IRAQ, SPARITE BANDIERE DELLA PACE

Caro direttore, non vedo più in giro, se non una sgualcita in periferia, bandiere della pace come a suo tempo contro la guerra degli USA in Iraq. Oggi in questa nazione c’è una situazione drammatica per le popolazioni, specie cristiane; la sonnacchiosa Europa, cerca di dare quattro fucili da caccia ai curdi sperando che le stragi finiscano da sole oppure con il solito intervento americano. Quello che stupisce è l’ atteggiamento dei <<media>> e dei pacifisti doc che in Italia dovrebbero abbondare ma nessuno espone bandiere della pace forse perché mancano ordini dei soliti guru oggi dormienti. Il pacifismo a senso unico dovrebbe invece oggetto di qualche valutazione seria da parte dei <<media>> cartacei ed eterei!
 
Cordialità
Paolo Pagliani
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“Guerra delle bandiere”, una guerra persa in partenza

“Sono spazi di libertà”, sostengono i cittadini a proposito dei vessilli referendari apposti su finestre e balconi privati, mentre per il PdL novellarese si tratta “di propaganda elettorale fuori dalle zone autorizzate”. Riflessioni sull’inopportunità legale e politica di questo tipo di argomenti nei confronti dell’unico strumento di democrazia diretta a disposizione dei cittadini

Alessandro Cagossi (West Virginia University, Dipartimento di Scienze Politiche)

