
Nei nostri occhi ci sono le vittime, le case distrutte, le macerie, gli ospedali bombardati. I bambini e gli anziani morti. Gli innocenti che pagano con indicibili sofferenze e spesso con la stessa vita la barbarie degli aggressori. Perché la guerra è tutto questo.
Ma il nostro giudizio etico morale lo diamo, non vogliamo nasconderci dietro nessuna ignobile foglia di fico.
Un giudizio che analizza con severità, e non per partigianeria, la situazione e condanna chi ha avviato la guerra, chi ha invaso contro ogni legge e diritto internazionale una libera e democratica nazione. Noi siamo per andar a toccare con mano chi è nel giusto e chi nel giusto non è. La vittima sacrificale della cupidigia di Putin è il popolo ucraino. L’aggressore non può nascondersi dietro il paravento di una presunta appartenenza storica dell’Ucraina alla grande madre Russia. Poi, attenzione, è aggredita anche la stessa democrazia, la nostra forma di convivenza pacifica. Il disegno è chiaro, non facciamo finta di niente, abbiamo rispetto e a cuore il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Perciò non possiamo che stare con gli aggrediti, senza distinguo, senza pericolosi “se” e “ma”, che la storia ci ricorda quanti danni e quanto porte hanno aperto alla malvagia dei dittatori, ai lori disegni infausti, ai lori destini di morte.
Sergio Calzari