In una sera che pareva come tante altre, squillano i telefoni e gira la notizia che un amico, una persona nota, un novellarese stimato ha lasciato orfana la nostra comunità della sua presenza, del suo lavoro, della sua professionalità.
Il dottor Massimo Folloni, 67 anni, nella serata del 17 maggio scorso è stato colto da un terribile infarto che non ha permesso a moglie e figlio, ai pronti soccorsi intervenuti, alle pratiche chi si eseguono in quelle occasione di ripristinare, in Massimo, le sue funzioni vitali.
Massimo era nato a Novellara nel 1950 da una famiglia delle nostre, vale a dire di quelle impegnate nella quotidianità nel lavoro, nell’educare e nel costruire un futuro ai propri figli.
Massimo ha fatto tesoro di tutto ciò e nella sua vita ha saputo cogliere quegli insegnamenti che abbinati alle capacità, alla dedizione, ad un carattere forte e volitivo né hanno fatto una delle persone di riferimento della nostra comunità.
Sportivo da sempre, ed stato un valido giocatore di basket, con trascorsi nella prima squadra della Palla canestro Novellara. Tuttora dedicava il venerdì sera con gli amici del basket, in mitiche partite (o meglio partitelle) sfidandosi con Ruini, Vivi, Mariani, Pecorini, Razzini, Artioli, Lorenza e Manuela.
Un’altra sua vera passione sportiva era nella navigazione a vela. S’illuminava, lui non facile a lasciarsi andare, quanto raccontava delle traversate con gli amici, delle tecniche, delle soddisfazioni che si coglievano a portare l’imbarcazione in mare.
Massimo principalmente è stato per i novellaresi il commercialista. Lo Studio Folloni, conosciuto e rinomato, che Lui ha fatto crescere tanto, è luogo di adempimenti, pratiche, consulenze frequentate e apprezzate.
Il tutto nasce con gli studi, la laurea in economia e commercio, l’inizio in banca, nella prestigiosa COMIT (Banca Commerciale Italiana). Il ragazzo ha talento e si aprono subito prospettive davanti a lui. La Comit è banca di caratura nazionale e a Massimo viene offerto un percorso di crescita e di carriera che prevede di farsi ulteriormente le ossa nei luoghi di maggior presenza e prestigio per l’Istituto di Credito. La sede di Firenze gli apre le porte. Massimo parte, poi compie una riflessione che caratterizzerà, in positivo, la sua vita. Decide di entrare nello studio commerciale del dottor Turci. Abbandona la Banca e riparte alla sua maniera, con forza, dedizione, passione che abbina ad una preparazione e competenza che verranno apprezzate da tantissimi imprenditori, persone singole, ma anche dalle pubbliche Istituzioni: è stato revisore contabile del nostro Comune e membro nel Consiglio de “I Millefiori”.
Lo studio commerciale nel tempo diventa lo studio Folloni. Studio affermato, conosciuto, considerato.
Massimo non è stato solo uno sportivo, un noto professionista, un uomo della comunità: è stato marito, padre, nonno. Non credo sia bene invadere il campo delle intimità familiari di Lena,
Francesca, Benedetta, Matteo. Ma in punta di piedi e con delicatezza vorrei solo riportare, perché ne offre una reale dimensione, ciò che si avvertiva il pomeriggio dopo la scomparsa di Massimo, nel cortile della sua casa dove i nipotini Alessandro e Gabriele, i generi Emanuele e Alfredo, assieme ai tanti parenti, amici, conoscenti erano là a ricordare e a testimoniare affetto e partecipazione. In quel luogo si coglieva ciò che è importante nella vita: l’allegria comunque dei piccini, la vicinanza dei parenti, la significativa presenza degli amici. Una casa luogo degli affetti.
Mi pare l’essenza, il significato vero e il segno tangibile di una vita ben vissuta, ben spesa, trascorsa onestamente e a testa alta.
Sergio Calzari