La querelle sui vessilli elettorali partita dal Pdl novellarese a metà maggio ha trovato spazio non solo sui giornali locali ma anche sui media nazionali. Come ricercatore di scienze politiche, indipendente e non iscritto a nessun partito, mi sono sentito in dovere di dire la mia su questa vicenda. Premetto che all’epoca dei fatti (poco dopo metà maggio) mi trovavo negli Stati Uniti ma la massiccia copertura mediatica della vicenda mi ha permesso di ricostruire i fatti e di conseguenza prendere posizione.
La notizia la conoscono in molti ma vale la pena di riassumerla. A Novellara il consigliere comunale del Pdl Cristina Fantinati ha scritto al sindaco, al prefetto e alla polizia municipale chiedendo di eliminare le bandiere dei vari movimenti per i referendum sull’acqua e sul nucleare esposti su finestre, balconi e cancelli di abitazioni private perchè si tratta “di propaganda elettorale fuori dalle zone autorizzate”. Il Pdl ha fatto leva su una legge del 1956 che vieta ogni forma di propanganda (pena una sanzione che può arrivare a 1000 euro) nei trenta giorni precedenti la data fissata per elezioni o referendum. Di conseguenza, gli esponenti del partito di Berlusconi ne hanno richiesto la rimozione.
La legge del 1956, che è stata anche pubblicata nel sito online di qualche prefettura in occasione del recente referendum, proibisce “l’affissione o l’esposizione di stampati, giornali murali e manifesti, di striscioni o drappi, di cartelli, di targhe, stendardi, tende, ombrelloni attinenti, direttamente o indirettamente, la propaganda elettorale in qualsiasi altro luogo pubblico o aperto al pubblico, nelle vetrine dei negozi, sulle porte, sui portoni, sulle saracinesche, sugli infissi di finestre e balconi, sugli alberi o sui pali ancorati al suolo”.
Ritengo che sia dal punto di vista giuridico sia da quello politico l’iniziativa portata avanti dal Pdl novellarese sia risultata alquanto inopportuna. A livello giuridico, innazitutto, ci sono varie spigolature legali che avrebbero suggerito maggior prudenza. Innanzitutto, se sul balcone di casa espongo un vessillo con su scritto “no al nucleare” sto esprimendo una mia opinione e nessuno mi puo’ vietare questa libertà. In realtà, dopo l’esposto del Pdl, perfino l’oratorio cittadino ha ritenuto di rimuovere uno striscione che ricordava che “l’acqua è un bene di Dio e a disposizione di tutti”. Dimostrare da un punto di vista legale che queste sono indicazioni di voto è praticamente impossibile.
Le legge è la legge ma invece di insistere su una legge sbagliata che si presta a molteplici interpretazioni, sarebbe più opportuno adoperarsi per cambiarla, quella legge. Non a caso due esponenti dell’opposizione, Valerio Onida del PD e l’avvocato Pietro Adami dell’Italia dei Valori si sono espressi in maniera diametralmente opposta sul tema, a dimostrazione che il consenso non esiste sul tema.
Infatti, la legge del 1956 parrebbe essere molto chiara ma non dichiara espressamente il divieto di fare propaganda in luoghi privati. Questo potrebbe essere visto come un cavillo ma chi ha subito l’azione della polizia municipale può fare ricorso reclamando che il diritto di espressione nel proprio privato è prevalente sulla necessità, pur legittima, di evitare abusi elettorali o referendari. E il giudice potrà richiedere l’intervento della corte costituzionale per dirimere la questione. Resta inteso che affiggere cartelli elettorali o referendari con indicazioni di voto in zone pubbliche non autorizzate come ai lati della strada, su cavalcavia o su rotonde, rimane illegale.
Infine, anche se la legge del 1956 non risulta essere stata abrogata, la corte costituzionale nel 1995 chiamata ad esprimersi su un referendum organizzato proprio in quell’anno ha sentenziato che il divieto espresso dalla legge del 1956 non si applica al referendum perché, in estrema semplificazione, referendum e elezioni politiche sono fattispecie diverse e quindi la propaganda elettorale e le campagne referendarie vanno disciplinate in modi differenti. La pubblicità elettorale di un candidato si esprime con nomi e simboli di partito, mentre la promozione di un referendum non implica simboli politici, nomi di candidati, o indicazioni di voto.
