DAL MEDITERRANEO IRROMPE IL SILENZIO

naufraghi

Gentile Direttore, ogni notte ci sono i sommersi e i salvati nel Sud del Mare Nostrum. Molti naufragi non vengono più riportati in prima pagina e anche nei siti web: pochi le vanno a leggere. Non portano pubblicità. Ci siamo assuefatti. Forse se ci facessero vedere la foto di un Alan, un poco ancora ci commuoverebbe. C’è una vasta cappa di silenzio fatta di Sos non raccolti o raccolti troppo tardi, di mezzi insufficienti, di minacciate stratosferiche sanzioni ai trasgressori del Decreto (in)Sicurezza di turno. Sgomenta voltare le spalle ai miserabili. E’ qualcosa che non fa parte nel Dna del nostro Paese. Almeno, fino a poco tempo fa. Se non si vuole guardarli in faccia, specie i bambini, almeno li si salvi davvero dal mare. Quante piccole imbarcazioni finiscono nei buchi della rete smantellata dei soccorsi? Non ne sapremo mai nulla. O forse è proprio il silenzio ciò che non pochi ormai, da noi come in Europa vorrebbero? Un opaco silenzio su media affollati di toto nomine di ministri, di previsioni di Borsa e anche di sciocchezze. Chi è nato dopo la guerra, come lo scrivente, ha sentito dai genitori l’ansia per la democrazia, le speranze di rinascita, i ricordi del conflitto, fatica a riconoscere questo Paese. Credo che esista però un’ Italia diversa, che non grida “prima gli italiani” per dispetto a qualcun altro. Che sa, come ha detto papa Francesco, che davanti a Dio non ci sono stranieri. E non occorre essere cristiani per ricordarselo. Basta essere uomini e donne.

 Cordialità
Paolo Pagliani

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