LO SPREAD E’ UNA COSA SERIA

spread2Caro direttore, all’apparenza dello spread che sale potrebbero fregarsene gli evasori fiscali perché i tassi di interesse sul debito pubblico che crescono significano tasse più alte domani… per chi le paga. Quando sale il costo del debito, si innalza anche il costo della raccolta di capitali delle banche italiane, in quanto la loro sorte appare legata a quella del nostro Stato. Uno spread più alto rende in breve più costoso e anche più difficile da ottenere, il credito per le imprese e le famiglie; non è un imbroglio come qualche sprovveduto sostiene. L’effetto principale di tassi più alti su BoT, CcT, BtP, sono maggiori spese per lo Stato, dunque per noi contribuenti. E’ stato calcolato che un punto in più da qui alle elezioni, ci costerebbe se scaricato sulla benzina, 10-15 centesimi in più al litro per un anno. Quando si insediò il governo Monti si prevedeva di dover pagare nel 2012, la bellezza di 94 miliardi di euro di interessi. A distanza di un anno quasi finito, dopo varie oscillazioni, pare si fermerà a quota 86. Se avessimo dovuto accollarci i 94 miliardi, sarebbe stato necessario, ad esempio, appesantire di oltre un terzo in più l’IMU, altro che abolirla! Ringraziamo anche il Mario di Francoforte per avercela fatta passare bene ma il rischio è stato enorme.

Cordialità
Pagliani Paolo

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PAGELLE SCOMODE

Gentile direttore, negli ultimi giorni le agenzie di rating, quelle che danno voti di affidabilità all’economia finanziaria dei vari Paesi, hanno declassato ancora una volta l’Italia e in misura minore altre nazioni europee.
Per ora questa brutta pagella non ha avuto effetti sui mercati, stiamo vivendo un momento di stasi ma sarebbe un errore sottovalutare questi giudizi, non rimandandoli al mittente ma prendendoli sul serio.
Salvo situazioni estreme, non è mai una scelta saggia né utile alla crescita individuale e collettiva, quella di screditare chi pronuncia un parere critico nei nostri confronti.
La realtà dei fatti è che nonostante i timidi segnali di questa lunga estate, la situazione del debito pubblico italiano e più in generale del sistema economico, industriale e produttivo rimane seria e grave, confermato dall’enorme spread, (370 punti), tra i Bund tedeschi e i nostri Btp, troppo alto, nonostante le parole rassicuranti dell’Europa.
Credo non esistano complotti di nemici dell’Italia che ci stanno attaccando e screditando, sono invece convinto che la fiducia sia sempre stata un fattore decisivo dell’ economia e del mercato, ora essendo ai minimi storici quella italiana, non c’ è da stupirsi se Moody’s e le altre agenzie, ci infliggono continui declassamenti.
Occorrere evolvere verso un sistema con meno finanza speculativa e più imprenditori civili, con meno Stato e più società, con meno individui e più relazioni; richiederà tempo l’uscita da questa crisi, forse decenni, perché essa è il frutto di un modello economico insostenibile. La globalizzazione ha veramente cambiato il funzionamento del mondo, dando all’ economia e ai mercati un ruolo nuovo e cruciale.
Cordialmente
Paolo Pagliani
Novellara