Chi si appella alla legge del 1956 ritiene che la sentenza del 1995 si applicasse solo al referendum tenutosi proprio in quell’anno e non a quelli successivi, come quello recente. Ma allora non si capisce come mai il referendum del 1995 debba essersi tenuto con regole valide solo in quell’occasione e poi nei seguenti si sia tornati ai divieti del 1956.
E’ giusto che la giustizia vada perseguita anche nelle piccole cose e che le regole vadano fatte rispettare, ma con ragionevolezza e con le giuste cautele. Insomma, cavillo legale contro cavillo legale, diverse concezioni della giurisprudenza e potenziali conflitti tra diritti su cui ci si potrebbe confrontare all’infinito fanno apparire inappropriata (se non del tutto sterile) l’iniziativa del Pdl novellarese.
A livello politico credo che sia stato quantomeno inopportuno andarsi a insabbiare in argomenti che molti ritengono urticanti proprio perché vanno a toccare nel vivo prerogative morali ed etiche come la libertà di espressione delle persone, soprattutto nel proprio privato. Altri argomenti non c’erano? Per esempio degno di nota è stato l’incontro organizzato in aprile dal Pdl novellarese con Franco Battaglia, noto sostenitore del nucleare. Promuovere iniziative per informare i cittadini, in un modo o nell’altro, è lodevole.
Innanzitutto c’è da chierersi quali benefici abbiano avuto i promotori di una iniziativa del genere. Non molti, tanto che anche Ercole Cigarini portavoce del Pdl di Cadelbosco Sopra ha definito la guerra delle bandiere “un autogol da autolesionisti”. Giustamente, Cigarini fa notare che gli orientamenti delle persone sui temi referendari spesso non sono legati ad appartenenze politiche, e quindi l’iniziativa del Pdl novellarese sarà andato a discapito anche di elettori di centrodestra. Tecnicamente, lasciando o togliendo le bandiere referendarie non si favorisce nè si penalizza nessun partito. “Non esagerei rispetto a chi espone vessilli nelle proprie abitazioni” ha detto il consigliere regionale del Pdl Fabio Filippi, mentre la Lega Nord in evidente imbarazzo ha preferito tacere lasciando solo il partito alleato.
Questo tipo di iniziativa, poi, si è prestata a facili strumentalizzazioni da parte degli avversari politici che hanno tacciato il Pdl di promuovere crociate oscurantiste per impedire ai cittadini di esprimersi liberamente a casa propria. Addirittura c’é chi ha scritto che Fantinati ha segnalato di volta in volta tutte le case e i luoghi privati di Novellara in cui comparivano questi manifesti chiedendo che la polizia municipale intervenisse per rimuoverli. Magari non sarà vero, ma si tratta di un’iniziativa che si presta a questo tipo di attacchi.
Non stupisce neppure che molti cittadini abbiano reagito veementemente ritenendo l’iniziativa del Pdl come un tentativo di intididazione o censura piuttosto che un genuino desiderio di far rispettare la legge. “Nessuno può entrare a casa mia per togliere una bandiera dove esprimo un’opinione” ha affermato una donna intervistata da una televisione locale. E a livello popolare la guerra delle bandiere ha scatenato una vera e propria rivolta con un numero ancora maggiore di drappi esposti in tutta la provincia.
Mi fermo qui, anche se ce ne sarebbero molte altre da dire: sul rispetto della legge, innanzitutto, i cittadini si aspettano comportamenti esemplari dai propri rappresentanti che non credo ultimanente si siano particolarmente distinti in tal senso: Berlusconi che ha cercato invano di annullare i referendum; le televisioni che stanno boicottando la campagna di informazione referendaria, nonostante sia obbligatorio per legge informare i cittadini; si sa che il centrodestra è favorevole al nucleare ma che  l’opinione pubblica non la pensa così dopo il disastro giapponese. E via dicendo.
Credo che la guerra delle bandiere promossa dal PdL locale abbia significato avventurasi in un terreno minato da dove sarebbe stato meglio stare alla larga. Non credo neppure che questo sia il tipo di libertà che hanno in mente gli elettori del Popolo delle Libertà. Concludo facendo notare che i difensori della privacy di Berlusconi sostenevano che “non si guarda dal buco della serratura” quando si trattava di difenderlo dagli scandali sessuali. Alla luce di quel principio non credo che il Pdl possa permettersi di mettere il naso sui balconi dei novellaresi come è stato fatto recentemente.

