Gentile direttore, nei dibattiti pubblici discutendo delle cause della corruzione in Italia (61° posto nel mondo), si indica in modo più o meno larvato quello che sarebbe un aspetto del carattere dei nostri concittadini, di cui spesso ci si vanta pure: e cioè la furbizia e le scaltrezze italiane, la capacità dell’italiano medio di saltare le code, di evitare le regole, di fare di testa sua nella gestione delle vicende della vita. Cosa è la corruzione se non un modo <<furbo>> e <<scaltro>> per aggirare le regole ed evitare inutili lungaggini o impedimenti burocratici di qualsivoglia tipo? Dietro questo argomento, a ben vedere, si nasconde una sorta di inaccettabile pregiudizio dal vago sapore razziale, come se gli italiani fossero per loro natura antropologicamente dediti alla corruttela. E’ un atteggiamento odioso ed intollerabile la qualificazione dell’italiano tipo come uomo disonesto, prevaricatore, anarchico, insofferente alle regole, votato all’illegalità. La presenza nel nostro Paese di una corruzione sistemica e radicata non è certo il frutto di un modo di essere cittadini ma è la conseguenza di un retaggio culturale, di lasciti della storia più o meno recente, di cui bisogna al più presto liberarsene. L’esperienza che ci viene dai nostri tanti concittadini trasferitisi (provvisoriamente o definitivamente) all’estero, che avulsi dal contesto originario e inseriti con diverso substrato culturale, si adeguano perfettamente a esso e si comportano da cittadini modello. La corruzione, in sostanza, non è soltanto un fenomeno amministrativo, da combattere con le armi della prevenzione nei palazzi della burocrazia e del potere. Essa, invece, è principalmente una malattia sociale, da contrastare con l’affermazione di un nuovo modello di cultura, in particolare di un’etica delle regole, del merito, della concorrenza, elementi che diventano pilastri della strategia per impedire l’insorgenza e la diffusione del morbo. Dobbiamo reagire mettendo in campo la più forte determinazione di cui disponiamo per essere e unire le persone oneste, competenti, capaci ed eticamente responsabili. Solo così potremo davvero trovare delle possibili soluzioni ai problemi del nostro tempo, ai corruttori e corrotti, come dice Papa Francesco, sono <<spuzza>>, <<uomini di buone maniere, ma di cattive abitudini>>.
Cordialità Paolo Pagliani