

MARIA FIDA MORO, ci racconterà la figura di Aldo Moro, come padre di famiglia, marito e nonno, oltre che di uomo politico, per ricordarlo a 37 anni dalla scomparsa.
Non vogliamo soffermarci solo sui 55 giorni della sua prigionia, ma indagare anche la figura di uomo al di fuori della sfera pubblica e politica. A intervistarla non saranno niente di meno che i ragazzi del Gruppo NOI
Vi aspettiamo quindi a NOVELLARA, Sabato 18 Aprile alle 17.30 al Circolo Ricreativo con Maria Fida Moro e i ragazzi del Gruppo NOI
GIOVEDI’ 5 MARZO ORE 21.00 Sala Civica – Municipio di NOVELLARA
Per informazioni Associazione “Jaima Sahrawi” – Reggio Emilia tel. 333.4450028-333.6165604 Ufficio scuola dell’Istituzione I Millefiori il sabato dalle 9,00 alle12,00
Lo scorso 25 Febbraio si è svolto l’ultimo incontro del ciclo di appuntamenti: In famiglia come stiamo?” tenuti dal Dott. Franco Caroli, psicoterapeuta famigliare. L’iniziativa organizzata dall’associazione di genitori “Il sasso nello stagno”, dalla scuola d’infanzia A.I. Lombardini e dai genitori dell’Oratorio, ha riguardato un tema di grande attualità: l’educazione alle emozioni.
Questa “educazione” richiede una forte “passione affettiva”, e la famiglia e la scuola sono i luoghi privilegiati in cui i nostri figli trascorrono, o dovrebbero trascorrere, la maggior parte del tempo “affettivo. La realtà e però diversa. L’educazione emozionale di bambini ed adolescenti, – afferma il Dott. Caroli, è infatti lasciata spesso al caso, con risultati sempre più disastrosi. Le difficoltà di riconoscere gli impulsi e la mancanza di autocontrollo sono segni di mancanza di un’etica e allo stesso modo, l’incapacità di leggere le emozioni negli altri, impedisce di percepire le esigenze o le difficoltà altrui che sono la base relazionale di ogni rapporto.
Dovunque ci viene insegnato tutto, abbiamo possibilità praticamente infinite di accesso alla cultura, ma pochi hanno la fortuna di avere dei genitori e degli educatori che abbiamo insegnato loro come collegare il cuore con il cervello, le emozioni con la mente, la mente con il comportamento. Educare all’emotività diventa quindi un imperativo assoluto e primario all’interno della relazione educativa e famigliare in particolare. Senza di questo formeremo dei cervelli e delle menti ma non insegneremo loro come usare queste potenzialità.
Il Dott. Franco Caroli autore di numerose pubblicazioni in ambito psicosomatico, docente di corsi di aggiornamento per insegnanti e di formazione per genitori, negli incontri ha ispirato la platea su comportamenti indispensabili a educare i figli a vivere bene le proprie e altrui emozioni, ad aiutare i genitori e gli insegnanti nel difficile percorso di educazione verso comportamenti umani essenziali quali l’autocontrollo, l’arte di ascoltare, di risolvere i conflitti e di cooperare.
Stefania Sessi
per l’Associazione di genitori Un Sasso nello Stagno
Martedì 25 Febbraio alle ore 20.45, presso la Sala polivalente “I NOMADI” in Viale Montegrappa si terrà il terzo degli incontri dal titolo: “In famiglia come stiamo?” tenuti dal Dott. Franco Caroli, psicoterapeuta famigliare. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Novellara è organizzata dall’associazione “Il sasso nello stagno”, dalla scuola d’infanzia A.I. Lombardini e dai genitori dell’Oratorio, riguarda un tema di grande attualità: l’educazione alle emozioni.
Questa “educazione” richiede una forte “passione affettiva”, e la famiglia e la scuola sono i luoghi privilegiati in cui i nostri figli trascorrono, o dovrebbero trascorrere, la maggior parte del tempo “affettivo”. La realtà e però diversa. L’educazione emozionale di bambini ed adolescenti, – afferma il Dott. Caroli, è infatti lasciata spesso al caso, con risultati sempre più disastrosi. Le difficoltà di riconoscere gli impulsi e la mancanza di autocontrollo sono segni di mancanza di un’etica e allo stesso modo, l’incapacità di leggere le emozioni negli altri, impedisce di percepire le esigenze o le difficoltà altrui che sono la base relazionale di ogni rapporto.
Dovunque ci viene insegnato tutto, abbiamo possibilità praticamente infinite di accesso alla cultura, ma pochi hanno la fortuna di avere dei genitori e degli educatori che abbiamo insegnato loro come collegare il cuore con il cervello, le emozioni con la mente, la mente con il comportamento. Educare all’emotività diventa quindi un imperativo assoluto e primario all’interno della relazione educativa e famigliare in particolare. Senza di questo formeremo dei cervelli e delle menti ma non insegneremo loro come usare queste potenzialità.
Negli incontri precedenti partecipati da oltre 300 persone si è riflettuto sull’educazione emotiva ricevuta e sugli stili genitoriali e su quali possano essere le strategie adottare in famiglia e a scuola per un corretto sviluppo emozionale.