Biciclettata attraverso Novellara con bandiere tricolore, acqua pubblica e nucleare

Buongiorno, mi chiamo Paolo Bernini e faccio parte del comitato referendario acqua pubblica bene comune di Novellara. In concomitanza della festa  del 2  giugno stiamo organizzando un biciclettata attraverso Novellara. Il nostro scopo è quello di sensibilizzare tutti i cittadini verso l’importanza di questo referendum e anche di dargli visibilità perchè come pure voi sapete, attraverso i media è presente una grande disinformazione…  Avremo bandiere tricolore, acqua pubblica e nucleare (“si” per abrogare la legge che vuole la centrali) ..Alla fine della biciclettata ci recheremo tutti verso l’Arginone dove terremo un pic nic ..
per ulteriori info 
Paolo Bernini 3462212975 – Cristian Veronesi 3489107243

Ecco il perché si è bugiardi con inesattezze e falsità

La capogruppo PDL Cristina Fantinati, in perfetto stile Berlusconiano, persiste nella sua sistematica campagna mistificatoria e continua a dire inesattezze e falsità, cercando così di ergersi a vittima di chissà quale congiura, forse nella speranza di sminuire la portata della figuraccia che ha rimediato negli ultimi giorni.
Ne sono un esempio le ultime dichiarazioni rilasciate ai giornali sul suo operato in merito alla vicenda delle bandiere pro-referendum.
Dalle parole che si leggono sulla stampa infatti sembrerebbe che la pressione esercitata sul corpo della Polizia Municipale si sarebbe limitata ad un semplice fax, fatto quasi contro voglia, con l’unico obiettivo di riportare l’amministrazione “sulla retta via” della legalità.
Dalle verifiche effettuate invece si può benissimo dimostrare (documenti alla mano) un comportamento assolutamente diverso e una cronologia degli eventi non in linea con quanto affermato dalla Fantinati.
Tutto inizia il 12/05 con una comunicazione verbale all’ufficio elettorale, seguito il 13/05 da un fax alla Polizia Municipale, al Prefetto e al Sindaco.
Quindi una serie infinita di telefonate direttamente all’ufficio dei vigili ed alla centrale operativa di Guastalla e alcune mail, una il 16/05 e l’altra il 18/05, con le quali si chiedeva addirittura conto agli agenti di polizia del numero di sanzioni elevate ai cittadini per aver violato le norme sulla propaganda elettorale.
A seguito di questo martellante pressing e viste anche le indicazioni della prefettura, la Polizia Municipale non si è potuta esimere dall’intervenire presso alcune abitazioni private, limitandosi però alla semplice segnalazione, senza applicare sanzioni.
I partiti della coalizione di maggioranza (PD, IdV, Rifondazione Comunista e Sinistra per Novellara) ritengono corretto questo modo di agire degli agenti di polizia, così come ritengono sia stato corretto l’atteggiamento del Sindaco che si è immediatamente attivato per trovare una soluzione positiva a questa disdicevole situazione.
Soluzione che è stata poi finalizzata con l’emissione di una circolare (670/2011) con la quale si invitano gli agenti a valutare di volta in volta le segnalazioni pervenute ed a discemere i casi in cui trattasi effettivamente di divieto di propaganda elettorale dai casi di semplice pubblicità, di manifestazione del proprio pensiero e come tale non perseguibile.
Riguardo poi l’affermazione di Fantinati che ci accusa di voler liberalizzare la campagna elettorale, facendo in modo che chi ha più soldi ed è più potente invade gli spazi a scapito della parità dei diritti, ha indirettamente risposto il suo leader occupando di fatto le reti televisive nazionali per la propria campagna elettorale in spregio ad ogni norma che regola la par condicio.

Partito Democratico di Novellara
Italia dei Valori
Rifondazione Comunista
Sinistra per Novellara

Non sei Tu il problema. Ecco perché della scarsa informazione.

Più ci si trova in difficoltà e più si cade in basso nella dialettica e nel confronto. Questo sta succedendo al PDL novellarese, che rispecchia pienamente la situazione di difficoltà del PDL nazionale. Si è infatti potuta notare la bassezza delle argomentazioni anche agli sgoccioli della campagna elettorale milanese. Si screditano gli avversari politici con insulti o accuse infondate, tanto per loro basta gettare fango su tutto e tutti per cercare di recuperare qualche voto.
Anche a Novellara il PDL va a colpi di dossieraggi, gossip, clamorose scoperte “hot” tanto per attirare l’attenzione. Ma crediamo che la gente ormai sia stanca di questi atteggiamenti, di questi discorsi e falsità. Senza parlare dell’attività frenetica di andare a scovare nei balconi delle case bandiere pro-referendum (a favore dell’acqua pubblica) e addirittura farle togliere….. immaginiamo dia molto fastidio a loro che i cittadini abbiano un’opinione su un tema delicato come l’acqua (che il centro-destra vuole privatizzare), dà fastidio che si parli del referendum…. Nucleare e Legittimo Impedimento! Certo, han paura che la gente vada a votare e faccia cambiare i piani del Governo. Non si pensa però che si spenderanno milioni di euro (soldi pubblici) per questo referendum (che non han voluto accorpare alle amministrative)….. un referendum che loro stanno cercando di vanificare anche con la scarsa informazione e laddove c’è informazione vorrebbero zittire tutto e tutti.
Sarebbe sicuramente più costruttivo un sano confronto su temi politici….. ad esempio il PDL invece di attaccare senza ritegno su questioni futili, avrebbe potuto partecipare all’incontro di lunedì 16 maggio sul “legittimo impedimento” che si è tenuto a Novellara, oppure potrebbero cogliere l’occasione di confrontarsi sull’acqua pubblica la prossima settimana (25 maggio). Le occasioni di confronto non mancano, ma evidentemente la loro attività preferita non è quella di fare politica.

Partito Democratico di Novellara
Italia dei Valori Sinistra per Novellara
Partito di Rifondazione Comunista

P.S.
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