COMMEMORAZIONE SHOAH

Lapide a memoria dell'Olocausto, collocata sulla facciata della sinagoga di Alessandria (Italia)

Lapide a memoria dell’Olocausto, collocata sulla facciata della sinagoga di Alessandria (Italia)

“Chi non conosce la storia è destinato a ripeterne gli errrori”, sta scritto in un articolo per una commemorazione storica. E’ vero, conoscere e analizzare i fatti avvenuti può aiutarci a non ripetere gli stessi errori. Per questo il 27 gennaio di ogni anno, la Giornata della Memoria dedicata alle vittime della Shoah puntualmente ci racconta cosa è stato e cosa non deve avvenire mai più. Eppure, nel passato sono stati scritti tutti i richiami, gli appelli, le raccomandazioni, le indicazioni che Dio ha dato agli uomini per vivere bene, avendo uno stile di vita che Lo onori. Ma l’essere umano spesso, nella propria ribellione, sceglie di non seguire tali indicazioni, così le sue scelte provocano sempre tante soffrenze a sè stesso e agli altri.

Cordialità
Paolo Pagliani

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Ultime occasioni per visitare la mostra fotografica “Besa – un codice d’onore”

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Prosegue la mostra fotografica di Norman H. Gershman promossa da Istoreco “Besa: un codice d’onore. Albanesi musulmani che salvarono gli ebrei durante la Shoah”, visitabile tutte le domeniche fino alle 2 febbraio presso il Museo Gonzaga all’interno della Rocca di Novellara (orario d’apertura 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30). Ingresso gratuito.
BESA racconta , con immagini e parole, i testimoni diretti della solidarietà dell’Albania della guerra, concentrandosi su chi allora era bambino e oggi può raccontare quanto accaduto. A partire dai numeri. Nel 1933 l’Albania contava 803mila abitanti, fra cui solamente 200 ebrei. Ma quasi duemila profughi arrivarono dalla Germania dopo il 1933 e l’arrivo di Hitler al potere, ed altre migliaia vi cercarono rifugio dopo il conflitto. Nel 1943, quando il paese è stato occupato dai nazisti e comprende porzioni di territorio montenegrino, kosovaro e macedone, arriva un gesto di enorme coraggio. La popolazione albanese si rifiuta di obbedire all’ordine degli occupanti di consegnare le liste degli ebrei che risiedono entro i confini nazionali. Inoltre varie agenzie governative forniscono a molte famiglie ebree documenti falsi, con cui mischiarsi nel resto della comunità, senza far distinzione fra ebrei “albanesi” e profughi.
Mio padre diceva che i tedeschi avrebbero dovuto sterminare la sua famiglia, prima che lui permettesse loro di uccidere gli ebrei ospiti a casa nostra”. Sono parole splendide, di coraggio e umanità, che descrivono  il fortissimo obbligo morale che c’è alla base di BESA, un codice d’onore ancora oggi ritenuto il più elevato codice etico dell’Albania. “Besa” significa letteralmente “mantenere una promessa”: colui che agisce secondo il “Besa” è una persona che mantiene la parola data, qualcuno a cui si può affidare la propria vita e quella dei propri cari.
L’Albania, un paese europeo a maggioranza musulmana, ha successo dove altre nazioni europee falliscono. Tutti gli ebrei residenti in Albania durante l’occupazione tedesca, sia quelli di origine locale, sia quelli provenienti dall’estero, si salvano ad esclusione di una sola famiglia. Nel paese ci sono più ebrei alla fine della guerra che prima del suo inizio.

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Giorno della Memoria Due tragedie a confronto: la Shoah e gli sbarchi a Lampedusa

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Il Giorno della Memoria a Novellara diventa un’occasione per ricordare un recente passato e per non rimanere indifferenti rispetto alla storia che stiamo vivendo ora.
In occasione del 67esimo anniversario dell’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, tragico simbolo della Shoah, l’Amministrazione Comunale ha deciso di far propria un’altra tragedia internazionale che ci colpisce da vicino tutti i giorni: gli sbarchi a Lampedusa.
L’Amministrazione novellarese ha infatti diffuso la voce e la testimonianza di Giusi Nicolini, Sindaco di Lampedusa da maggio 2012, che, attraverso una dolorosa lettera, ha scritto dell’enorme fardello di dolore degli abitanti di Lampedusa per i tanti cadaveri di immigrati che sono stati loro consegnati. Il primo cittadino sottolinea l’impegno “solitario” dell’Amministrazione e delle forze dell’ordine che fanno di tutto per mettere in salvo questi profughi e, nei casi estremi, dare dignità anche a chi non riesce a sopravvivere alla traversata. L’intera lettera verrà letta e spiegata martedì 29 gennaio davanti alle classi della scuola secondaria di primo grado “Lelio Orsi” che porteranno in scena al teatro Franco Tagliavini gli spettacoli “I Barbari” e “Provaci ancora Beatrice”, realizzati dal gruppo dei laboratori teatrali per il Giorno della memoria. Prima dello spettacolo verranno anche proiettati due video su Lampedusa e Djibi Kante, uno dei profughi del Mali ospitato a Novellara, offrirà la sua personale testimonianza.
Gli stessi spettacoli teatrali saranno poi replicati la sera stessa alle 20.30 per tutti (ingresso gratuito).
Oltre a ciò, da qualche giorno, sul sito dell’amministrazione è stata pubblicata una breve ricerca con documenti storici tratti dall’Archivio Storico sulla vita del Cavaliere Carlo Segrè, unico ed ultimo ebreo di Novellara che, alla promulgazione delle leggi razziali fasciste si suicidò come estremo e tragico atto di ribellione contro esse. Proprio di Segrè il Comune di Novellara nel 2006 acquisì il personale archivio, quale importante fonte di documentazione storica e sociale del territorio.