
Le tristi vicende collegate all’infezione virale entrata nella nostra Casa Protetta ci impongono di parlare, di essere partecipi alle difficoltà, al disagio, al dolore che una tale situazione comporta per gli ospiti, per le loro famiglie e per tutto il personale.
Abbiamo deciso di parlare pubblicamente, poiché nell’emergenza una comunità si deve stringere, dev’essere unita, esprimere vicinanza, comprensione e solidarietà a chi affronta e vive una situazione difficile, angosciosa, drammatica.
Per questo respingiamo ogni forma di sciacallaggio, che in questo momento non fa che creare rabbia e divisione.
La nostra Casa Protetta, da sempre e non solo da oggi, per noi novellaresi è un orgoglio, un orgoglio per la sua storia, per l’umanità e l’amore che in essa non sono mai vacillati, per la solidarietà manifestata verso gli ospiti, verso le persone più fragili e deboli. Si tratta di aspetti di straordinaria rilevanza, che fanno onore agli amministratori, alle operatrici, alle infermiere e alla dirigenza medica che da sempre hanno saputo interpretare quel sentimento di attenzione, che è la prima forma d’amore, nei confronti di una struttura che noi, novellaresi, abbiamo al centro dei nostri valori più belli.
Non sarà un virus, seppur malefico, che verrà ad inquinare il nostro affetto, la nostra riconoscenza e il nostro appoggio a quanti nella Casa Protetta lavorano con impegno, dedizione, capacità, umanità. Ad Essi diciamo grazie ed esprimiamo il massimo sostegno soprattutto in questo difficile momento. Un grazie non sterile, né tantomeno di circostanza. Un grazie che accompagniamo con la nostra più profonda gratitudine, la nostra vicinanza, il nostro affetto più vero, quello della sincerità.
Sergio Calzari