A FERRAGOSTO

images (1)Sotto il sole incandescente del ferragosto, in un anonimo caseggiato di città, con le tapparelle abbassate e in un bagno di sudore, una persona è là, davanti al telefono: c’ è una speranza residua, quella che qualcuno si ricordi di lei e faccia uno squillo. E invece il telefono, il campanello di casa, le stesse vie deserte tacciono. In questa scena vi si riconosce qualcuno: è un anziano o un malato o uno straniero o semplicemente uno che ha perso tutti o è dimenticato da tutti. Nessuno lo chiamerà né oggi né domani. Nessuno avrà un fremito di amore; nessuno gli stenderà una mano per fargli una carezza. E’ una scena che regge uno dei bellissimi racconti di Antonio Debenedetti: un vecchio che ha appena perso sua moglie, in un agosto infuocato, sente il peso insopportabile della solitudine. Immaginare quella scena fa rabbrividire mentre si è in compagnia di altri, nella festa, nel pranzo. Chissà come sarebbe contenta una simile persona se si prendesse in mano il telefono per dire poche parole!
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SIAMO NOI GLI ALIENI

degli-alieniLa gioia non è di un altro mondo!
Siamo noi gli alieni che non sappiamo cercare.
Siamo noi che vogliamo senza saper dare.
Siamo noi che ci trastulliamo nelle tristezze, nel pudore, nel timore dei giudizi di chi teme di peccare, amando ciò, che ci fa fremere il cuore, ma che non ci appartiene con atto indissolubile certificato dalla morale.
Siamo noi gli alieni incapaci di vedere in un’opera d’arte il sorriso della vita o che in un fiore sboccia l’avvenire.
Siamo noi gli alieni frenati nella gioia di regalare una carezza, una parola, un piccolo gesto d’amore, che sarebbe una speranza per chi non l’ha mai avuta o per una certezza per chi si sente trascurato.
Siamo noi gli alieni, viviamo nel mondo dell’apparenza dove tutto si riduce a fretta e a vanitosi schermi o deformi specchi in cui cerchiamo la nostra immagine e non ci riconosciamo riflessi al naturale nella verità di una limpida pozza d’acqua.

Buona giornata
Paolo Pagliani