
Gentile dr. Fiori anche in questi giorni tristi, la morte oggi è divenuta l’ innominabile. Nella società odierna si tende a “isolare” il defunto e a distanziarsi da esso trascurando la partecipazione e l’accompagnamento. Ormai tutto avviene come se noi e tutti quelli che ci son cari, fossimo più mortali. Oggi non si può nemmeno nominarla. L’anziano e il moribondo sono presi in carico dall’ospedale e dalle medicine delle case per anziani, sottratti ai loro congiunti prima ancora di essere morti. Il decesso non è più un fatto sociale, interessa solo al massimo i familiari. Non si esita a farli morire nei nosocomi o case per anziani, un funerale in forma strettamente privata, magari in una Cappella ospedaliera e via al Cimitero o al crematorio.. Il morire è spogliato di ogni significato umano e ridotto a puro evento biologico a cui le persone partecipano solo in maniera passiva. Tempi addietro, ricordo che il parroco e un piccolo gruppo di fedeli, si recavano presso la casa del defunto chiedendo ai familiari se potevano sostare a pregare. Credo ci sia da riflettere sulla morte nell’ attuale contesto socio-culturale.
Cordialità
Paolo Pagliani