VIVERE, VIVERE E ANCORA VIVERE

valzerUn filosofo, un certo Sachs, ebbe a dire: “La morte è più universale della vita; tutti muoiono, ma non tutti vivono”. Ecco il mio punto di partenza: per quanti anni io non ho vissuto preso com’ero dalla sola ricerca dell’alcol? Il mio lavoro mi portava a viaggiare per il Veneto e più ero lontano da casa più il ritorno era pieno di fermate: bar, osterie, bettole.
Non aveva importanza il luogo ma cosa mescevano, la mia richiesta era sempre la stessa: vino o cognac. Potete immaginare come era il mio rientro. Se ero troppo lontano da casa dormivo in albergo, premurandomi però di aver comperato una bottiglia di grappa che alla mattina trovavo vuota.
Fatta una doccia ritornavo al lavoro, ma una volta terminato, rientravo a casa facendo le solite ormai fisse fermate. Ricordo che una volta mi fermai in un Agriturismo e, terminato il pranzo, mi portarono una ciotola di grappa con un cucchiaio di quelli che si usano per la maionese. Non so quanto bevvi, ma di quell’Agriturismo persi le tracce.
Mi domando ora, parafrasando Primo Levi, “se questo era un uomo”. L’alcol mi aveva trasformato in un animale. Oggi 15 Aprile sono trascorsi esattamente 19 anni e due mesi da quando ritornai a vivere.
Vivere significa per me saper vedere con occhi nuovi tutto ciò che mi circonda; vedere le stagioni che si alternano con i suoi mille colori; io, appassionato della montagna, vedere e vivere sempre nuovi paesaggi e soffermarmi a guardarli con il cuore gonfio di gioia.
Mia madre mi diceva che la vita è un giro di valzer, per cui bisogna viverla intensamente e con volontà.
Ecco ciò che ora cerco di fare: vivere, vivere e ancora vivere.

Giancarlo, Veneto

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