LA SCOPERTA DEI NONNI

Le sarà capitato, gentile direttore, di osservare in un giardino ciò che si svolge tra un nonno e un bambino. A me tante volte e ne sono sempre rimasto incantato. Il bambino parla e il nonno lo ascolta, senza lasciarsi scoraggiare da parole incomprensibili o frasi sconnesse, preso anche lui in una sorta di cerchio magico in cui ciò che conta è lo sguardo fiducioso del piccolo e la stretta della sua manina. Questo per quanto riguarda i più piccoli mentre per i più grandi leggere insieme o risolvere un problema di matematica, sono sempre occasioni imperdibili che contrassegnano un rapporto straordinario di fiducia. Si confidano con loro, si fanno coccolare, inventano insieme giochi spesso sconosciuti ai genitori, chiedono la loro intercessione per ottenere qualcosa che a loro era stata negata. Capita spesso che i genitori siano critici nei confronti dei nonni, accusati di essere toppo permissivi; <<lo vizi troppo>> è il solito ritornello. Anche Papa Francesco nei mesi scorsi ha dichiarato: <<Non andare a trovare i nonni è peccato mortale>>. Veniale o mortale non importa, cò che conta è che sia stato messo il dito su una questione fondamentale, quella del rapporto tra generazioni. Si tratta infatti di una delle poche valvole di sicurezza nei confronti delle distorsioni di cui soffre la nostra società, nella quale la carta dei valori sembra diventare sempre più sbiadita. E per i nonni questo rapporto intergenerazionale significa moltissimo come non rinunciare a cogliere il dipanarsi della vita, significa riuscire a fare in modo che il presente, inevitabilmente impoverito, e il futuro, inevitabilmente ridotto e incerto, siano riscattati da un tesoro accumulato, un passato che continua a farsi presente e che permette di sentirsi ancora vivi e utili anche se le forze cominciano a venire meno.

Cordialità
Paolo Pagliani
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Progetto ACCOGLIENZA “JAIMA –TENDA 2015”

L’associazione JAIMA SAHRAWI di RE Comune di NOVELLARA presentano il XVI° progetto ACCOGLIENZA “JAIMA –TENDA 2015”

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GIOVEDI’ 5 MARZO ORE 21.00 Sala Civica – Municipio di NOVELLARA

Accogli un bambino SAHRAWI
nel mese di luglio a casa tua!!
La prossima famiglia vuoi essere tu?

Per informazioni Associazione “Jaima Sahrawi” – Reggio Emilia tel. 333.4450028-333.6165604 Ufficio scuola dell’Istituzione I Millefiori il sabato dalle 9,00 alle12,00

locandina pubblicitaria 5 marzo

Cantare per superare un trauma

Il percorso di ricerca di una psicoterapeuta e di una musicoterapeuta

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Palazzo Bonaretti Editore (Novellara) Tel. 0522652276

Una psicoterapeuta e una musicoterapeuta si incontrano, in questo volume scritto a quattro mani, per confrontare le loro professionalità su di un campo di intervento delicatissimo ed estremamente “forte”: una bambina, in cura dalla psicologa, è stata vittima di un prolungato abuso da parte del padre senza il conforto della madre, capace solo di lanciare messaggi di confusione e indifferenza al fatto. Da una richiesta di aiuto per tentare una collaborazione professionale sul caso in oggetto, nasce un interessante percorso di ricerca che mette in stretta relazione l’esperienza musicale – principalmente attraverso pratiche di ascolto e di espressione vocale – e il vissuto traumatico della bambina, nell’intento di riarmonizzare la sua relazione con se stessa, con l’adulto protettivo e con il mondo intero. Da un lato vengono analizzati gli elementi legati all’esperienza di abuso: i disturbi della sfera cognitiva della bambina dovuti a importanti alterazioni emotive, l’emergere in lei dei sentimenti di vergogna e di colpa, il contemporaneo affiorare nell’adulto di forme di distorsione nella percezione delle reazioni infantili. D’altro canto si ragiona sulla musica come modo – forse unico – per aver ragione dell’universo rumoroso e caotico che circonda ogni bambino dal momento della nascita. L’esperienza sonora diventa il campo di sperimentazione che gli può consentire di rielaborare suoni e rumori, di renderli quasi prevedibili e di attenuare i sentimenti di timore e di angoscia, in un gioco di previste e anticipabili soluzioni. La musica si pone quindi come uno strumento privilegiato per riportare il bambino ai suoi pensieri, per renderlo capace di gestire emozioni forti quali paura e ansia e per ridurre i suoi problemi di attenzione e di concentrazione. Alle autrici Anna Pace e Monica Maccaferri va il merito d’aver aperto la strada a un campo di ricerca di sicuro interesse e di aver fornito alcuni spunti e strumenti che potranno servire, da stimolo e da base di riferimento per sviluppare nuove ipotesi di intervento e cura.

