Lo stesso rigore per tutti

Mario_Monti_spread

In questo periodo molto difficile per il lavoro, per l’andamento generale di tutti i settori della nostra economia, mi è sorta spontanea una domanda, un quesito che vorrei porre davvero ai nostri politici, ai nostri “governanti”, così tanto illuminati da mostrar sempre la faccia buona in periodo di campagna elettorale. E mi rivolgo soprattutto al nostro caro presidente del consiglio “Monti”, salvatore della patria per un anno e mezzo, sostenuto da tutte le forze politiche per un interesse comune, quello dell’Italia. (l’espressione salvatore della patria è volutamente ironica) Leggendo i dati sempre più allarmanti del mondo del lavoro, aziende sempre più in difficoltà, ma soprattutto artigiani e piccole imprese chiuse nella morsa di questa maledetta crisi economica, aziende che devono pagare giustamente i propri debiti verso lo Stato ma che poi non si vedono allo stesso modo corrisposti i propri crediti dallo Stato stesso, alimentando così sentimenti di ingiustizia e intolleranza verso quello sterminato mondo di balzelli racchiusi sotto la parola “tasse”, tra l’altro necessarie per garantire adeguati servizi e assistenza sanitaria in uno stato civile e moderno come la nostra Italia (sarebbe bello fosse davvero così…), mi sono chiesto tra me e me se tra le competenze di un presidente del consiglio presente e che si candida come capo di una coalizione improvvisata, ci sia anche la garanzia che le regole siano valide e applicate nei confronti di tutti. Quindi mi chiedo, se lo stesso zelo applicato quotidianamente dalle strutture statali dedite al controllo dell’evasione fiscale nei confronti di quelle piccole aziende e piccoli artigiani, che rappresentano la vera spina dorsale dell’Italia, sia applicata anche nei confronti del mondo del calcio. Rimango impressionato quando leggo sui giornali i bilanci “in rosso” delle società professionistiche. Leggo di società di calcio con debiti di milioni e milioni di euro, ma che però si permettono di continuare a comprare giocatori pagandoli fior di milioni. Allora mi chiedo, ma da dove vengono tutti quei soldi ? ma il nostro governo è vigile su questo fronte ? oppure come capita spesso, e come la storia degli ultimi anni ci ha mostrato, a pagare sono sempre i soliti, i più deboli e soprattutto quelli che poi non hanno i mezzi per “ribellarsi” e quindi scelgono di star zitti ? Mi chiedo, è forse più comodo per lo Stato applicare alla lettera e in modo quasi maniacale le tante norme anti evasione nei confronti dei piccoli artigiani rispetto a esaminare e chiedere conto dei bilanci così “strani” delle società di calcio ? Intendiamoci… le norme è giusto che ci siano e siano pienamente rispettate. Ma il rigore nel controllo, dovrebbe essere altrettanto egualitario, piccoli e grandi che siano. Se penso a quante situazioni potrebbero migliorare, a quante aziende sane si potrebbero aiutare, quindi di conseguenza quanti operai e onesti lavoratori potrebbero continuare a portare a casa un degno stipendio, se solo si esaminassero a fondo e si chiedesse conto dei “fantamilioni” sperperati nel dorato mondo del calcio. Mi rivolgo al presidente del consiglio Monti, ma anche a tutti i politici che in qualche modo possono avere accesso alle “stanze del potere”, è possibile sapere perché una società di calcio può avere 200 milioni di euro di debiti senza che lo stato possa batter ciglio, mentre un artigiano è costretto a pagare l’Iva sulle fatture emesse prima ancora di aver ricevuto il pagamento di quelle fatture dallo Stato stesso ? Il signor Monti che tanto si erge a “paladino della giustizia e dell’equità sociale”, si sta comportando allo stesso modo coi grandi e coi piccoli ? Mi auguro tanto che i miei quesiti siano solo frutto della mia poca esperienza nella materia, ma che in realtà siano tutti sbagliati, e che lo Stato si comporti allo stesso modo nei confronti di tutti…

Paolo Bigi

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