(reddite quae sunt Caesaris, Caesari et quae sunt Dei, Deo) Così nel Vangelo di Matteo (cap.22 v.21) viene riportata la risposta data da Gesù ai Farisei, i quali speravano di metterlo contro il governo romano in Palestina. Egli con le sue parole fece ben capire che è doveroso essere soggetti, onestamente, all’autorità, distinguendo però il potere temporale da quello spirituale
Dopo aver letto le dichiarazioni della signora Cristina Fantinati
http://www.modena2000.it/2011/09/29/il-pdlo-di-novellara-ecco-come-e-andato-veramente-il-festival/
ho chiesto delucidazione a Paolo Santachiara Assessore: cultura e servizi al cittadino
Risposta:
Caro Rinaldo,
noi cominciamo a fare molta fatica a rispondere a chi fa della bugia o della fornitura di dati non corretti la regola di comportamento. Pensiamo che i lettori capiranno da soli chi dice la verità o dice il falso. Così è avvenuto a livello nazionale con chi per oltre tre anni ha negato la crisi, attribuendola ai giornali di sinistra o a chi non voleva il bene dell’Italia. Da qualche mese anche gli ultimi ciechi la vedono e tutti oggi la riconoscono e sono certo che ogni cittadino italiano ricordi le tante dichiarazioni e tragga le sue dovute conseguenze.
Ma prima di riferire per te alcuni dati vorrei fare una riflessione più generale.
In Italia molti intendono la cultura esclusivamente come uno dei tanti modi di spendere il tempo libero, quindi una spesa voluttuaria, tra le prime da tagliare nei momenti di crisi.
Il Ministro Tremonti ha sostenuto che con la cultura “non si mangia” e il Ministro Brunetta è convinto che teatranti, musicisti, tecnici di luci e artisti in genere siano tutti “fannulloni, mangiapane a tradimento”.
Certo, il bilancio della cultura, delle arti non è mai calcolabile nel breve periodo, e la sperimentazione, la progettualità, il pensiero, e la creazione non sono beni immediatamente misurabili in termini di rendimento economico, ma, come ha sostenuto nel gennaio scorso Umberto Eco, “con Giuseppe Verdi si può mangiare, ma sicuramente non si mangia con l’anoressia culturale”.
L’Italia è il paese al mondo che detiene il maggior numero dei beni artistici e delle opere d’arte (si stima dal 55 al 70%), ed è fra i paesi più ricchi di storia e di cultura.
La cultura è pertanto per l’Italia uno dei pochi beni che non deve importare e che può essere un volano di sviluppo per l’intero paese.
Ma innanzi tutto, la cultura è un “lievito”, è elemento fondamentale per formare il tessuto sociale e civile di un paese, per la sua crescita umana e morale, per l’alimentazione dell’identità, per migliorare la qualità della vita, inoltre, per noi italiani in particolare, è di stimolo per l’economia, per lo sviluppo, per l’innovazione e la competitività.
E’ evidente che chi riveste ruoli istituzionali in ambito culturale, deve sentirsi responsabile della qualità della vita, del benessere fisico e “spirituale” della cittadinanza perché è dal cammino culturale, da ciò che si custodisce dentro, da come si alimenta la nostra interiorità che dipende il nostro agire il nostro essere nella comunità.
Occorre pertanto pensare, progettare e operare immettendo, stimolando, provocando azioni, situazioni che favoriscano la crescita della conoscenza, della responsabilità, della fratellanza, della giustizia, della valorizzazione delle diversità, del rispetto del pianeta, e del gusto del bello nella comunità.
Il Festival cerca di offrire opportunità di ascolto, di riflessione, di confronto su temi chiave del nostro momento storico, chiamando persone che possano aiutarci in questa sosta e proponendo tante attività che affrontino il tema da diversi punti di vista (il cinema, il teatro, il laboratorio didattico, la musica, la danza, il gioco, il fumetto, la biblioteca vivente, ecct). Di questo ne siamo convinti e di questo ci sentiamo responsabili nei confronti della comunità novellarese.
Ora, per quanto riguarda i dati vorrei farti solo qualche esempio: alla conferenza di Enzo Bianchi del sabato mattina alle 10.30, sotto un sole cocente, erano presenti 780 persone (sono state contate una ad una). Considera che i ragazzi dell’Istituto Don Iodi presenti erano cinquanta. Con Prodi erano presenti oltre 400 persone, con Luciano Manicardi alle 9.30 della domenica mattina circa 200 persone e lo stesso con Salvatore Natoli nel pomeriggio. Alle conferenze di Novellara hanno partecipato in totale più di 2000 persone.
Per non parlare dei laboratori didattici tenuti in Biblioteca che hanno visto la partecipazione di oltre 250 bambini e ragazzi senza considerare i laboratori degli adulti, la biblioteca vivente, ecct. Fra sabato e domenica oltre 1100 persone hanno visitato la Biblioteca, il Museo, l’Archivio storico e l’Acetaia. E da ultimo la cena sotto i portici del sabato sera ha avuto il tutto esaurito coi 340 coperti.
Per quanto riguarda i costi, il Festival è costato 68.000 euro di cui l’80% finanziato da sponsor che hanno creduto e sostenuto l’iniziativa. Il comune di Novellara ha investito 8000 euro. Manca ancora il contributo promesso dalla Regione e quando arriverà abbasserà, o forse azzererà, il contributo di Novellara.
A chi ci accusa di sperperare i soldi vorremmo ricordare che quando il Governo ha deciso di separare il recente referendum sull’acqua dalle elezioni amministrative, con la speranza di farlo fallire, ha speso oltre 300 milioni di euro. Questa cifra per Novellara ha significato circa 70.000 euro. La stessa cosa è avvenuta con il referendum del 2009 dove il Governo ha speso altri 400 milioni di euro che per Novellara corrispondono a circa 100.000 euro. Questi sono stati 700 milioni spesi e sprecati che per Novellara corrispondono 170.000 euro.
Un caro saluto paolo
Non mi rimane che ringraziare l’amico Paolo Santachiara per la spiegazione e il chiarimento. Grazie !
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