Caro Direttore, concordo con quell’Associazione che recentemente ha denunciato che la pietà è ormai morta parlando in tema di migranti dopo l’ultima vicenda relativa a 47 profughi. Non è giusto, a mio avviso, lasciar annegare centinaia di persone solo perché non hanno i documenti in regola: non è scritto così nella coscienza degli uomini liberi. I naufraghi vanno soccorsi, non rimandati nelle mani dei loro aguzzini ma trasportati nei porti più vicini e fatti rapidamente sbarcare. Solo dopo aver compiuto il nostro dovere di esseri umani possiamo pretendere un’equa distribuzione delle persone nei Paesi europei. Sono tristissime le storie di persone che fuggono dalle loro Nazioni attraversando deserti vagando per centinaia di chilometri per arrivare in Libia dove, (i superstiti), vendono derubati, picchiati e se pagano caricati su un barcone diretto in Italia. Se vengono poi salvati da navi ONG la loro avventura non è finita perché trovano qualche politico un po’ cattivo e molto furbo che impedisce loro di sbarcare. Senza rancore, con la voce soffocata dagli sconfitti, in nome dei bambini annegati, chiedo anch’io al ministro, di non perseguitare ulteriormente questi disgraziati con quella disumana crudeltà che sarà grave elemento di giudizio nel giorno in cui dovrà render conto (non a me) delle sue parole e dei suoi atti.
Cordialità
Paolo Pagliani

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