Caro direttore,
mi sembra che ci siamo assuefatti, nel nostro delirio da profitto, a dare importanza a due soli elementi per creare benessere: i soldi e la tecnologia, lasciando in disparte la natura e la sua funzione insostituibile. Abbiamo dimenticato che per produrre qualsiasi oggetto, abbiamo bisogno dei minerali che provengono dalle viscere della terra. Non ci ricordiamo più che il nostro cibo proviene dai campi. Abbiamo dimenticato che i nostri mobili e la nostra carta provengono dalle piante. Abbiamo dimenticato che la nostra corrente elettrica, proviene come tante altre cose dal petrolio, che la natura ha prodotto in milioni di anni e ci stiamo scordando che ogni tipo di consumo produce rifiuti che il pianeta deve digerire. Un tempo se si chiedeva ad un ragazzino da cosa dipende la nostra vita, avrebbe risposto dal cibo, dall’acqua, dalla pioggia, dal sole e dall’aria che respiriamo. Oggi risponde che dipende dai soldi. Il guaio è che rispondiamo così anche noi adulti, perché la cultura del denaro si è impadronita della nostra mente e della nostra vita. Ma i nodi stanno venendo al pettine. Anni orsono un saggio capo indiano americano, aveva tentato di metterci in guardia: “Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, catturato l’ultimo pesce, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro”. Purtroppo non lo abbiamo ascoltato e la sua profezia si sta avverando velocemente.
Cordialità
Paolo Pagliani
Novellara