Gentile direttore, se le elezioni anticipate si svolgessero a luglio vista l’impossibilità a trovare una soluzione all’impasse istituzionale per la formazione di un governo, per le casse dello Stato ci sarebbe un esborso di oltre 300 milioni di euro (che arriverebbero a 400 con le indennità da corrispondere comunque ai parlamentari fino all’insediamento delle nuove Camere) dopo quelli già messi sul piatto lo scorso marzo. Organizzare una tornata elettorale ha costi decisamente alti, dovuti al numero di seggi allestiti (61.550) e all’impegno di quattro Ministeri, Esteri compresi; in totale circa 6 mila euro cadauno. A questa somma vanno poi aggiunti gli esborsi “a vuoto”, ovvero stipendi, diarie, rimborsi spese dei vari parlamentari, ai quali devono essere comunque corrisposti nonostante la legislatura, di fatto, non sia mai partita. Ogni senatore pesa sul bilancio di Palazzo Madama 10 mila euro lordi di indennità mensile, 3500 di diaria, 1650 di rimborso forfettario mensile delle spese generali e 2090 di rimborso delle spese per l’esercizio del mandato. Il tutto è da moltiplicare per ogni mese di legislatura in carica. Anche alla Camera il conto è salato. I 630 deputati percepiscono 10 mila euro lordi di stipendio, più 3500 di diaria, 3600 di rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, 700 euro di rimborso spese telefoniche e nel caso la legislatura durasse almeno sei mesi, anche un assegno di fine mandato. Altro che menarla e rimenarla sui tagli dei vitalizi (una quindicina di milioni) con cui concordo.
Cordialità
Paolo Pagliani