
Gentile direttore, l’intelligenza, che un autore (Ackerman) chiama anche il “genio”, è la capacità di fare bene ciò che chiunque riesce a far male. E’ un’abilità mentale che risulta eccezionale in confronto ad altre della propria specie o di una specie diversa. I piccioni hanno un genio per la navigazione, le ghiandaie e le nocciolaie ricordano molto bene dove hanno lasciato gli oggetti, una capacità mnemonica che fa apparire ben misera la nostra…il genio è la capacità di sapere cosa stai facendo – di “cogliere” il tuo ambiente circostante, comprendere le cose e scoprire come risolvere i problemi. I cani, a differenza degli uccelli non sanno fare quasi niente. Lasciati soli non costruiscono nidi né alcun manufatto, lasciati soli faticano a procurarsi il cibo per non parlare dell’abilità a scegliere un partner utile a mandare avanti la specie; si accoppiano a caso. Però hanno una qualità, della quale sono provvisti in maniera abbondantissima, quasi esagerata. Una qualità che noi uomini siamo spesso carenti. I cani sono capaci di provare empatia. Così ci hanno conquistato sempre pronti a partire con te per qualsiasi impresa ti venga in mente. Come dall’ addestramento ad annusare la vita sotto le macerie di un terremoto finché il cuore batte e il corpo è caldo fiutando cemento sbriciolato e trovare bambini senza più voce. Kaos grazie alla sua canina generosità e alla pazienza di chi lo aveva allenato, poteva rimanere ore e giorni a cercare persone sepolte così in fondo che nessuno di noi avrebbe neanche potuto immaginare. E’ morto non si sa se ammazzato o di infarto; la liturgia della riconoscenza è stata infranta e questo ci fa infuriare. Non come è successo a Victor, cane antidroga, che in Piazzale Marconi a RE, è riuscito a scoprire nei tubi di una pensilina droghe proibite. Questi “eroi” andrebbero tenuti in salvo, essere loro grati, mostrati alle cerimonie, mangiare cibi buonissimi, vivere al caldo, godersi una pensione felice perché sono un deposito aureo di bene che sta lì, a garantire che gli esseri viventi non precipitino verso la barbarie. Deposito che, ahimè, stiamo ormai saccheggiando senza pudore.
Cordialità
Paolo Pagliani
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