Gonzaga di Novellara, la mostra “Fiori e frutti nella ceramica rinascimentale”, organizzata in memoria di Anselmo Formizzi, presidente della Delegazione di Mantova dell’Associazione Nazionale Amici della Ceramica. Come scrive Mario Folloni Bolognesi nel catalogo della mostra “La cultura nel settore ceramico di Formizzi, è partita dal ritrovamento di piccoli frammenti …, ma poi con il suo studio successivo della ceramica da parata, della ceramica corrente di uso quotidiano, di quella devozionale, da casa e da convento, di targhe e di Madonne, Formizzi è diventato uno “studioso ricercatore”. I pezzi esposti si distinguono in due tipologie, la ceramica graffita e quella che viene definita mezza maiolica perché non più graffita bensì dipinta con vari colori su argilla cotta, ricoperta di ingobbio e invetriata.
All’inaugurazione interverranno la studiosa Maria Rosa Palvarini Gobio Casali, Romolo Magnani e Mario Folloni Bolognesi.
L’esposizione sarà visitabile sino all’8 giugno tutte le domeniche dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30.

Sara Germani

L'isola che non c'è

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Nemmeno i fiori finti si salvano, se sono belli!

Spett.le redazione, scrivo per portare all’attenzione dei cittadini un problema che probabilmente sussiste da parecchi anni, ma che rimane comunque irrisolto e che provoca rabbia e sconcerto nel momento in cui ci colpisce personalmente. Si tratta dei furti di fiori al cimitero. Fiori che sono strettamente a ridosso delle lapidi dei nostri cari defunti. Ultimamente molte persone a me vicine si sono lamentate del fatto che, dopo pochi giorni dall’aver deposto una bella composizione, o un vaso particolarmente grazioso, questo è sparito nel nulla. La stessa sorte ha avuto l’oggetto che ha sostituito il primo, a voler perpetrare l’atto illecito e l’offesa verso il defunto e la sua famiglia.
Nemmeno i fiori finti si salvano, se sono belli! Inutile interrogarsi sulle motivazioni che possono aver spinto una persona a compiere un atto così vergognoso e di tale bassezza, considerando che i fiori non sono beni di prima necessità, ma che sottraendoli si ruba un oggetto ricco di significato per chi lo dona, un senso di continuità e di conforto, una specie di “carezza” ad un nostro caro con cui possiamo comunicare affetto  e partecipazione.
E non sono valsi i biglietti di protesta affissi dai parenti derubati al fianco delle lapidi e neppure i cartelli dissuasivi all’ingresso del cimitero, a proclamare la presenza di telecamere di controllo, che tutti ben sappiamo non ci sono! Correggetemi se sbaglio.
Mia cugina, offesa per l’ennesima volta dal veder sparire i fiori che poneva davanti alla sua povera madre, non volendosi arrendere all’eventualità di non portare più nulla, si è rivolta alle forze dell’ordine per sporgere denuncia contro ignoti, ma non ha potuto procedere, in quanto “non si sa chi sia il colpevole” e “questi sono dei poveretti, persone malate”….    Consapevole che le nostre forze dell’ordine hanno altre priorità e prediligono giustamente la mediazione in certi casi particolari, vorrei però ricordare ai ladri di fiori che il loro atto di sottrazione si chiama furto e che è punibile dalla legge con la reclusione da sei mesi a tre anni e con una multa da 154 a 516 euro. Inoltre potrebbe esserci l’aggravante, visto che il furto è commesso su cose esposte per consuetudine, per destinazione a pubblica fede o reverenza.
Rivoltasi ai responsabili del servizio cimiteriale, mia cugina ha trovato risposta in un progetto di chiusura del cimitero nelle ore di minor affluenza, ore in cui presumibilmente i ladri agiscono meglio. Tale chiusura avrà comunque un costo per il comune, considerando che un addetto dovrà recarsi più volte a chiudere ed aprire i cancelli e ciò spiace molto, soprattutto riflettendo sui tempi difficili in cui ci troviamo. Nel mio piccolo sono portata a pensare che un atto incisivo, diretto soprattutto ai ladri, potrebbe spingerli a desistere dal rubare e a farsi curare da tale  vergognosa “malattia” perchè, dopo aver pagato una multa salata, forse i fiori non eserciterebbero tanta attrattiva sui “poveri malati”.
Intanto, cari cittadini novellaresi, apriamo bene gli occhi, nell’attesa che arrivi quel momento in cui potremo portare un regalo ai nostri cari senza dover contare i giorni dalla sua sparizione, giorno in cui finalmente i ladri di fiori risponderanno ad un barlume di coscienza.