Il Sindaco Raul Daoli che ha presenziato ai precedenti incontri è intervenuto per ringraziare l’associazione novellarese “Un sasso nello stagno” per l’impegno profuso sul territorio in campo genitoriale, la collaborazione instaurata con l’amministrazione comunale, da ultimo l’avvio del nuovo corso “Genitori efficaci” condotto dal dott. Andrea Allione che, per il quarto anno consecutivo, riscuote interesse e grande partecipazione.
Sabato 19 gennaio, presso la Scuola Materna “Lombardini” di Novellara, dalle ore 18,00 alle ore 20,00 circa, si è svolto una importante conferenza tenuta dalla prof.ssa Vanna Iori, docente dell’Università Cattolica di Milano ed esperta di relazioni famigliari. Il tema dell’incontro è stato “Diventare famiglia: le relazioni di ogni giorno”. Le famiglie di Novellara hanno risposto in modo corale all’invito e il salone della scuola materna era colmo di genitori interessati mentre i bimbi potevano usufruire di un servizio “baby sitter” appositamente predisposto. Dopo una breve presentazione la Prof.ssa Vanna Iori ha iniziato l’incontro che tenteremo di riassumere per punti. Durante la prima parte si è analizzata la fase costitutiva della coppia per “svelare” l’inganno della ricerca dell’anima gemella e/o di una relazione statica e immutabile che resta un’utopia. In realtà la coppia cresce in un amore che tende a gemellare le due parti e di fatto, questa tensione all’unità, porta ad una evoluzione del rapporto che è l’antitesi della immobilità. Le differenze che alimentano una coppia sono delle ricchezze e non delle minacce o dei pericoli e queste diversità gettano le basi di una continua evoluzione e un conseguente investimento che i singoli debbono mettere in atto continuamente per “gemellarsi”. Dopo la prima parte introduttiva la professoressa si è focalizzata sul rapporto ragione/emozione ricordando alla platea che “noi conosciamo non solo con la ragione ma anche con il cuore” (B.Pascal). L’importanza di una educazione dei sentimenti, in questa realtà così fortemente “mediaticizzata”, è emersa in modo inquietante; l’educazione agli affetti viene delegata spesso ai reality show che spettacolarizzano e a volte dissacrano la preziosità e la purezza della sfera emotiva. I sentimenti forti come la rabbia possono essere delle chiavi di lettura dello stato del rapporto della coppia/famiglia e se vissuti in modo corretto, nel rispetto reciproco, aiutano nel cammino di crescita. La tenerezza, in contrapposizione con la rabbia, può evitare danni irreversibili alla coppia e se coltivata, diventa un’espressione felice dell’amore che viene vissuto. Occorre poi una capacità nell’identificare le proprie necessità, imparando a chiedere, a domandare, senza obbligare. Questo può evitare i deterioramenti silenziosi dei ricatti; interpellando si impara a costruire un dialogo fecondo. La relazione fra rabbia/tenerezza, domanda/dialogo ha condotto poi la relatrice verso un’ approfondimento di alcuni motivi per cui le coppie possono andare in crisi. Si è partiti dalla crisi del primo figlio, le ingerenze delle famiglie d’origine, il “darsi per scontato”, la competitività. La crisi odierna della famiglia italiana passa anche attraverso una riduzione costante del numero di figli per donna feconda ora giunto ad 1,4. I genitori intrattengono difficilmente rapporti sociali con l’esterno, i figli (essendo per lo più unici) si relazionano principalmente con i nonni e tutto ciò rende evidente che le famiglie sono sempre più sole ed isolate. Con la scusa della privacy e del rispetto si è approdati all’indifferenza e alla noncuranza; la tendenza poi a nascondere le difficoltà insite nella famiglia crea la sindrome “dell’Iceberg” in cui il disagio reale resta sommerso e celato alla società per nulla interessata ai piccoli problemi che vengono manifestati verso l’esterno. Le coppie allora “deflagrano” e spesso i figli diventano un oggetto di contesa e vengono coinvolti nel conflitto anzichè essere tranquillizzati sull’amore dei due rispettivi genitori. Un altro tema toccato dalla prof.ssa Iori è stato l’educazione dei bambini e la necessità di avere degli adulti autorevoli e credibili. L’accreditamento verso i propri figli non lo si ottiene attraverso la TV e le “super-tate” che ci vengono frequentemente propinate bensì attraverso un cammino di relazione e di capacità di gestione dei conflitti che sfocia nel prendersi cura “empaticamente “ dell’altro preoccupandosi di “sentire con il cuore dell’altro”. Al termine della relazione il pubblico ha poi avuto modo di porre diverse interessanti domande di approfondimento che sono state un’ulteriore ricchezza per gli uditori. Un caloroso e convinto applauso finale ha concluso i lavori di questo interessante evento. L’auspicio che viene posto in essere dopo questa conferenza è che si instauri sempre di più una promozione di fiducia nelle famiglie e fra le famiglie attraverso spazi di condivisione.
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