ATTENTI ALLE IMITAZIONI

AMICI FACEBOOKGentile direttore, visionando Facebook stamani ho condiviso un link divertente dove appariva Tom cammuffato e Gerry che sosteneva: ” Esistono poche persone che meritano di essere chiamati Amici “. Considero l’amicizia pure io, come l’espressione più alta della socialità, proprio perché la dimensione affettiva prevale assolutamente sull’interesse. Perciò interrogarsi su questo legame serve, sia pure in modo indiretto, a stabilire il grado di coesione sociale esistente. Oggi viviamo un’amicizia allucinata, per lo più improvvisata dove conta quello che noi proiettiamo sull’amico più di quanto egli non sia, un’amicizia delle apparenze non delle qualità. Inoltre l’uso del termine è speso con troppa facilità venendo talora riferito a semplici conoscenze che sono rivendicate come una decorazione del proprio status sociale. Tanto che il numero delle amicizie presunte è direttamente proporzionale all’aumento del proprio potere sociale e della propria fama. In realtà si tratta soltanto di amicizie illusorie o semplicemente inventate. In questo momento storico sembrano smarrite le condizioni stesse che promuovono l’ amicizia; i cambiamenti troppo rapidi e lo sconvolgente numero di incontri che si limitano a una toccata e fuga impediscono un rapporto che ha bisogno di essere approfondito e coltivato. Una volta si respirava un clima diverso anche nei posti di lavoro che offrivano l’ opportunità preziosa di incontri prolungati e duraturi. L’indice di conflittualità che caratterizza il tempo presente, spinge sempre di più alla inimicizia e alla lotta, piuttosto a quell’intesa anche affettiva alla base dell’amicizia. Non è casuale che questo mutamento di questo legame (amicizia-inimicizia) nel mondo attuale, sia un ennesimo indice di disgregazione. Il che significa che, fino a prova contraria, le persone che incontriamo e ruotano intorno a noi sono dei nemici. Ecco dove nasce la diffidenza, la difficoltà ad accogliere lo “straniero”, un atteggiamento che dovrebbe sorprenderci se pensiamo che nella cultura greca e romana lo straniero era considerato portatore di novità, di conoscenza e di cultura, dunque un ospite sacro.
                                                                                              Cordialità
Paolo Pagliani
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PERCHÉ L’INCONTRO FA PAURA ?

Gentile direttore, durante un viaggio mi sintonizzo su un canale di musica e attualità dove il tema del giorno è l’incontro; il conduttore propone interessanti e provocatorie riflessioni in questi tempi in cui tutto entra facilmente in crisi. La parola incontro fa paura. La sera, tutti dicono di stare in casa per non fare… strani incontri. Per non parlare dell’incontro con il diverso, con chi ci sembra lontano da noi; un lontano che poi magari si rivela essere il vicino di casa. E   l’ immigrato? Non si sa niente di lui, per cui è meglio rinchiudersi nella propria identità, perché ciò che è identico non fa paura. Possiamo però dire, che tutti progressi dell’uomo sono nati da incontri. Le nostre radici cristiano giudaiche sono figlie di un incontro, i romani secondo il mito sono figli di Enea scappato da Troia: un turco. Poi ci siamo mischiati con gli etruschi che qualcuno dice d’essere di origine fenicia: libanesi, il pomodoro arriva dagli aztechi, ogni giorno usiamo i numeri…arabi! Tutti figli di incontri e senza la curiosità verso l’altro, la nostra identità non sarebbe mai nata. Il vero coraggio, come sostiene pure Papa Francesco, sta nel guardare in faccia l’ altro, scoprire una nuova identità e, già che ci siamo, anche un po’ della nostra. Forse i giovani sono in grado spesso di testimoniare meglio cosa sia l’incontro perché lo vivono in classe o nel tempo libero. Sanno cos’è è il confronto, lo scontro, l’amicizia con il diverso più di tanti scrittori o politici che parlano di chiusure e diffidenze. Basterebbe volgere lo sguardo verso figli e nipoti per scoprire come si fa, quali sono i limiti e i pregi di tanti incontri che ormai sono inevitabili. Asili e scuole sono le vere palestre dei cittadini del domani…sono i luoghi privilegiati dove non esistono discriminazioni e pregiudizi che spesso appartengono al mondo degli adulti. Sono i luoghi privilegiati dove si sperimentano i primi veri incontri della propria formazione umana. Non sprechiamo l’ occasione, non rinunciamo a noi stessi ma nemmeno rinunciamo all’ intrigante possibilità di scoprire chi vive vicino a noi.

Cordialità
Paolo Pagliani

jessica