Monica Guidetti

NON SOLO PULCI – dicembre 2011

RUBRICA A CURA DI “GENTE DI CANILE”
Canile  Intercomunale, Via Valle, 104 – Novellara

Cari lettori, eccoci di nuovo a parlare dei nostri amici a quattro zampe e di aspetti pratici con cui abbiamo a che fare ogni qualvolta adottiamo un pelosetto. Questo mese vorremmo darvi alcune indicazioni su come insegnare al nostro cucciolo a non sporcare in casa.
Iniziamo col dire che è assolutamente normale che un cucciolo non sia ancora in grado di controllare l’evacuazione, sarebbe come pretenderlo dai nostri bambini. Armiamoci quindi di grande pazienza e assumiamoci il compito di insegnargli dove fare la pipì e le feci, il tutto evitando di sgridarlo quando sporca in casa o, peggio ancora, di picchiarlo e di mettere in atto pratiche assurde (come quella ad esempio di spingergli il muso sull’urina), di cui spesso si sente parlare e che per il cane non significano nulla. Se inizialmente al nostro cucciolo scappasse qualche pipì sul pavimento, dovremo essere bravi a ignorarlo sul momento e a richiamarlo in un’altra stanza, in modo che non ci veda mentre ripuliamo. A questo proposito consigliamo di non usare candeggina o detersivi diversi da quelli che solitamente usiamo per la pulizia della casa, per non dare al cane l’idea che quello sia un luogo particolare da eleggere per fare i suoi “bisognini”. Una nostra sfuriata in questi casi non servirebbe a nulla, se non a spaventare il nostro animale, che non riuscirebbe a spiegarsi le ragioni del nostro atteggiamento violento. Anche l’idea di usare dei giornali o altri supporti su cui fargliela fare in casa non è vincente, perché si rischierebbe di non riuscire più a insegnargli a sporcare fuori. Quindi, il modo migliore è quello di portarlo fuori spesso, soprattutto appena si sveglia e subito dopo che ha mangiato. Può darsi che il cucciolo alle prime uscite trattenga la pipì e la pupù aspettando i rientri a casa. Per un cane sporcare significa marcare il territorio, dichiarare cioè apertamente al mondo la sua presenza, per cui non è strano che un cucciolo preferisca sporcare dove si sente più tranquillo e soprattutto dove non sente gli odori degli altri cani. All’inizio cercate di portarlo in prati abbastanza puliti in cui la frequenza dei vari cani è bassa, tenetelo fuori un bel po’ giocando con lui e quando farà la pipì premiatelo con un bocconcino e un’infinità di carezze, gli confermerete che ha fatto la cosa giusta. In poco tempo, il nostro cucciolo assocerà l’odore dell’erba all’evacuazione e in seguito la cercherà attivamente per essere stimolato alle funzioni organiche.

Paris

E ora vi presentiamo
IL PELOSO DEL MESE
Paris, deliziosa cagnolina di circa 10 anni, razza pincher, taglia mini, sterilizzata.
Ha un carattere molto timido ma è affettuosissima quando capisce che può fidarsi.

Se hai dei medicinali che non usi più, non buttarli via! DONACELI!
Abbiamo dei cani e gatti malati e si sa quanto costano i farmaci… se hai degli antibiotici, pastiglie per la filaria, integratori, antiparassitari, antinfiammatori o altri medicinali veterinari, puoi consegnarli ai volontari del canile negli orari di apertura!

Possiamo accettare solo medicinali ad uso veterinario (non quelli per umani) e non scaduti. GRAZIE!