
Gentile direttore, chi ha partecipato l’altra domenica alla Marcia per la famiglia (31), oltre alle infinite polemiche di quei giorni, è rimasto colpito dalla violenza verbale dei contestatori e dalla pochezza delle loro argomentazioni, imperniate su rabbia, livore, furore e odio. Si son visti cartelli con scritte oscene e tante, tante bestemmie a cui si potrebbe rispondere. <<Caro amico, non sopporto chi bestemmia perché offende la mia sensibilità e quella di tutti i credenti. Se io venissi da te, amico/a bestemmiatore e ti dicessi che tuo padre è un porco e tua madre una p…. (scusi la volgarità), mi daresti un cazzotto in faccia. Perché dunque ti permetti di offendere mio Padre e mia Madre impunemente? Se tu andassi a farlo in qualche Paese islamico, faresti una brutta fine. Per tua fortuna vivi in Italia, una Nazione dove vi è il massimo delle libertà, compresa quella di bestemmiare. Per intelligenza, per rispetto e per educazione, ti invito sorella o fratello, di non abusare di questa libertà…>>
Paolo Pagliani
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