info n. 349-3974777

info n. 349-3974777

IL FIGLIO DELLA SOBRIETA’

padre_figlio_telomeriMi chiamo Cristian e sono un alcolista, ho 45 anni ed ho appena tenuto in braccio il mio ultimo bambino che è nato sei mesi fa e mi son detto che è ora che ringrazi A.A. Un bambino che ha portato un soffio di aria nuova in casa, che sorride, che prolunga la mia giovinezza: per questo figlio che un giorno potrà dire di non avere mai visto suo padre ubriaco. Se due anni orsono qualcuno mi avesse detto che io avrei smesso di bere e avrei avuto un altro figlio, mi sarei messo a ridere e lo avrei coperto di insulti. La bottiglia mi aveva veramente preso alle spalle e non mi mollava, proprio come la <<scimmia>> e stava distruggendo tutto, famiglia, aspirazioni, sogni. Eppure non mi mancava nulla per essere felice: una moglie saggia e premurosa, due figlie splendide, sono professore universitario avendo anche soddisfazioni dallo studio, (pubblicazioni apprezzate). Da due anni non partecipavo più ad un congresso, neanche più mi invitavano perché sapevano che all’ultimo minuto non sarei andato. Ero arrivato al punto di non essere in grado di tenere materialmente in mano la penna: una volta dovetti firmare una comunicazione sul diario di mia figlia e mia moglie credette che la bambina avesse contraffatto la firma, tanto la grafia era incerta! Mancai due appuntamenti importanti, sarei dovuto andare a un congresso a Monaco di Baviera (figuriamoci!), avevo mandato a monte un saggio per una rivista e avevo in mente un libro, non riuscivo però a decollare. Naturalmente c’era un colpevole di tutto questo: mia moglie e chi sennò? Me ne andai di casa, feci scrivere da un avvocato la separazione però mia moglie stracciò la lettera e mi venne a riprendere; pesavo 120 Kg., ero gonfio come un pallone, il fegato si stava distruggendo. Fu allora, più per disperazione che per speranza, chiesi l’aiuto di Alcolisti Anonimi e fu come vedere il sole a mezzanotte: mai avevo sentito parlare con tanta pacatezza, con tanta serena accettazione, con tanta semplicità. Non mi fu difficile rinunciare al primo bicchiere ma capii subito che senza il sostegno di chi aveva avuto il mio stesso problema, sarebbe stato facile ricorrervi a quel primo bicchiere. Da allora non ho più lasciato il Gruppo e il modo di vivere di A.A. mi aiutò molto quando mia moglie scoprì di essere di nuovo incinta: aveva anche una minaccia di aborto, tutti le consigliavano l’aborto, perché a 43 anni, non era prudente mettere al mondo bambini. La nostra fiducia è stata premiata con un bimbo bellissimo e sanissimo, vispo, allegro, sorridente. Dentro alla culla sono rinato anch’io. Le paure, le insoddisfazioni, i sensi di colpa e di inferiorità, i complessi, sono stati scalciati dai piedini di un piccolo bambino che ride  con la sua faccia <<impunita>>, dal figlio della sobrietà che mi è stato donato affinché non dimentichi il valore e l’importanza di rimanere sobrio. Senza A.A. tutto questo non sarebbe successo. Grazie dal profondo del cuore.

Cristian 

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tel. 346.303.70.00