Gentile direttore, nell’omelia quaresimale del nostro vescovo Massimo figurano degli idoli che, ha accennato, dobbiamo chiedere a Dio di estirparli dal nostro cuore. Il primo è il denaro e l’adagio corrente dice: <<guadagnarsi da vivere>>. Ma vi sono uomini che vivono solo per guadagnare. E non pochi e non da ora. Oggi sembra che il <<fare soldi>> sia divenuto un imperativo sociale. Ma alla fine, mi chiedo, il denaro dà o no la felicità? La domanda è sempre la stessa: è felice chi è ricco o è ricco chi è felice? La vera economia è la regolamentazione equilibrata e saggia della casa comune del mondo nella quale tuti viviamo. Altro idolo menzionato giustamente è il potere, il prestigio, il successo. Il poeta inglese Milton arrivava al punto di scrivere che <<è meglio regnare nell’inferno che servire in cielo>>, tanto è forte l’anelito del dominio e della supremazia sugli altri. Viene accennato nello straordinario intervento di S.E., anche la menzogna, che ci fa credere essenziale ciò che è provvisorio e fondamentale ciò che è passeggero. Di fronte a problemi sociali epocali, si è smarrito il senso del servizio, della solidarietà, per perseguire i propri interessi. Papa Francesco nel recente discorso, in occasione di un incontro all’Expo di Milano, ha ripetuto più volte, (quattro), la parola sofisma, cioè di non credere a ragionamenti apparentemente logici ma che in realtà portano a conclusioni false, bugiarde e assurde.
Cordialità
Paolo Pagliani