
Gentile direttore, il Censis afferma che nell’ultimo anno i delitti in Italia sono diminuiti del 10% rispetto all’anno prima. Che nel decennio gli omicidi si sono dimezzati, le rapine a meno di due terzi, i furti in forte flessione. Il Censis lavora con i numeri, con i dati. E noi, con questi alla mano, dovremmo uscire dalla lettura almeno un poco rassicurati: non siamo sommersi dalla delinquenza, non siamo “assediati dal crimine”. Ci attenderemmo dunque una ricognizione coerente dello stato d’animo degli italiani: più tranquilli, più fiduciosi. E invece. E invece sempre il Censis ci inonda di altri numeri e sono le cifre della paura. Una paura sorda, inquieta, stagnante come un sottile veleno, soprattutto nelle aree metropolitane dove un cittadino su due dice di sentirsi “insicuro”. Insicuro vuol dire che percepisce un pericolo, per la sua persona, per i suoi beni, non fronteggiato da adeguata protezione. Il sintomo di questa insufficienza percepita è preparare da sé la propria difesa. Porte blindate, inferriate alle finestre, sistemi d’allarme, quasi tutti (91%) fanno qualcosa. Ma il sintomo più inquietante è il diffondersi dell’idea che a difendersi giovi il possesso di un’arma da fuoco. E’ così: il Censis registra nel suo rapporto che il 40% è favorevole a criteri meno rigidi per munirsi di un’arma da fuoco. Per difesa, si capisce; ma quel che sa fare un’arma quando si usa, non è una cosa passiva; è che ferisce, è che uccide. No, non mi piace l’uomo armato, il tempo armato, la società armata. In un popolo, si spara tanto di più di quante armi ci sono. Ci sarebbero più incidenti; non mi sentirei più sicuro. Non devo esser io a difendermi. Dev’essere lo Stato. L’uomo che inizia ad armarsi comincia sempre dalla pistola ma poi non si ferma più: la pistola esercita una seduzione tattile, ha l’impugnatura zigrinata, una volta presa in mano non la metteresti più giù. E’ una droga. Quel 40% di italiani vogliosi di fare la prima esperienza subito dopo soffrirebbero di dipendenza. Che il popolo soffra, consciamente o inconsciamente, questa situazione, è brutto. E’ brutto non che senta il pericolo, ma che non si senta difeso. Che non abbia fiducia nello Stato. Che voglia ergersi a Stato. Che si armi, facendosi poliziotto di se stesso. E’ purtroppo un trend che sta marciando.
Cordialità
Paolo Pagliani
Paolo Pagliani